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Politica | 28 novembre 2017, 10:30

Fuoco e fiamme (ma a lieto fine) in consiglio a Loano sul caso del nido comunale

La minoranza minaccia di abbandonare la sala consiliare: "Volevamo delle semplici scuse e non sono arrivate". Il sindaco: "Non fu un periodo facile nemmeno per noi"

Fuoco e fiamme (ma a lieto fine) in consiglio a Loano sul caso del nido comunale

Bagarre in consiglio comunale a Loano sul tema del nido d’infanzia comunale. Il punto all’ordine del giorno ieri prevedeva il rinnovo della concessione fino al 2020 per la gestione della struttura.

A introdurre il discorso è il vicesindaco Luca Lettieri, che descrive come oggi la fondazione Stella/Grossi garantisca un importante servizio di riferimento per le famiglie loanesi, svolgendo 2800 ore annue al servizio di 54 bambini.

Prende la parola Paolo Gervasi, capogruppo di LoaNoi: “Voteremo favorevolmente per la fiducia che abbiamo nella fondazione e nel lavoro che sta facendo, ma non possiamo dimenticare il passato. Proprio il 16 novembre, 10 giorni fa, è stata depositata la sentenza conclusiva su una grave, inaccettabile vicenda di maltrattamenti, una brutta storia fatta anche di depistaggi, di perdita di posti di lavoro e di attacchi verso chi ha scelto di stare dalla parte dei bambini”.

Gervasi legge alcuni stralci della sentenza di condanna del 2014, con le mani tremanti e le lacrime agli occhi, affermando: “Da padre ho i brividi nel dover leggere queste cose. La giustizia ha fatto il suo corso, ma reputo inaccettabile l’atteggiamento delle istituzioni che avrebbero dovuto esercitare il controllo. Molti di voi della maggioranza allora sedevano già in consiglio comunale. Perché non vi siete costituiti parte civile accanto ai genitori dei bambini maltrattati? Perché non è mai arrivato un messaggio istituzionale di scuse a chi ha subìto tutto questo, alle famiglie e alle maestre allontanate solo perché volevano denunciare i fatti? Perché questo silenzio assordante? Perché questo clima di omertà e persino di punizione verso le educatrici che ebbero il coraggio di parlare? Chiediamo che tutti insieme si prenda atto dei gravi errori che furono commessi in questa vicenda. Si chieda, dunque, pubblicamente scusa”.

Giulia Tassara, del gruppo PD/Da sempre per Loano, aggiunge: “Diventa veramente difficile approvare questa pratica. La rabbia e il dolore prendono il sopravvento e mantenere un comportamento di normale routine amministrativa è difficile. L’amministrazione deve essere chiara e dimostrare di stare dalla parte dei più deboli. Chiediamo inoltre alla gestione della struttura di aumentare in ogni modo possibile la trasparenza, anche sul proprio sito internet, inserendo dei raffronti di customer care”.

Daniele Oliva (LoaNoi), racconta: “Ero tra i genitori che hanno vissuto quella triste vicenda, mia figlia frequentava quel nido, ho partecipato a tutte le riunioni. Il sindaco di allora, oggi consigliere regionale, giurava che avrebbe fatto di tutto per avere giustizia. E adesso, rileggendo quegli atti, mi sento preso in giro. Da un punto di vista infrastrutturale abbiamo un nido che è un fiore all’occhiello, che sicuramente tante città d’Italia ci invidiano. Eppure io ricordo, all’epoca, le famiglie che scappavano per paura. Un Comune che investe dei soldi in una struttura avrebbe dovuto fare tutto il possibile per ripulire quel danno di immagine. Ancora oggi, purtroppo, per chi cerca su internet nido di Loano, la prima cosa che appare sui motori di ricerca sono quei tragici fatti di cronaca”.

Prende la parola il sindaco Luigi Pignocca: “Ricordo bene quel periodo: sia io che l’allora sindaco abbiamo delle figlie che all’epoca erano in età da nido. Io solo per un caso avevo scelto di tenerla a casa, mentre la figlia del sindaco frequentava proprio quelle classi. Fu il giudice che decretò allora che il consiglio comunale non poteva dichiararsi parte lesa per quella specifica vicenda, ma stiamo tuttora valutando l’ipotesi di costituirci parte lesa per il danno di immagine. All’epoca scegliemmo di andare avanti sulla via della legalità, finché non si avesse la piena certezza di quello che era stato”.

A queste parole la minoranza chiede dieci minuti di sospensione del consiglio e, al proprio rientro, annuncia l’abbandono dell’aula. Spiega Gianni Siccardi (PD/Da sempre per Loano): “Sicuramente il nostro schieramento e quello di LoaNoi arrivano da percorsi totalmente diversi e con diverse finalità politiche, ma una cosa ci unisce: siamo entrambi dalla parte dei più deboli. Avremmo voluto vedere la stessa sensibilità da parte della maggioranza, avremmo voluto sentire delle scuse. Tutto questo non è arrivato e non ce la sentiamo di andare avanti con il normale dibattito sugli altri punti”.

Il sindaco Pignocca si infervora: “Non mettetemi parole in bocca che non ho detto. Pensate forse che io abbia vissuto a cuor leggero quelle riunioni? Pensate che non abbia affrontato quelle vicissitudini con la pena nel cuore, in attesa che si facesse chiarezza? Ho vissuto quei momenti dal 2005 a oggi e non sono stati facili”.

Si alzano i toni della conversazione quando ambedue le parti in causa si accusano reciprocamente di stare sostenendo un disegno politico: lo afferma la minoranza, dichiarando che la maggioranza non vuole esporsi; lo afferma il sindaco, sostenendo che l’uscita dal consiglio era una mossa già programmata. Alla fine, però, la volontà di tutte le parti in causa di agire nel nome del buonsenso e del reciproco rispetto ha la meglio: il sindaco accetta di portare all’ordine del giorno del prossimo consiglio comunale un punto nel quale tutta l’amministrazione compatta, senza colori e schieramenti politici, chiede scusa per tutta la vicenda, e la minoranza, in cambio, rinuncia ad abbandonare l’aula. Il consiglio comunale riprende.

Alberto Sgarlato

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