Agricoltura - 19 settembre 2017, 16:47

Confagricoltura Liguria chiede misure urgenti per il contenimento di cinghiali, daini e caprioli

In Liguria, stante i dati comunicati dalla Regione nel corso del richiamato “Tavolo Verde”, sono stati abbattuti nel 2016 poco più di 20.000 cinghiali sul contingente previsto che era di circa 24.000

Confagricoltura Liguria chiede misure urgenti per il contenimento di cinghiali, daini e caprioli

 

Confagricoltura Liguria ha, nel corso del “Tavolo Verde” tenutosi ieri in Regione con l’assessore ligure all’agricoltura Stefano Mai, ribadito con forza l’urgente necessità di attuare reali misure per fronteggiare l’invasione, specie di cinghiali, ormai insostenibile non solo per l’agricoltura ma anche per l’incolumità delle persone e dei cittadini liguri.

“Incidenti stradali – sottolinea il presidente di Confagricoltura Liguria, Luca De Michelis - che procurano purtroppo non solo ingenti danni materiali, ma sovente anche danni inaccettabili ed irreparabili alle persone; effetti devastanti sulle colture; crescenti problemi di ordine sociale”.

Sono questi i preoccupanti e drammatici effetti derivanti dell’incontrollata ed incontrollabile presenza degli ungulati, ed in particolare del cinghiale, fin dentro gli agglomerati urbani. Lo evidenzia Confagricoltura Liguria che chiede l’adozione di urgenti e non più rinviabili interventi finalizzati a ricondurre le consistenze di tali popolazioni selvatiche entro accettabili livelli di sostenibilità territoriale ed ambientale.

“L’incremento incontrollato della popolazione di ungulati – rimarca De Michelis-  oltre ad  essere motivo d’alterazione dell’ ecosistema e quindi di compromissione della presenza delle altre specie autoctone,  è sempre più causa di  gravissimi danni alle attività agricole provocati dal massiccio sconfinamento di tali specie verso aree vocate e ad alta produttività”.

In Liguria, stante i dati comunicati dalla Regione nel corso del richiamato “Tavolo Verde”, sono stati abbattuti nel 2016 poco più di 20.000 cinghiali sul contingente previsto che era di circa 24.000.

“Ormai – prosegue il presidente ligure di Confagricoltura – quella dei cinghiali è una ‘comunità’ che ‘rappresenta’ la sesta o settima ‘cittadina’ per numero di ‘abitanti’ in Liguria. E’ impensabile proseguire in questo modo!”

“Sicuramente – sottolinea Confagricoltura Liguria – la sentenza della Corte Costituzionale del 23 maggio scorso, che ha bocciato la legge regionale ligure sul ‘contenimento’ dei cinghiali, non aiuta minimamente! Tale sentenza ha, di fatto,  limitato l’azione delle squadre per la selezione fuori del periodo venatorio”. Il prelievo selettivo è da migliorare, specie sul cinghiale. “Notiamo – continua Confagricoltura Liguria – che la caccia di selezione non è partita a causa di una certa disorganizzazione degli ambiti territoriali, quindi si spera nel 2018 di poter usare tale sistema appieno. La selezione e rotazione delle squadre non pare aver funzionato, ed inoltre i cinghiali spesso sconfinano in zone non cacciabili”. Secondo Confagricoltura Liguria, inoltre, occorre che gli organi di polizia preposti ai controlli delle squadre esercitino maggiormente la loro azione nelle zone litoranee,  ovvero dove, dati alla mano, alcune squadre sono meno virtuose. “Insomma – chiude De Michelis – tra quadro normativo bloccato, dalla richiamata sentenza, squadre poco virtuose in alcuni territori, situazioni paradossali come quella che vede la materia in capo alla Regione che però non può legiferare fintanto che i vecchi piani provinciali non sono completati, pur essendo la competenza non più degli stessi, chi ci rimette sono non solo le imprese agricole, ma ormai anche l’intera collettività, con incidenti sempre più frequenti”.

Bene che la Conferenza Stato Regioni volta a ridefinire alcuni passaggi della normativa  sugli indennizzi dei danni alle culture agricole, abbia indicato come fondamentali i suggerimenti diConfagricoltura che chiede che da un lato ci si adoperi  a superare le limitazioni europee all’integrale risarcimento dei danni subiti ed ad armonizzare e semplificare le procedure,  e che dall’altro si pongano le basi normative per un effettivo contenimento delle popolazioni selvatiche in rapporto alla sostenibilità territoriale, anche a garanzia dell’incolumità pubblica.

 

c.s.

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