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Politica | 11 ottobre 2017, 14:30

Finale Ligure: nuovi calcoli per gli affitti comunali

Riunione della commissione affitti per rivedere i parametri, in nome di una maggiore equità e di una più corretta distribuzione

Finale Ligure: nuovi calcoli per gli affitti comunali

Si è tenuta ieri, presso il palazzo comunale di via Tommaso Pertica, una riunione della Commissione Affitti del Comune di Finale Ligure.

Il punto 5 all’ordine del giorno del consiglio comunale del 28 settembre, inerente “Regolamento per l’assegnazione degli alloggi di proprietà comunale: approvazione” era stato ritirato dalla seduta con l’impegno della maggioranza, su richiesta dei gruppi di opposizione, di rivedere alcuni parametri.

In quella occasione Simona Simonetti, capogruppo della lista PerFinale, aveva dichiarato: "Il gruppo PerFinale è molto contento che l'amministrazione abbia deciso di ritirare la pratica degli affitti delle case del comune, impegnandosi a non far valere retroattivamente i nuovi contratti e a cercare un metodo di calcolo equo. Siamo contenti per i cittadini e soddisfatti per il contributo che abbiamo dato per ottenere questa decisione" (leggi articolo completo QUI).

Nella riunione di ieri, i tecnici comunali hanno spiegato di aver cercato al massimo di ridurre eventuali “scalini” eccessivi rivedendo le percentuali logaritmiche sulle singole fasce e introducendone una ulteriore tra le più alte (di fatto la ex fascia 6 viene “spalmata” sulle nuove fasce 6 e 7).

Commenta il vicesindaco e assessore ai Servizi Sociali Clara Brichetto, durante la riunione: “Avendo abbassato la maggior parte delle cifre dei canoni ci auguriamo che si riduca anche il fenomeno della morosità, pur tenendo conto del fatto che c’è sempre un margine di morosi difficilmente arginabile”.

Simona Simonetti (PerFinale) chiede quali sono le esigenze di bilancio manifestate dal Comune in termini di introiti dai canoni. Spiega il personale tecnico comunale che, a fronte di 267mila euro nell’anno precedente, per quest’anno erano stati previsti circa 232 mila euro in base al computo che avrebbe dovuto essere presentato nello scorso consiglio comunale, poi “limati” a 224 mila con la revisione discussa ieri. Una rinuncia, quindi, di circa 43 mila euro nelle casse comunali, cifra comunque ritenuta non così impattante.

Al termine della riunione, anche a seguito delle analisi effettuate dai tre capigruppo di minoranza presenti, Davide Badano (Movimento 5 Stelle), Marinella Geremia (Gruppo Misto Finale Sempre, Finale Ligure Viva e Indipendenti) e Simona Simonetti (PerFinale), tutti i presenti dell’assemblea decidono di focalizzarsi sulla risoluzione di alcuni problemi: il primo, che emerge in base a una simulazione grafica allestita da Badano, è che su metrature molto piccole si viene a creare un paradosso per cui alcune fasce alte pagano meno delle fasce più basse; il secondo aspetto è quello dei cosiddetti “nepotismi”, cioè gente che pur avendo un buon reddito ISEE si trova oggi ad “ereditare” case a basso canone di parenti in difficoltà ormai deceduti, pur non avendone diritto.

A tal proposito, spiega Clara Brichetto: “Non intendiamo mandar via nessuno, ma nelle fasce da 6 a 8, pur restando inferiori ai valori di mercato, gli affitti degli appartamenti si avvicinano molto all’offerta finalese, in modo da incentivare, alla naturale scadenza dei contratti, gli affittuari ad andarsene, scegliendo magari una soluzione più consona alle loro esigenze e cedendo il posto a chi ha realmente bisogno”.

Terzo punto è quello dei metri quadri a persona. Commenta Simonetti: “Non voglio entrare in una disamina di alcun singolo caso, ma è giusto introdurre delle regole che tengano conto dei metri quadri a persona, per evitare che un singolo si trovi ad avere oltre 100 mq a disposizione, regola che fino a oggi non è stata introdotta”. A tal proposito, Tiziana Cileto (Per Finale), medico che interviene in qualità di esperto, chiede se è possibile accorpare le normative degli appartamenti più grandi a quelle delle residenze protette, così da riunire più anziani e frazionare gli spazi. Spiega Cileto: “Ci sono case di oltre 100 mq magari abitate da un singolo anziano che si trova in difficoltà persino a scaldarle in pieno inverno, tanto da un punto di vista pratico quanto economico, per cui alla fine questa persona si trova a usare una stanza e una cucina e a chiudere a chiave degli spazi che restano così inutilizzati. Ricorrere alla condivisione e al frazionamento garantirebbe anche più spazi a disposizione del Comune”.

Alberto Sgarlato

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