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Agricoltura | 16 giugno 2017, 15:20

Riso italiano: un'eccellenza che rischia di scomparire

L'allarme lanciato dall'Unione Nazionale Consumatori

L'avvocato Patrizia Polliotto dell'UNC

L'avvocato Patrizia Polliotto dell'UNC

Il riso, uno dei prodotti di maggior pregio della nostra Regione, in particolare del vercellese, richiede tecniche di coltivazione sofisticate, condizioni climatiche particolari e precise dimensioni e colore del chicco in base alle diverse varietà.

 

Con le importazioni di riso proveniente dai paesi asiatici rischiamo che il nostro prodotto venga declassato portando alla chiusura di numerose aziende agricole e imprese del settore radicate da anni sul territorio e che hanno sempre avuto come obiettivo principale la qualità e salubrità del prodotto volte al soddisfacimento del consumatore.

 

Uno dei problemi fondamentali è quello dello sfruttamento del lavoro minorile e degli operai sottopagati, costretti a lavorare, anche più di 18 ore al giorno, in condizioni disumane provocando gravi rischi alla propria salute, al fine di contenere i costi.

 

Lo sfruttamento del lavoro minorile è un vero dramma soprattutto nei paesi dell’Africa Subsahariana, dell’Asia, del Pakistan e dell’India, ove più di 150 milioni di bambini, di età compresa tra i 5 e i 14 anni, lavorano sia nelle aziende manifatturiere per la produzione di vestiti, scarpe, palloni, bigiotteria, ma la maggior parte, circa il 70%, viene impiegato nell’agricoltura. In particolare in Cambogia ove la maggior parte dei bambini viene impiegata come forza lavoro nelle piantagioni di riso e nelle fabbriche di mattoni.

 

Questo fenomeno va fermato iniziando ad effettuare dei controlli più incisivi sui prodotti provenienti da queste zone, in quanto la maggior parte dei generi alimentari che troviamo sugli scaffali dei supermercati provengono da tale sfruttamento. Non viene verificato da chi il prodotto viene lavorato, raccolto e coltivato, né tanto meno se vengano osservate le norme di sicurezza e igiene nel trasporto e se siano stati utilizzati diserbati e/o pesticidi che da noi sono vietati.

 

Per garantire la qualità del prodotto non basta l’apposizione di un'etichetta ove viene indicata la provenienza, ma è necessario porre maggiore attenzione in via preliminare all’inquinamento ambientale, ai rischi per la salute e sulla tutela dei diritti umani e del lavoro.

 

Tutto ciò a garanzia e per tutelare il consumatore il quale a volte ignora tali problematiche e si fa attirare dal prodotto meno costoso senza valutare tutto ciò che accade nella filiera ed i danni ai quali potrebbe essere sottoposto.

 

L’Unione Nazionale Consumatori è a disposizione per raccogliere opinioni, segnalazioni e per offrire informazioni, al fine di sensibilizzare i consumatori su questi temi che molto spesso vengono sottovalutati.

 

Chi interessato potrà contattare la sede di Torino di UNC – Comitato Regionale del Piemonte al numero 0115611800 o scrivendo una e-mail all’indirizzo uncpiemonte@gmail.com 

c.s.

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