Caso Giuseppina Ghersi, Nicolick traccia il bilancio di quanto avvenuto negli ultimi giorni

Caso Giuseppina Ghersi, Roberto Nicolick traccia un bilancio delle polemiche e delle questioni che ha sollevato la volontà, espressa dal comune di Noli, di commemorare la ragazzina di 13 anni uccisa per mano dei partigiani a fine della seconda guerra mondiale.

Spiega Nicolick: Dal giorno in cui il Consigliere Comunale Enrico Pollero, completò l'iter burocratico per la targa commemorativa, è come se un muro cupo ed antistorico, avesse iniziato dapprima lentamente e poi sempre più velocemente a sgretolarsi."

"Ci sono state reazioni a catena, contraccolpi violenti, dialettiche vivacissime, e soprattutto cambi di opinione rapidi e repentini.

Una delle azioni – reazioni che più mi ha divertito è stata quella del responsabile provinciale di una associazione che dopo aver espresso la più netta contrarietà alla targa ha, nel giro di pochi giorni, compiuto una inversione ad u praticamente ad alta velocità, avesse fatto la stessa cosa alla guida di un veicolo su una strada avrebbe corso un serio rischio di incidente e con la sospensione della patente per almeno 12 anni. Praticamente è stato , con il suo assurdo comportamento, il migliore alleato per l'affissione della targa commemorativa, sfanculato addirittura dalla sua segreteria nazionale, osteggiato dalla associazione partigiani Cristiani."

Spiega Nicolick: "Qualcuno molto ingenuo, nel disperato tentativo di sostenerlo, ha pubblicato una già da tempo, nota lista di proscrizione, in cui la piccola Giuseppina Ghersi, appare ben due volte in un elenco dattiloscritto di pericolose spie fasciste, dimenticando che quella odiosa lista di proscrizione che mi sa tanto di gestapo nazista, fu compilata da un commissario politico di una brigata d'assalto Garibaldi, un po come se il giudice, la giuria popolare e il boia fosse la stessa persona con una obiettività estremamente scarsa."

"Gianpaolo Pansa, da me sentito al telefono oggi pomeriggio mi ha promesso che nella rubrica il bestiario, avrebbe toccato l'argomento con la sua solita ironia e un altro grande giornalista, sicuramente lontanissimo dalla destra, Sansonetti ha scritto testualmente in un editoriale su Il Dubbio, che la associazione partigiani di Savona andrebbe chiusa" continua.

"Moltissimi uomini e donne di sinistra hanno preso le distanze da chi professa ancora l'odio pregiudiziale a distanza di settantanni e rimane ancorato a posizioni antistoriche e antiumane. E' il trionfo della cultura dell'amore e del ricordo sulla cultura della morte."

"Ma quello che mi ha colpito più di tutto, è stata la reazione di centinaia di privati cittadini, di ogni ceto e credo politico, che in diverse occasioni, sul web o per strada, o per telefono, hanno dato il loro unanime sostegno a questa iniziativa che si riassume in queste parole : una tredicenne è sempre una tredicenne, in qualunque contesto stico o sociale, e non doveva essere rapita, stuprata e assassinata, fu una cosa orrenda fatta anche davanti ai suoi genitori e alla zia che persero la loro figlia unica."

"La società civile ha un debito verso questa ragazzina e deve saldarlo senza cadere in inutili strumentalizzazioni di natura politica. Intanto altri uomini delle Istituzioni, in altri luoghi hanno espresso l'intenzione di svolgere iniziative analoghe a ricordo della povera Giuseppina, è come un treno che sta prendendo velocità sempre di più. I conservatori dei muri e gli amanti degli steccati, potranno urlare alla luna, tutta la loro rabbia, ma il vento sta cambiando e aggiungo io, finalmente." conclude Roberto Nicolick