Sanità - 10 dicembre 2017, 10:33

Mi ha fatto male un dente, deve essere devitalizzato? (mini guida per chiarire di che cura avremo bisogno)

Per rispondere in maniera affidabile è necessario effettuare una visita, ma qualche indicazione potrebbe comunque aiutarvi a comprendere cosa “vi aspetta”…

Mi ha fatto male un dente, deve essere devitalizzato? (mini guida per chiarire di che cura avremo bisogno)

Cari lettori di Savona News, questa è una delle domande che mi vengono rivolte più di frequente, sia da pazienti in studio che da utenti on line.

Per rispondere in maniera affidabile è necessario effettuare una visita, ma qualche indicazione potrebbe comunque aiutarvi a comprendere cosa “vi aspetta”…

Intanto è necessario capire “che tipo di male”, poiché il dolore a un dente appartiene, quasi sempre, a 2 categorie:

  1. Se il dolore si scatena introducendo bevande calde o fredde oppure cibi molto dolci, probabilmente si tratta di un dolore da infiammazione della polpa del dente (la cosiddetta “pulpite”), quasi sempre conseguenza di una carie.
  2. Se il dente, invece, non è sensibile alla temperatura ma fa male alla pressione (masticando può sembrarci che “batta prima degli altri” quando chiudiamo la bocca) allora siamo , probabilmente, di fronte ad un problema che coinvolge il tessuto di sostegno del dente, molte volte dovuto ad un dente che ha perso la vitalità o che è stato devitalizzato in maniera non ideale, per cui si crea una infezione intorno alla punta delle sue radici che può portare ad un ascesso.

Nel caso “2”, il trattamento endodontico (la”devitalizzazione”) è indispensabile: non si può lasciare del tessuto “morto” all’interno di un dente senza avere, prima o poi, conseguenze fastidiose. Anche se il dente fosse già stato trattato in precedenza occorrerà fare un “ritrattamento” (cioè ripetere la cura in maniera più efficace) per combattere l’infezione e mantenere il dente in buona efficienza. Talvolta il ritrattamento può essere indicato eseguirlo per via chirurgica (la cosiddetta “apicectomia”).

Nel caso “1”, invece, potrebbe esserci qualche piccola speranza di mantenere il dente vitale, purchè sussistano alcune condizioni:

 

1.   il dolore sia provocato prevalentemente dal contatto con bevande fredde (e non da quelle calde)

2.   il dente non abbia mai fatto male spontaneamente (il classico mal di denti con la sensazione “come se il cuore battesse dentro al dente”)

3.   la polpa del dente, rimuovendo la carie, non risulti ampiamente esposta.

 

Se queste condizioni sono rispettate e si è disponibili a rischiare un possibile mal di denti, è possibile tentare una protezione della polpa del dente che, in alcuni casi, risolve la sintomatologia e consente di mantenere il dente vitale.

Questa procedura è ancora più consigliabile quando il problema riguardi il dente di un bambino con le radici non ancora completamente formate (cioè un dente nato da meno di 4 anni). Mantenendo la polpa vitale le si consente di completare la formazione della radice, consentendo di lavorare successivamente su un dente più robusto e più facile da curare.

Questa procedura è ancora più affidabile quando la polpa risulti esposta non per una carie ma per un trauma, poiché i batteri coinvolti nell’infezione cariosa possono infettare facilmente la polpa rendendo la pulpite irreversibile.

Inutile dire che si tratta comunque di procedure piuttosto delicate e dal risultato non sempre certo, per cui sarebbe meglio evitare di averne bisogno, facendo una buona prevenzione e le necessarie visite di controllo, che restano la cura più affidabile per poter conservare i migliori denti che potremo mai avere (i nostri…).

Buona settimana a tutti!

Attilio Venerucci

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