Attualità - 07 dicembre 2017, 16:28

Regole certe per la finanza, quale situazione in Italia? Ne parliamo con Stefano Vergani Presidente Nazionale di Aisom

"Il razionamento del credito è tornato ultimamente al centro del dibattito sul finanziamento dell'attività di investimento delle imprese, stimolato soprattutto da alcuni contributi apparsi su giornali internazionali e italiani"

Regole certe per la finanza, quale situazione in Italia? Ne parliamo con Stefano Vergani Presidente Nazionale di Aisom

Il razionamento del credito è sinonimo di crisi finanziaria in Italia? Qual'è la situazione delle imprese?

Il razionamento del credito è tornato ultimamente al centro del dibattito sul finanziamento dell'attività di investimento delle imprese, stimolato soprattutto da alcuni contributi apparsi su giornali internazionali e italiani. Il razionamento del credito è un problema presente in ogni mercato di credito in situazione di equilibrio. Esso trova le sue radici nell’esistenza di asimmetrie di informazione tra banca e cliente. Questo concetto si riferisce alle differenze esistenti tra i due attori (banca e cliente) nella disponibilità delle informazioni rilevanti al fine della valutazione del cliente, del suo comportamento, dei suoi progetti. In un mercato che dovrebbe essere concorrenziale, l'equilibrio tra domanda e offerta viene modificato a suo discapito e le ripercussioni di questa inefficienza causano l'esclusione di alcune tipologie di individui dai servizi finanziari formali e concorrono al rallentamento della crescita economica. Non bisogna dimenticare infatti che gli intermediari finanziari, ed in particolare le banche, hanno un ruolo cruciale nel determinare l'evoluzione dell'economia reale. L'occupazione, il reddito, gli investimenti ed il consumo dipendono dalla disponibilità (offerta) di credito e questa disponibilità è legata a comportamenti propri del settore bancario. Ma per le imprese qual'è la situazione? Lo abbiamo chiesto al Presidente di Aisom (Associazione per le imprese), Stefano Vergani, a cui abbiamo posto le seguenti domande:


Perché è così importante la regolamentazione finanziaria?

"Perchè il CREDITO è uno degli strumenti a supporto dello sviluppo economico in ogni paese nel mondo, non solo per le imprese ma anche per i privati.
Per le imprese è parte importante perchè determina la possibilità di progettare e svolgere investimenti in momenti in cui le imprese necessitano della " benzina " necessaria per dar luogo ai progetti di sviluppo. Purtroppo il rapporto CREDITO - IMRESE in Italia si è molto deteriorato negli utlimi 25 anni rispetto ad altre economie più salde, più etiche e meno legate alle pressioni politiche ( ricordiamo tutti la celebre intercettazione telefonica fra Piero Fassino e Giovanni Conforte ai tempi del tentativo di scalata a BNL da parte di Unipol o i rapporti mai ben chiariti tra Berlusconi e la nomina ad AD di BNL di Giampiero Cantoni, suo sostenitore ).. o delle lobbies del potere economico ( vedasi il prestito bonariamente concesso da MPS a Sorgenia ...una azienda " normale " non avrebbe avuto vita così facile).
Ma questo è un andazzo che dura da molto più tempo ( vi ricordate il caso IOR - Nuova Banco Mabrosiamo ? )

Il malaffare tra economia-politica e banche è sempre esistito e probabilmente esisterà sempre. Fino a che i politici di turno e gli imprenditori rapinatori in qualche modo riusciranno a far eleggere nelle banche i loro lacchè, a pagarne sarà l'economia delle PMI italiane.

