Si torna a parlare del caso di Tomaso Bruno, il ragazzo di Albenga detenuto per 5 anni in un carcere di Varanasi, in India, insieme ad Elisabetta Boncompagni, con l'accusa di aver ucciso l'amico Francesco Mortis. Lo si fa su Vice, un network con sedi in tutto il mondo (una anche a Milano), che ha trattato argomenti di ogni genere in occasione della presentazione di Cinevisione, un festival organizzato all'interno del carcere Dozza di Bologna dove è stato presentato il film “Più Libero di Prima” realizzato dall'amico di Tomaso, il regista Adriano Sforzi.
Nell'articolo si ripercorre la storia di Tomy ed Ely a partire dalla mattina sucessiva alla morte di Francesco quando, svegliandosi nella camera d'albergo, i due ragazzi si sono accorti che l'amico non respirava più.
Da qui è iniziata la drammatica avventura per i due ragazzi tra accuse ingiuste, processi interminabili e attese estenuanti.
Nell'articolo Tomaso racconta in particolare la vita in carcere e rivela come farsi gli affari propri sia stato fondamentale in quel contesto sicuramente difficile.
Nessuna violenza per Tomaso, forse anche per il suo “status” di italiano, ma certamente passare quei 5 anni chiuso in un carcere lontano da tutti i suoi affetti non è stato facile: un'esperienza che però ora Tomy vuole lasciarsi alle spalle per continuare, come ha fatto da subito, a rivivere la sua vita normale tra amici, passioni e lavoro.