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Economia | 10 novembre 2017, 18:00

Italia-Svezia, 13 anni dopo: un biscotto indigesto. Gli scorsi Europei non sono bastati: la vendetta perfetta

Italia-Svezia, 13 anni dopo: un biscotto indigesto. Gli scorsi Europei non sono bastati: la vendetta perfetta

Venerdì sera il primo round, lunedì a distanza di 72 ore il verdetto: l’Italia si gioca la qualificazione ai Campionati del Mondo in Russia, nel 2018. A distanza esatta di 60 anni, gli azzurri, potrebbero ritrovarsi per la seconda volta nella loro gloriosa storia fatta di 4 Mondiali e 1 Europeo fuori dall’evento sportivo più importante del pianeta. Corsi e ricorsi storici, vogliono che quell’unica volta in cui l’Italia non si qualificò alla kermesse iridata, si disputavano proprio in Svezia.

Ricorrenze che non terminano qui, perché esattamente venti anni fa un azzurro che sarà in campo nel corso di questo spareggio, si giocava un Mondiale: anche in quel caso uno spareggio, incredibile a dirsi, contro la Russia sede del prossimo appuntamento intercontinentale. Incroci pericolosi, destini che si intrecciano, Buffon come unico comune denominatore: un Paese intero col fiato sospeso, fra la sicurezza di chi è convinto della propria superiorità tecnica ed il terrore di un fallimento che sarebbe fragoroso.

L’Italia di Ventura è partita alla volta di Solna, consapevole della propria forza nonostante le recenti difficoltà e di una sfida che al ritorno si disputerà nel fortino di San Siro, già praticamente tutto esaurito. Occorre però uscire dal campo svedese con un risultato positivo, possibilmente di vittoria, tutt’al più con un pareggio con gol per non rischiare un tutto per tutto a Milano.

Anche le quote Bwin ci danno per favoriti, ma non troppo. La vittoria della Svezia è data a 3.10, il pareggio a 3 mentre la vittoria degli azzurri a 2.40. Anche l’1X quotato a 1,53 desta moderata sorpresa, circa la fiducia dei bookmakers nei confronti della Svezia. Quote che fanno riflettere circa il clima di cauto ottimismo che circonda una Nazionale ferita dal pesantissimo ko maturato al Bernabeu a settembre, contro la Spagna e proseguito con le indecenti prestazioni fra Macedonia e Albania. Un secondo posto nel girone messo in preventivo sin dal sorteggio, che ci aveva accomunato alle furie rosse. Quello che ha destato malessere è l’incapacità di Ventura di creare un gruppo ed un progetto tecnico-tattico coerente e produttivo, a differenza della precedente gestione, vissuta con i medesimi uomini.

Conte aveva portato l’Italia ad un grande Europeo, battendo Belgio e Spagna, consegnandoci alla Germania ma solamente ai rigori. Nel mezzo, la vittoria proprio contro la Svezia grazie al gol di Eder. Un’eliminazione causata che però non basta a vendicare il biscottone del 2004 con la Danimarca, ecco dunque una motivazione in più per gli azzurri. E, questa volta, non ci sarà Ibrahimovic: un’assenza pesante all’interno di una rosa, quella scandinava, comunque di buon livello e con vari giocatori militanti in importanti club europei.

23 i precedenti, con 11 vittorie italiane e 6 pareggi, oltre ad altrettante sconfitte. Gli ultimi 5 match sono tutti a nostro favore, ma da domani sarà tutta un’altra storia. La Svezia che si dice convinta di avere meno pressione e potersela giocare, l’Italia che nasconde la paura dietro un’apparente sfrontatezza di chi ha alle spalle una storia senza paragoni. 180 minuti, se non oltre, per assegnare un posto che se non vedrà i colori azzurri, segnerà un profondo fallimento del calcio italiano di questa epoca.

 

 

 

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