Eventi - 23 maggio 2017, 15:00

Savona: per la prima volta dopo 300 anni gli affreschi della volta della chiesa di S. Andrea saranno visibili “ad altezza d’uomo”

La serata di giovedì 25 maggio in S. Andrea sarà proprio dedicata a ridare volto e parole a quegli affreschi.

Savona: per la prima volta dopo 300 anni gli affreschi della volta della chiesa di S. Andrea saranno visibili  “ad altezza d’uomo”

Generazioni di Savonesi, in questi trecento anni, hanno varcato la soglia di quella chiesa per i più svariati motivi ed hanno certamente alzato lo sguardo, anche solo per un attimo, verso la volta, ammirandone l’insieme scenico che rappresenta una vera folla di personaggi e allegorie dipinti con la tecnica a fresco di Sigismondo Betti.

Chiunque, anche oggi agevolata da una potente illuminazione, può vedere immagini di sacerdoti, angeli, diavoli, santi e altre figure allegoriche inserite in contesto apparentemente confuso e fantastico. In realtà il Betti, anche se a opera compiuta venne contestato dagli stessi committenti, i Gesuiti,  eseguì su dettato una vera e propria cronistoria della Compagnia di Gesù “fotografata” nella prima metà del ‘700 all’epoca del massimo splendore dell’ordine istituito da S. Ignazio di Loyola.

Oggi possiamo “vedere” da vicino, come se fossimo a pochi passi dalla volta non solo i volti, gli aspetti, gli atteggiamenti e i colori originali di quegli affreschi, ma possiamo anche interpretarne il significato, alla luce di avvenimenti che si sono sviluppati nel tempo  con riferimenti anche alla attualità dei nostri giorni. Come è stato possibile ottenere questo? Sostanzialmente con due strumenti diversi quanto complementari. Il primo strumento è stato “l’uso della tecnologia”: aver coinvolto ed entusiasmato il gruppo di tecnici che fanno capo a Gianni Vercelli che al Campus di Legino è professore  nel Dipartimento di informatica, bioingegneria, robotica e ingegneria dei sistemi, e coordina l’equipe che ci permetterà di apprezzare le meraviglie che sono narrate a circa 30 metri dal suolo. Ormai l’uso della robotica e dei droni in particolare permette risultati non altrimenti possibili in certe situazioni o a certe altezze.

L’altro strumento di cui ci siamo serviti è stata la “riscoperta” di un “grande savonese”: Tommaso Torteroli. Uomo di grande cultura, appassionato e viscerale studioso di arte e storia di Savona. Sacerdote, con una immensa cultura dell’arte, pittura e scultura, non ebbe vita facile anche in relazione alle sue idee liberali fino ad abbracciare la filosofia mazziniana. Educatore di una generazioni di grandi savonesi che hanno dato memoria di sé a livello nazionale: Boselli, Poggi, Sbarbaro, Barrili e tra gli artisti uno fra tutti il Brilla.

Nel  suo libro dove descrive e critica i più importanti degli artisti savonesi, dedica molte pagine alla volta di S. Andrea e agli affreschi di Sigismondo Betti. Anzi li descrive con una dovizia e minuzia di particolari che, dopo 150, anni ci hanno permesso di apprezzarne la loro perfetta aderenza al periodo storico di esecuzione e alla successiva storia dei gesuiti stessi.

La serata di giovedì 25 maggio in S. Andrea sarà proprio dedicata a ridare volto e parole a quegli affreschi.

Le immagini saranno sviluppate su un grande schermo dai tecnici del Campus che le hanno allestite, la descrizione del  Torteroli verrà letta integralmente da Jacopo Marchisio mentre il commento dei personaggi storici e delle allegorie rappresentate e i dettagli della tecnica pittorica verrà fatta da Rosalina Collu esperta d’arte presso la Biblioteca Civica.    

cs

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