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Attualità | 14 luglio 2017, 18:35

La Corte Costituzionale dichiara illegittimo l'ATO del ponente savonese, dubbi sulla gestione del servizio idrico integrato

Spiega Angelo Vaccarezza firmatario e promotore della Legge sull'ATO di Ponente: “Valuteremo con gli uffici legali di resistere rispetto a questa sentenza perchè il terzo ATO è un diritto di questo territorio

La Corte Costituzionale dichiara illegittimo l'ATO del ponente savonese, dubbi sulla gestione del servizio idrico integrato

La Corte Costituzionale dichiara illegittimo l'ATO del ponente savonese e si aprono nuovi dubbi sugli scenari relativi alla gestione del servizio idrico integrato. La materia, pur essendo particolarmente complessa, in realtà, ha dei risvolti tecnici e pratiche che potrebbero incidere direttamente sugli utenti.

In pratica è stato presentato di fronte alla Corte Costituzionale un dubbio sulla legittimità della legge della Regione Liguria 23 settembre 2015, n. 17, che ha introdotto nel territorio della provincia di Savona un terzo ambito territoriale ottimale (ATO) di dimensione sub-provinciale.

A costituirsi, la Regione Liguria che, non è riuscita a “convincere” la Corte – oltre che per la tardività della costituzione in giudizio, primo motivo di censura – sopratutto per il fatto che la Regione Liguria pare aver emanato una norma che, in realtà, doveva essere di competenza statale.

Si legge: “Secondo il ricorrente, le disposizioni impugnate eccedono le competenze regionali e violano la competenza legislativa esclusiva dello Stato nelle materie «tutela dell’ambiente» e «tutela della concorrenza» (omissis) La questione è fondata”.

Ed ancora si legge “Alle Regioni è attribuita la facoltà di modificare la dimensione degli ATO, che tuttavia deve essere «di norma non inferiore almeno a quella del territorio provinciale» . La deroga delle dimensioni definite dalla legislazione statale è possibile, ma deve rispettare i criteri stabiliti dalla stessa, costituiti dall’unità del bacino idrografico, dall’unicità e dall’adeguatezza della gestione. La deroga, inoltre, è consentita purché la Regione motivi la scelta «in base a criteri di differenziazione territoriale e socio-economica e in base a principi di proporzionalità, adeguatezza ed efficienza rispetto alle caratteristiche del servizio, anche su proposta dei comuni”.

Questa sentenza, dunque, di fatto abolisce l'ATO mettendo in discussione la la gestione di Ponente Acque e, dunque, anche il progetto di depurazione a Borghetto.

Spiega Angelo Vaccarezza firmatario e promotore della Legge sull'ATO di Ponente: “Valuteremo con gli uffici legali di resistere rispetto a questa sentenza perchè il terzo ATO è un diritto di questo territorio considerando che ci sono amministrazioni comunali che hanno fatto sacrifici e, ad oggi, la fusione tra la servizi Ambientali di Borghetto e la SCA di Villanova, Alassio e Laigueglia crea un polo di gestione acquedottistica e di depurazione totalmente pubblico“.

“Il paradosso che noi abbiamo sempre sottolineato è come la ex rossa Savona oggi finalmente, e forse anche per questo, non più rossa, gestisse tutto questo comparto tramite privati e il ponente di centrodestra avesse costruito questa scatola virtuosa che oggi si chiama Ponente Acque che somma tutte le gestioni pubbliche di acquedotti e fognature" afferma Vaccarezza.

“In provincia di Savona esiste già un secondo Ato che è quello della Val Bormida ed io appena arrivato in Regione ho voluto, per prima cosa occuparmi di questo problema, infatti è stata la prima legge fatta dalla nuova Regione e, quella legge portava la mia firma proprio perchè era una soluzione nella quale credevamo fortemente.

“Adesso, con questa sentenza, bisognerà valutare il da farsi, perchè, o si può proseguire sulla strada del terzo ATO o chiederemo l'accorpamento di questo pezzo di territorio o all'ATO di Imperia o a quello della Valbormida. Non è scontato andare con l'ATO di Savona. Dovremo valutare qual'è la convenienza per i nostri cittadini. Considerando che la convenienza primaria per i nostri cittadini era non finire nelle braccia di IREN che se non è la mamma di tutti i mali è per lo meno la cugina" conclude Vaccarezza. 

Mara Cacace

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