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| 23 aprile 2017, 06:34

Il mistero del Grandalbero, capitolo 2: Una cornetta che scotta

“La domenica con Fata Zucchina” è la rubrica settimanale che sino a dicembre animerà questo spazio, con quaranta pillole tratte dal bilibro di Renata Cantamessa “Il Mistero del Grandalbero – Ricette Favolate di Fata Zucchina”

Il mistero del Grandalbero, capitolo 2: Una cornetta che scotta

LA DOMENICA CON FATA ZUCCHINA

IL MISTERO DEL GRANDALBERO

CAPITOLO 2: “UNA CORNETTA CHE SCOTTA”

 

“La domenica con Fata Zucchina” è la rubrica settimanale che sino a dicembre animerà questo spazio, con quaranta pillole tratte dal bilibro di Renata Cantamessa “Il Mistero del Grandalbero – Ricette Favolate di Fata Zucchina”, in un viaggio tra ricette di cibo, benessere e felicità… ma non solo.

 

Dopo aver mangiato sano e di gusto con la ricetta di SuperCheffo “Caramelle di Carne agli Asparagi di Santena”, è arrivato il momento di tornare alle avventure dell’Ispettore Cardo Gobbo e dei suoi fedeli collaboratori all’ufficio IGP, che nel secondo capitolo de “Il Mistero del Grandalbero” si troveranno di fronte ad un enigma sempre più intricato.

 

 

(TRATTO DAL LIBRO)

CAPITOLO 2 – “UNA CORNETTA CHE SCOTTA”

Il prestigioso Ufficio IGP, da anni si occupava di proteggere e promuovere i prodotti del territorio.
 A dirigerlo, la signora Nocciola Trilobata, nota a tutti per il suo viso tondo e gentile; all’Amministrazione c’erano le quattro sorelle Rosse Cuneo che, somigliandosi molto, amavano giocare con le sfumature: Mela Gala aveva un vestito giallo chiaro con striature rosse; Mela Red Delicious indossava solo abiti rosso vivo; Mela Braeburn adorava il rosso scarlatto e Mela Fuji preferiva il rosso chiaro, con sfumature gialle e verdi. Dell’Archivio si occupava la signora Castagna Cuneo, ligia alle regole, ma capace di parole di conforto al momento opportuno.

Come ogni ufficio che si rispetti, anche l’Ufficio IGP aveva un suo custode: ed è qui che entra in gioco il nostro asso nella manica, il signor Fagiolo Borlotto Cuneo, dal piglio ferreo e tutto d’un pezzo, ma talvolta... un po’ scoppiettante.
 All’apparenza pasticcione e confusionario, era tuttavia dotato di un formidabile fiuto da segugio, che aveva convinto l’Ispettore a sceglierlo come suo informatore di fiducia. Tra le sue informazioni, spesso ridicole e inutili, capitava che qualche fatterello, qualche indizio, si rivelasse un prezioso aiuto per la Centrale di Polizia.

Squillò il telefono:
- Parola d’ordine? - sussurrò con voce cupa il signor Fagiolo Cuneo, alzando la cornetta.
- Doi povron bagna’ ‘nt l’euli! - rispose l’Ispettore.
- Ispettore, mi dica tutto! Cosa bolle in pentola?
- Ancora non lo so, ma dubito sia bagna caòda - replicò amaramente l’Ispettore, pensando ai campi di grano rinsecchiti dalla mattina alla sera, ai boschi di abete bianco inspiegabilmente diventati neri come fuliggine, alle risaie prosciugate in un battito di ciglia su cui, da un po’ di tempo, si era ritrovato a investigare senza venirne a capo.
 Tutto questo, però, era poca cosa in confronto a quanto stava per apprendere dal signor Fagiolo Cuneo:

- Questa mattina c’è stato subbuglio in ufficio: avevo appena saputo quella storia delle risaie da mio cugino Fagiolo di Saluggia... Si ricorda, no, di quel tipo timido e introverso, di cui le avevo parlato per il caso della panissa?... Ma, dicevo del subbuglio: in un batter d’occhio, si scatena un litigio furioso tra le quattro Sorelle Mele Rosse Cuneo e Miss Mela Ambrosia, che...

