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| 29 novembre 2017, 12:10

Il ruggito di Max, l'ex bodyguard che lotta per essere operato: "Mi incateno all'ospedale di Albenga" (VIDEO)

A 54 anni, affetto da miocardiopatia dilatativa degenerativa maligna e invalido al 100% a causa dell'amputazione subita alla gamba destra in seguito ad un'embolia, Massimo Biovi prova a scuotere la sanità ligure: "Che cosa vogliamo aspettare per dire basta?"

Il ruggito di Max, l'ex bodyguard che lotta per essere operato: "Mi incateno all'ospedale di Albenga" (VIDEO)

Puoi chiedere a un leone di non ruggire? Se lo domandava già Ron, cantautore che ha potuto contare sulla protezione di Max Biovi, bodyguard per un periodo della sua carriera. Perché sì, Massimo "Max" Biovi è stato, è e continuerà ad essere un leone indomabile, anche di fronte alle difficoltà che la vita all'improvviso gli ha riservato: a 54 anni, affetto da miocardiopatia dilatativa degenerativa maligna e invalido al 100% a causa dell'amputazione subita alla gamba destra in seguito ad un'embolia, Max continua ad affrontare la vita a testa alta, proprio come quando garantiva la sicurezza ai tanti V.I.P. con cui ha lavorato. Attori, calciatori, cantanti e pure un capo di stato come Gheddafi, che per la sua visita a Roma lo volle a tutela della tenda in cui risiedeva e che alla fine del servizio gli regalò come premio un orologio con la sua effigie (presente nelle foto a corredo dell'articolo).

Max era in lista per un trapianto di cuore prima che l'infezione seguita all'amputazione lo mettesse fuori. Al momento non può essere operato a cuore aperto, servirebbe prima un'altra operazione per guarire definitivamente dall'infezione. Un intervento che però tarda ad arrivare e per cui il diretto interessato non ha più intenzione di aspettare: "Non è possibile che ad Albenga, in un ospedale d'eccellenza, di quattro sale operatorie solo una sia aperta" ci ha raccontato Biovi nel corso di una lunga e piacevole chiacchierata, in cui abbiamo potuto conoscere una persona che con grande dignità e grande orgoglio porta avanti una battaglia che lui stesso considera non solo sua. Tanto da annunciare una protesta eclatante per tentare di smuovere la situazione: "Se qualcosa non cambierà, sabato mi incatenerò ai cancelli dell'ospedale di Albenga - ha annunciato Max - e per cambiare qualcosa intendo che devono riaprire quelle sale, altrimenti firmerò e non mi farò operare: chiedo a tutte le altre persone in lista d'attesa per un'operazione di venire con me e di non aver paura, tanto la faccia ce la metto io: che cosa vogliamo aspettare per dire basta?".

"Se le tante persone famose con cui ho lavorato sono a conoscenza delle mie vicissitudini? Sì - ci ha confidato Massimo - ma non voglio corsie preferenziali: se avessi voluto sarei potuto essere operato un mese fa a Roma, ma credo che tutti abbiano diritto ad essere curati e operati: già mi ha dato fastidio usare questa mia notorietà, ma la sto usando per aiutare non solo me stesso ma anche altri che hanno bisogno".

E tra un aneddoto e l'altro, la conversazione è proseguita con un messaggio importante che Max ha voluto sottolineare: "Basta nulla e la vita cambia in peggio, abbiate più rispetto per i disabili". In conclusione, un toccante ringraziamento a Don Renato Rosso: "Il fratello che ho sempre sognato di avere - lo ha definito Max - se mi avessero detto che perdendo la gamba avrei incontrato persone così meravigliose, l'avrei fatto prima".

Roberto Vassallo

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