Al Direttore - 19 settembre 2017, 15:35

Il caso-Ghersi e i "nuovi revisionismi"

Se oggi tutti si possono esprimere interpretazioni lo si deve al fatto che mentre i fascisti si battevano accanto ai nazisti per mantenere un regime oppressivo che ha portato il paese allo sfacelo, a milioni di morti per una guerra spietata, mentre i partigiani hanno lottato per affermare i principi di libertà

Il caso-Ghersi e i "nuovi revisionismi"

Tutti sono liberi di esprimersi, proprio in virtù di una libertà conquistata grazie a quei partigiani che oggi sono spesso oggetto di infami attacchi revisionistici, non con l’obiettivo della verità storica e la pietà umana, ma quello di attaccare la Resistenza. Proprio nei giorni in cui la Camera dei Deputati ha dato il via libera dell’Aula della Camera alla proposta di legge che introduce l’articolo 293-bis nel codice penale relativo al reato di propaganda fascista, è esploso il caso Giuseppina Ghersi.

Se oggi tutti si possono esprimere interpretazioni lo si deve al fatto che mentre i fascisti si battevano accanto ai nazisti per mantenere un regime oppressivo che ha portato il paese allo sfacelo, a milioni di morti per una guerra spietata, mentre i partigiani hanno lottato per affermare i principi di libertà.

“La storia si nutre di documenti e ricerca sempre la verità. Nessuno può avere paura dei documenti e della verità. Ma la Storia emette anche dei giudizi. E sulle vicende che hanno riguardato l’Italia dagli anni Venti alla fine della guerra, il giudizio è stato netto e incontrovertibile. Due fronti si sono opposti: uno portatore di valori di democrazia e libertà, l’altro di tirannide, oppressione e persecuzione” mi ero appuntato tempo fa durante un incontro pubblico sul tema: pur deprecando episodi terribili, deve essere ben chiaro che proprio la responsabilità di quanto accaduto ricade su chi ha portato il Paese alla guerra, ovvero sul fascismo.

Il rispetto e la pietà per i morti, di qualsiasi colore, che hanno perso la vita in quella catastrofe, non significa perciò negare la realtà storica. Una realtà che ci dice da una lato che la Repubblica democratica è nata grazie al sacrificio e l’abnegazione di partigiani e antifascisti schierati accanto agli Alleati, e dall’altro che non ci può essere pacificazione senza il riconoscimento dei valori che le istituzioni, le forze politiche, le associazioni della Resistenza hanno difeso, difendono e trasmettono alle nuove generazioni.

Marco Pesce, Pietra Ligure

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