- Miss Ambrosia? - interruppe l’Ispettore - Ma chi è?
- Ma come, Ispettore, non conosce Miss Mela Ambrosia?!? La famosa reporter canadese, quella brillante, sempre sul pezzo... anche se, in verità, un po’ lunatica... Quella che gira con la stola di cachemire rossa e gialla, che si fa fare appositamente a Biella... Scrive per Il Succo della Notizia! Ma, dicevo: mi sono avvicinato per ascoltare meglio e, mentre quelle sbraitavano, ho visto in un angolo la signora Castagna confortare la signora Nocciola visibilmente preoccupata: stamattina è arrivata qui pallida come un cencio, sa? Le sue piante di Ramassin del Monviso e della Valle Bronda si sono misteriosamente rinsecchite! Eppure, nonostante siano piccoline, hanno arbusti selvatici molto resistenti. Roba da non credere...

- Fagiolooo! Dimmi, una buona volta: per cosa litigavano le mele? - sbraitò l’Ispettore. Un po’ mortificato, il signor Fagiolo Cuneo sibilò sotto voce:

- Litigavano per ciò che la stampa dovrebbe sapere su questi inspiegabili incidenti... Ovviamente, Miss Ambrosia vorrebbe conoscere tutti i dettagli e diffondere la notizia, ma le sorelle Rosse Cuneo niente, le bocche cucite, mute come pesci!

Fagiolo Cuneo si lasciò sfuggire altri particolari, da cui l’Ispettore non faticò a capire che, qualcosa di misterioso e inquietante, aveva colpito un pilastro della comunità agricola piemontese, colui che da secoli raccoglieva i sogni e le speranze degli abitanti: il Grandalbero, signore della Natura, radicato in un piccolo borgo di Portacomaro Stazione, improvvisamente colpito da una malattia sconosciuta.

Ma né il signor Fagiolo Cuneo, né tutto l’Ufficio IGP seppero, o vollero, dare altre informazioni. L’Ispettore allora, sbattuto giù il telefono, inforcò la bicicletta e si recò lui stesso al cospetto del Grandalbero. 
Giunto sul posto, gli si parò davanti agli occhi uno scenario triste e sconcertante: metà della chioma era di un colore nerastro e lucido, come investita da una colata di vernice; il tronco a malapena reggeva il peso dei rami e le radici mostravano segni di sofferenza. Il luogo pareva un deserto e persino le api, da sempre fedeli sentinelle del Grandalbero, erano scomparse.
 Mentre assisteva a tanta desolazione, il suo stomaco, in maniera del tutto inopportuna, si fece sentire con un rumoroso brontolio che lo distrasse dai suoi pensieri.
 Il segnale era chiaro: nessuno può risolvere un caso con la pancia vuota!
 Un po’ per la fame, un po’ per risollevare l’umore colato a picco, l’Ispettore convenne che era giunto il momento di prendersi una pausa.
 Si allontanò allora dal Grandalbero per entrare, poco dopo, nell’Osteria dei fratelli Peperò, rifugio gastronomico per tanti, per lui ritiro caldo e accogliente dove, negli anni, aveva risolto i casi più complessi con astuzia, matite spuntate e tovagliette di carta usate.

Il prossimo episodio della rubrica sarà dedicato a una “ricetta di salute” della dottoressa Eleonora Biasin, del reparto di Oncoematologia Pediatrica dell’Ospedale Infantile Regina Margherita, che, intervistata da Fata Zucchina, ci parlerà di un tema mai così attuale quanto oggi: vaccini, latte materno e antibiotici.

