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Eventi | 16 maggio 2017, 10:12

Ad Albissola Marina arriva la mostra “Con-tatto”

Da sabato 20 maggio a domenica 4 giugno 2017

Ad Albissola Marina arriva la mostra “Con-tatto”

Ad Albissola Marina arriva la mostra “Con-tatto”. L'esposizione si svolgerà da sabato 20 maggio a domenica 4 giugno presso il Centro Artistico e Culturale Bludiprussia piazza Nicolò Poggi / Vico Chiuso

"Ogni mia opera non è un punto di arrivo, ma un momento di passaggio, una partenza per una nuova serie di lavori. Una ricerca a ritroso nel tempo per fissare attimi ed emozioni del vissuto quotidiano.

Sono nato a Santa Mama (Arezzo) nel 1950 e risiedo ad Arezzo.

Credo di aver sempre amato l’arte fin da piccolissimo, sono sempre stato affascinato dal colore e dal disegno.

Diplomato all’Istituto d’Arte, mi sono dedicato fin da giovanissimo a collettive e concorsi di pittura. La mia formazione pittorica nasce soprattutto dalla volontà assidua di sperimentazione e di ricerca che ho concretizzato e sedimentato nei complessi rapporti tra materia e colore.

Dal 1976 sono entrato nei ruoli del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, presso la Soprintendenza di Arezzo, in qualità di disegnatore.

Questo mi ha permesso di frequentare e studiare da vicino alcuni fra i principali maestri del passato, da Piero della Francesca a Beato Angelico, dal Signorelli al Vasari a Cimabue e tanti altri, per i quali ho curato elaborati, rilievi, grafici per il recupero e lo studio delle opere, partecipando in prima persona ad allestimenti di mostre e progetti architettonici.

Queste esperienze istituzionali, fondamentali per la mia crescita artistica, mi hanno permesso di essere a contatto e respirare “le muffe” e le polveri dei colori degli antichi affreschi e delle tele, man mano si è fatta strada in me la consapevolezza che i concorsi d’arte e il linguaggio figurativo non erano corrispondenti alla mia aspirazione, così ho iniziato una ricerca dialogando con la poetica.

Ho tratto essenziali suggestioni dall’ambiente antico dei muri corrosi, dalle loro crepe e fenditure, soffermandomi sul rapporto tra memoria e spazio, tra pittura e architettura, tra natura e artificio, lavorando nel silenzio dello studio e dedicandomi alla sperimentazione, limitando le rassegne pubbliche.

La pittura di oggi è improntata ad un approfondimento di equilibri e armonie tra forma e colore, attraverso cui rivivere il vissuto personale che si fa collettivo nel dialogo con lo spettatore, recuperare valori mai dimenticati, emozioni istintive che variano in funzione dello stato d’animo.

Considero ogni mia opera non un punto d’arrivo ma un passaggio per una nuova serie di lavori, per una ricerca a ritroso nel tempo a fermare momenti, attimi ed impressioni.

Il mio ambito lavorativo si colloca ai margini dell’informale, una pittura gestuale, immediata, in rapporto stretto con l’inconscio.

Dalla materia, segno, colore fino a che la superficie dipinta non prende il sopravvento lasciando intravedere forme reali legate al mondo della natura, spesso usando alfabeti conosciuti e a volte sconosciuti.

Ci sono segni nati da gesti semplici che raffigurano la vita quotidiana, da forme fatte di colore, di sola materia o graffiate che vanno spesso a coprire o ritrovare la stesura iniziale  del quadro, come traccia del nostro vissuto.

Non ci sono contorni, i colori si contengono a vicenda, si mischiano compenetrandosi, generando contrasti cromatici e formando una patina di materia pittorica di energia raggrumata.

Il mio lavoro attuale è orientato ad esprimere la calma della mente, a manifestare il silenzio.

Chiedo all’io di azzerarsi, convinto che debbano essere le mie opere a parlare.

L’artista dovrebbe sottrarsi alla vista è l’opera ad esprimersi.

L’artista sceglie il silenzio, ma allo stesso tempo si mette in ascolto della propria opera, cercando una lunghezza d’onda che permette il dialogo con lo spettatore e andare oltre ciò che si vede, per poter contemplare la pura presenza degli elementi che compongono l’opera.

Le opere sono universi di significato che chiedono di essere guardati intensamente, scavare al loro interno, nel ritrovare luoghi della memoria, offrirsi ad una meditazione infinita.

Giuliano Caporali

Nato a Santa Mama (Arezzo) nel 1950, risiede ad Arezzo. 

Diplomato all’Istituto d’Arte “Piero della Francesca” d’Arezzo, si è dedicato fin da giovanissimo alla  pittura, cimentandosi in varie mostre di pittura sia personali che collettive. La sua formazione pittorica nasce soprattutto dalla volontà assidua di sperimentazione e ricerca, che ha concretato e sedimentato nei complessi rapporti tra materia e colore.

Dal 1976 ha lavorato presso il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, con l’incarico di disegnatore presso la Soprintendenza di Arezzo, grazie a questo ruolo durante gli anni può assorbire da vicino i capolavori di grandi maestri del Rinascimento toscano, da Piero della Francesca a Beato Angelico, dal Signorelli al Vasari, Cimabue e tanti altri. Traendo importanti suggestioni dall’ambiente antico dei muri corrosi delle muffe, delle crepe, del rapporto tra tempo e spazio, tra pittura e architettura, natura e artificio, ha lavorato in solitario solo per il gusto di lavorare, facendo pochissime apparizioni pubbliche.

La sua pittura di oggi, che con il tempo si è improntata su una ricerca di equilibri basati tra la forma e il colore, riesce a stabilire con il pubblico un rapporto di emozioni che variano in funzione dello stato d’animo. Ogni suo lavoro non è un punto d’arrivo ma un momento di passaggio, una partenza per una nuova serie di lavori. Il suo modo di lavorare viaggia ai margini dell’informale, perché è un tipo di pittura di gesto, immediata che va a ritrovare i grumi materici dell’informale attraverso l’inconscio. La materia dialoga con il segno e il colore. Ci sono segni nati da gesti semplici che ci raffigurano la vita quotidiana, forme fatte di colore, di sola materia o graffiate che vanno spesso a coprire o ritrovare la stesura iniziale del quadro, ricercando una traccia del nostro vissuto.

Altra parte importante del suo lavoro attuale è la ricerca orientata verso una pittura più legata alla mente, una pittura legata al silenzio. L’artista non racconta se stesso e nemmeno le sue intuizioni, presenta l’opera e lascia che sia lei stessa a esprimersi. Quello che Caporali cerca di mettere nel suo lavoro è un’arte in cui l’artista tace, sceglie il silenzio, ma allo stesso tempo si mette in ascolto della sua opera per meglio contemplare la pura presenza delle forme, del colore e degli elementi che compongono l’opera stessa. Il colore, le forme, le impronte lasciate, i segni di grafia chiedono di essere guardati intensamente, allora si vedranno luoghi della sapienza, della memoria.

L'esposizione è curata da Paola Grappiolo con il patrocinio del Comune di Albissola Marina. La presentazione e il vernisagge si svolgerà sabato 20 maggio 2017 ore 18.00

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