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Attualità | 08 agosto 2017, 09:38

Intervista a Ferruccio De Bortoli, quarant'anni di vita professionale tra giornalismo e 'Poteri Forti (o quasi)'. “E' un mestiere bellissimo, ma disseminato di trappole” (Video)

Questa sera sarà ad Andora. “Ho avuto l'onore e il privilegio di essere il direttore di tanti straordinari personaggi: da Montanelli a Biagi, da Oriana Fallaci a Tiziano Terzani. Credo che il rapporto più intenso, più difficile, più conflittuale sia stato quello con Oriana Fallaci".

Intervista a Ferruccio De Bortoli, quarant'anni di vita professionale tra giornalismo e 'Poteri Forti (o quasi)'. “E' un mestiere bellissimo, ma disseminato di trappole” (Video)

E' un libro di memoria, riassume per sommi episodi e ricordi personali, quarant'anni di vita professionale e cerca di ricostruire la dinamica del potere, non soltanto nell'economia della finanza, ma anche della politica.” Descrive così Ferruccio De Bortoli il suo ultimo libro 'Poteri Forti (o quasi)' che tanto ha già fatto discutere nelle scorse settimane in relazione al casso della Banca Etruria e in particolare in merito alla rivelazioni riguardanti la sottosegretaria di Stato Maria Elena Boschi, circa il ruolo auto nella vicenda quando era ministro del governo Renzi. Ieri sera a Riva Ligure, De Bortoli, ha partecipato alla rassegna 'Sale in Zucca' dove, insieme al giornalista Claudio Porchia, ha dialogato sul suo nuovo lavoro.

Nella sua carriera ha diretto molte firme di pregio, con chi ha avuto il rapporto più difficile? “Ho avuto l'onore e il privilegio di essere il direttore di tanti straordinari personaggi: da Montanelli a Biagi, da Oriana Fallaci a Tiziano Terzani. Credo che il rapporto più intenso, più difficile, più conflittuale sia stato quello con Oriana Fallaci che scrisse per Il Corriere della Sera 'La rabbia e l'orgoglio', che poi era una lettera indirizzata al sottoscritto.

L'INTERVISTA

Oriana è stata un grandissimo personaggio del suo paese, una grande testimone della Storia, lei non voleva essere chiamata scrittrice, insisteva perché la si chiamasse scrittore. Ha cercato di interpretare il suo tempo con delle visioni profetiche e con una capacità che è propria dei grandi scrittori, quella di capire le linee che stanno sotto la superficie degli avvenimenti e di interpretarle con parole che arrivano direttamente al cuore delle persone.

Se potesse tornare indietro, c'è qualcosa che non rifarebbe o farebbe in maniera diversa? Sono molte le cose che non rifarei o che cercherei di fare diversamente. Questo mestiere è bellissimo, ma disseminato di trappole perché il giornalista non ha diritto all'astensione, non può non pubblicare l'edizione del suo giornale e aspettare perché forse non è sicuro delle proprie fonti, lo deve fare e questa è una differenza notevole che va apprezzata rispetto ad altri mestieri, altre professioni.

A volte siamo costretti a buttarci anima e corpo sugli avvenimenti, a cercare di capirli, forse ci accorgiamo qualche volta di averli capiti in maniera parziale e di aver dato qualche interpretazione anche fuorviante. Specialmente nell'era del web, che rappresenta un grande passo avanti nella democrazia informativa, ma che è certamente disseminata di ostacoli, credo che riconoscere i propri errori e avere un rapporto onesto e affidabile con i propri lettori, sia il modo per farsi apprezzare. E' un modo per creare un legame molto particolare, che è straordinario e che noi forse non valutiamo appieno. Quello tra chi fa un giornale e chi lo legge, è un rapporto che si rinnova ogni giorno, ogni ora, ogni minuto. Non è facile e questo ci carica di responsabilità.

Ha visto cambiare il mestiere del giornalista, ma quali sono le regole di questa professione che restano tali indipendentemente dalla sua evoluzione? "Sono cambiate le tecnologie, ma le regole non sono cambiate, i fatti sono i fatti e vanno descritti con competenza, con passione, con la capacità di scoprire anche quelle che sono le linee sotto la superficie e con l'onestà di confrontare opinioni differenti. C'è un motto del giornalismo anglosassone che credo valga ancora: correttezza e credibilità. Ancor di più oggi che abbiamo la possibilità di informarci avendo a disposizione tanti strumenti che si possono attivare con grandissima facilità, ci vuole chi seleziona, che dà il senso degli avvenimenti, qualcuno che tuteli lo spirito critico e la capacità di informarsi senza diventare sudditi e che tuteli, alla fine, la nostra condizione di cittadini."

Simona Della Croce

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