Per leggere il secondo episodio della rubrica, clicca qui:

TargatoCN: bit.ly/2oO3CY7

Torino Oggi: bit.ly/2pBhffO

Savonanews: bit.ly/2pgbuob

Sanremonews: bit.ly/2pfZH9w

 

Dove si può acquistare il Bi-libro?

Per scoprire tutti i contenuti del bi-libro di Renata Cantamessa (alias Fata Zucchina) “Il Mistero del Grandalbero – Ricette Favolate di Fata Zucchina”, si può acquistare su Arabafenicelibri.it (http://bit.ly/2nAOXAp), presso tutti i negozi Coop o ordinandolo alla propria libreria di fiducia.

 

Quanto costa? A chi sono destinati i proventi della vendita?

Il prezzo è di 10€. I proventi raccolti dalla vendita (2€ a libro) saranno donati in Piemonte a favore del progetto F.A.T.A. di Fuoriterapia Assistita con Animazione dell’Ospedale Infantile “Regina Margherita”, in collaborazione con l’Associazione Onlus “La Collina degli Elfi” di Govone d’Alba. Il ricavato di Liguria e Lombardia sarà rispettivamente devoluto all’Ospedale “Gaslini” di Genova e alla Fondazione “De Marchi Onlus” di Milano.

 

Scorri al fondo della pagina per consultare la scheda di presentazione del libro.

 

Contatti

E-mail: renata@fatazucchina.eu

Sito web: www.fatazucchina.net

Pagina Facebook: Renata Cantamessa – Fata Zucchina

Instagram: @fatacantamessa

Twitter: @RCantamessa

Youtube: Renata Cantamessa – Fata Zucchina

 

 

Chi è Renata Cantamessa?

Giornalista di carta stampata e web, autrice e conduttrice radio-televisiva, doppiatrice

di cartoon, ghostwriter e project-manager, cresce professionalmente nel settore della

cooperazione. Opera in modo trasversale su comunicazione e multimedia-marketing, con specifica attenzione attorno ai temi strategici dell’agroalimentare, della territorialità, del benessere e della sostenibilità. Oltre al mondo della cooperazione e dell’agricoltura (ortofrutta in primis), collabora attivamente con la GDO-Grande Distribuzione Organizzata italiana, le Asl piemontesi, l’Università degli Studi di Torino, gli Istituti di Istruzione Superiore a indirizzo agrario-alberghiero e con l’USR-Ufficio Scolastico Regionale del Piemonte, con un coinvolgimento sulla progettazione dell’attività formativa di alternanza scuola-lavoro. Dal 2013 veste la “nuova identità” di Fata Zucchina, da lei creata e impersonata come icona moderna del Food&Wealth (Health + Welfare) per divulgare nuovi modelli di integrazione e consumo nella relazione tra persone e territorio.

 

Chi è Fata Zucchina?

E’ la prima “fata agricola” italiana, proposta come modello smart di avanguardia al femminile, per ricordare che le donne possono essere un importante veicolo di innovazione in agricoltura. Un omaggio diretto a quell’oltre 70% di lavoro agricolo che - nel mondo - è realizzato da generazioni di donne rurali. Ma non solo: la “bacchetta magica” di Fata Zucchina – ovvero la sua divulgazione attraverso progetti che diventano rubriche, come “Il Bugiardino di Fata Zucchina”- si rivolge per antonomasia al settore primario, come snodo centrale di una “nuova economia”. C’è dunque l’Agricoltura con l’iniziale maiuscola al centro del cuore di questa fata rurale, cioè quel Made in Italy fatto di terra variegata, mani laboriose e grandi intelligenze, che ha bisogno di tornare a simpatizzare con le famiglie e di giocare con i bambini, accendendo la loro voglia di fare, di immedesimarsi e costruire; educandoli a trattare i frutti della terra come nuovi “amici” e a seminare una felicità fatta di beni relazionali, tradizione e innovazione.

 

Illustrazione di Daniela Ranieri

 

Renata Cantamessa

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