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Attualità | 20 ottobre 2017, 11:00

Finale Ligure: lo smantellamento della ex-Piaggio procede a pieno regime (FOTO)

Il sindaco: “L’opera di bonifica è fondamentale. Si tratta di zone sottoposte per anni a trattamenti chimici in una zona esondabile. In caso di piena il rischio-inquinamento sarebbe elevato”

Finale Ligure: lo smantellamento della ex-Piaggio procede a pieno regime (FOTO)

Procedono i lavori di smantellamento delle ex-aree Piaggio di Finale Ligure. E, contestualmente, si moltiplicano i commenti densi di malinconia e rammarico sulle varie pagine Facebook dedicate al Finalese. La Piaggio, infatti, nel bene e nel male (nel bene per il suo passato glorioso, nel male con le molte difficoltà che purtroppo ha dovuto affrontare negli ultimi anni) rappresenta molto di più di una semplice azienda: è stata un simbolo dell’eccellenza tecnologica della Liguria, è stata la fabbrica che ha “messo le ali” (in tutti i sensi) al comparto industriale ligure, è stata un importante polo di occupazione per molti anni, è stata palestra di crescita per generazioni di ingegneri, operai, progettisti e, soprattutto, è stata una fetta importante della vita di molte persone.

Abbiamo contattato il sindaco di Finale Ligure, Ugo Frascherelli, per fare il punto della situazione.

Quali parti della fabbrica sono state demolite fino a questo momento e quali parti dovranno essere ancora smantellate?

“L’intervento riguarderà solo ed esclusivamente i capannoni dedicati ai processi di verniciatura e ai trattamenti delle varie parti con altri agenti chimici. Questo perché naturalmente, oltre a essere pericolanti, richiedono una particolare opera di bonifica”.

Chi si è fatto carico dei lavori?

“La demolizione dei capannoni è stata effettuata da Finalmare mentre, come previsto da accordi con Finalmare stessa, la bonifica sarà ad opera di Piaggio Aerospace. A tal proposito tengo a ricordare che, per quanto gli stabilimenti Piaggio possano ricoprire tuttora un grande valore affettivo nella memoria collettiva finalese, stiamo parlando di un’area ritenuta a grave rischio di esondabilità. Naturalmente ci auguriamo tutti che non succeda mai nulla, ma proviamo a immaginare che cosa potrebbe succedere se la furia delle acque trascinasse prepotentemente con sé dei terreni sui quali per decenni sono state usate vernici chimiche. L’impatto sull’ambiente sarebbe davvero elevato. Non possiamo correre questo rischio di inquinamento. Tutto questo oltre al fatto che, dopo anni di abbandono, quei siti non potrebbero oggi più ospitare alcun altro insediamento produttivo, perché versano in una condizione di totale fatiscenza”.

Che cosa verrà dopo in quegli spazi?

“Questo mi è veramente difficile dirlo: sappiamo tutti che esiste un progetto approvato fin dal 2008, ma al momento sta attraversando una fase di stasi che, del resto, riguarda tutte le grandi opere che richiedono ingenti capitali. Non mi riferisco certo solo a Finale Ligure, ma a una crisi dell’edilizia notoriamente diffusa. Si pensi che solo a Finale, come oneri di urbanizzazione, sono entrati nelle casse comunali in quest’ultima decade capitali pari a circa la metà rispetto al precedente decennio degli anni 2000”.

Alberto Sgarlato

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