Ceriale, la proposta di Giordano: “Impieghiamo i richiedenti asilo per ripulire le spiagge e l’area dell’ex cantiere”

Severa critica di Luigi Giordano, capogruppo della lista civica “Voi”, sull’attuale situazione del decoro urbano cerialese. Dichiara Giordano:  “Quella nella foto è l’area dell’ex-cantiere navale Patrone. Diventerà nei prossimi mesi un parco giochi per tutti, non solo per bambini, con annesso campo da bocce e attrezzature ginniche per adulti. Sarà piastrellata con lo stesso materiale adottato per la passeggiata nuova.

Oggi però è incomprensibile lasciare un’area per un’estate intera in questo stato. Siamo in prossimità del ferragosto e della tradizionale festa del paese di San Rocco, troppo pochi operai del Comune fanno tutto quello che possono, ma non ricevono direttive politiche che vadano nella direzione di tenere Ceriale nel pubblico decoro. Il Comune fa proclami inutili perché tiene bene le aiuole e poi a poca distanza dobbiamo vedere uno scempio del genere”.

Prosegue Giordano: “Ho proposto di inserire i profughi di Peagna e farli lavorare al pubblico decoro, sarebbe positivo per loro, che sarebbero occupati, si sentirebbero utili e integrati e sarebbero meno afflitti da stress e noia, e sarebbero un contributo tangibile al paese. Il comune mi ha risposto picche dicendo che i profughi non vanno sfruttati, quando in realtà praticamente tutti o quasi i paesi della provincia di Savona che ospitano i profughi li integrano in lavori socialmente utili e ottengono ottimi risultati. Sarebbe bastata una piccola assicurazione che li copra in caso di infortunio, come tutti i paesi fanno. Invece dobbiamo continuare a vedere un tratto di spiaggia indegno in prossimità di queste feste e una vergogna per i turisti. Oltre all’ex cantiere i richiedenti asilo avrebbero potuto agire anche nelle spiagge libere attrezzate, sarebbe costato certamente meno delle incombenze assegnate a cooperative o altri enti esterni. Ceriale sarebbe bellissima, avrebbe potenzialità turistiche enormi, e invece vive paralizzata da questa politica del ‘non si può fare’, che causa un danno tangibile al territorio e alla popolazione”.