Ricordo per ultimo l'affaire del duo Mario Monti - Mario Draghi, quando - pochi ani fa - attraverso la BCE è stato emesso un  ammontare impressionante di denari per l'Italia ( una finestra di liquidità alle banche per complessivi 489 miliardi di euro, spalmati su tre anni ) che sarebbe dovuto andare in gran parte per il rilancio del CREDITO per le PMI ( vedasi ALTRO o Long-term refinancing operation ) mentre invece il Governo guidato da Mario Monti usò quei soldi per salvare i titoli di Stato e le banche ( ovvero facendole lavorare con commissioni laute su ogni operazione ) perchè le banche presso le quali transitavano quegli importi,  comprassero titoli di Stato per abbassare lo spred con i Bund tedeschi, allora al massimo. L’istituzione monetaria guidata da Mario Draghi ha consentito che gli istituti di credito italiani richiedessero ed ottenessero una grande quantità di questi fondi, per circa 116 miliardi di euro. In questo modo, le banche hanno potuto coprire parte delle esigenze di rifinanziamento del debito italiano detenuto in portafoglio. Del resto, come poi spiegato da Maria Cannata, direttore generale del Debito pubblico del Tesoro, l’Italia doveva scendere sui mercati obbligazionari per circa 440 miliardi di euro nel 2012.

Io scrissi quattro lettere ( di cui 2 raccomandate con r.r. ) ad entrambi e chiedendo per le PMI AISOM una parte di quei fondi, ma nessuno mi rispose. Interpellai allora  alcune importanti personalità straniere ( Schultze, Katainen e perfino il CEO di Bundesbank  e tutti mi risposero ). Ma il segnale era che la vera " mafia " si trovava in ben determinate aree di potere".

I problemi della regolamentazione finanziaria possono condurre alla crisi?

"Il sistema bancario italiano è corrotto e corroso nella maggior parte degli Istituti e le crisi di Veneto Banca, Banca Popolare di Vicenza, Banca Etruria ( in cui è indagato il padre di M.E. Boschi molto vicina a Renzi ) o la Banca di Credito Cooperativo di Firenze per la quale per 20 anni ha maramaldeggiato colui divenuto politico ( Denis Verdini caro amico e sostenitore di Renzi )  ma anche banche come Carife, Banca delle Marche, Tercas,...e così via.

Le norme e le leggi ci sono, ma manca il vero controllo, che rimane formale e superficiale e non intacca ( per non urtare i poteri forti, che spesso nominano i dirigenti di quegli Istituti per non controllare appieno ). In questi giorni è alla ribalta delle cronache il costante andazzo di audizioni delle varie Commissioni competenti, che interrogano i vertici di CONSOB, BANCA D'ITALIA che, tra l'altro si accusano vicendevolmente.

Cosa fare ? Bisognerebbe cambiare tutto e tutti, perchè ad ogni tornata politica, si turnano i piaceri a vicenda. Purtroppo SI.

Il paese e le imprese sono i resti di esseri viventi su cui pasteggiano gli avvoltoi della finanza ed anche i grandi gruppi societari usano pensare " mors tua - ( ovvero le PMI ) - vita mea "

Quali potrebbero essere le misure da adottare e gli strumenti da impiegare a sostegno delle imprese? Servono provvedimenti urgenti?

“Sicuramente un cambio epocale a cascata  nel sistema delle nomine bancarie. Da quelle Istituzionali ( CONSOB - BANKITALIA )  a quella delle persone che guidano le banche. Basta con i soliti noti che hanno fatto errori marchiani ( quasi da incompetenti ) o perchè collusi in un sistema malavitoso.

Quante volte abbiamo visto direttore generali di banche cambiare casacca e andare a fare danni da altre parti e raramente qualche illuminato che veniva nominato per cercare di ripristinare le cose ( la vita e la sopravvivenza della banca).

E poi comitati di controllo interni che siano rappresentanza della vita reale e dei territori, persone specchiate, con casellario giudiziale intonso e non come gli ZONIN o i CONSOLI o i FIORANI e Coe di POP Vicenza e VENETO BANCA  o PO DI LODI della situazione. E poi pene severissime. Come vanno in galera quelli che non pagano le tasse ( peraltro sempre altissime e ostative allo sviluppo del paese ), vadano in prigione ( e ci stiano ) coloro che sottraggono linfa al mondo produttivo sano, ma che si buttino via le chiavi e berlina per le piazze ad ammonimento perpetuo e sottrazione di ogni loro bene".

cs

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