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Politica | 13 dicembre 2017, 15:15

Borghetto Santo Spirito, i gruppi "In Cammino" e "Liberiamo Borghetto" contestano il piano di rientro del pre-dissesto

Le due liste di opposizione: "Il nostro dissenso è totale, no ai tagli a tante realtà sociali e no alla vendita della farmacia"

Borghetto Santo Spirito, i gruppi "In Cammino" e "Liberiamo Borghetto" contestano il piano di rientro del pre-dissesto

I consiglieri dei gruppi di opposizione In Cammino (Giancarlo Maritano, Maria Grazia Oliva) e Liberiamo Borghetto (Pier Paolo Villa, Daniela Guzzardi), presentano le loro obiezioni relative al piano decennale di rientro dal dissesto finanziario presentato dall'amministrazione Canepa di Borghetto Santo Spirito. Affermano i consiglieri di minoranza: "La maggioranza, con il voto contrario delle opposizioni, ha approvato il piano decennale di rientro dal predissesto.

Innanzitutto, per quanto riguarda le cause della situazione finanziaria dell'Ente, oltre ai problemi già ben noti (le cause perse, la riduzione dei trasferimenti dallo Stato e via dicendo) la maggioranza non ha potuto nascondere la pesantissima incidenza – che l'assessore Moreno in Consiglio ha tentato per quanto possibile di minimizzare – dell'emissione del Buono Ordinario Comunale e del relativo contratto di derivati, che andava a sostituire il pagamento di alcuni mutui contestualmente estinti. L'operazione, effettuata nel 2006 con sindaco Malpangotto e assessore al bilancio Santiago Vacca, si è rivelata una scelta sbagliata.

La maggiore spesa per il Comune dovuta a questa soluzione, rispetto a quella che si sarebbe dovuta affrontare pagando i normali interessi per i mutui, è stata di oltre 1.150.000 euro solo dal 2014 al 2016 e supererà alla fine i 2.100.000 euro, come da schema allegato al piano di rientro; se il Comune anziché emettere il BOC avesse semplicemente rinegoziato i tassi dei mutui allora in essere, non solo non avremmo avuto questa ulteriore spesa, ma avremmo ottenuto un risparmio.

L'assessore Moreno, interrogato sul costo complessivo dell'operazione, (incluse le penali per l'estinzione dei mutui e i pagamenti per gli anni precedenti al 2014), non è stato in grado di fornire una cifra precisa. Quello che sappiamo dalle tabelle è che negli ultimi 5 anni di pagamenti la spesa totale – tra capitale e interessi – sarà di circa sette milioni e mezzo di euro; verificheremo al più presto quanto si è dovuto pagare nei dieci anni precedenti. Finalmente vengono a galla i veri motivi che hanno portato l'Ente al predissesto!

Quanto alle soluzioni per uscire da questa situazione, il nostro dissenso è totale. Invece di studiare una possibile soluzione che permettesse di chiedere un sacrificio maggiore a chi ha di più e può dare di più, la maggioranza non ha esitato nel colpire i servizi alla persona, le fasce più deboli e le attività produttive. Spariranno le agevolazioni IMU per i locali commerciali, per i terreni agricoli, per chi affitta a residenti, per chi concede l'appartamento in comodato d'uso a un parente prossimo.

L'addizionale comunale sull'Irpef sarà portata al massimo per tutti e non più divisa in scaglioni basati sul reddito.

Vi saranno tagli al sociale, al Centro Ragazzi, alla Biblioteca, all'Asilo Nido, alla cultura e ai contributi alle associazioni di ogni tipo, incluse quelle sportive tra cui quella che gestisce il campo di calcio. Tagli che rischiano di mettere in discussione la stessa esistenza di alcune realtà che da decenni operano nel paese e di alcuni servizi come il Campo Solare o l'ufficio IAT.

E' poi totale la nostra contrarietà alla vendita della Farmacia Comunale. Innanzitutto si tratta di una azienda che produce un utile che va ad alimentare le sempre più scarse risorse destinate al sociale. Un utile che ad oggi è di poco superiore ai 30.000 euro annui ma è in crescita, e con una migliore gestione può aumentare in modo molto significativo con evidenti vantaggi per la collettività. Inoltre non si comprendono i motivi che obbligherebbero a una scelta così drastica. Gli ultimi tre bilanci del Comune di Borghetto, al netto delle spese una tantum che hanno causato lo squilibrio, si sono chiusi con un avanzo di Amministrazione.

Le economie di spesa già conseguite sul personale trasferito e i tagli effettuati e da effettuare sulla spesa portano ad un risparmio annuo di oltre 300.000 euro. Che, moltiplicati per 10 anni, fanno oltre 3 milioni di euro. Se il cosiddetto "buco" da recuperare era stato stimato dall'assessore Moreno in circa 1,5 milioni la differenza dove finisce? E l'introito derivante dalla vendita della farmacia dove finisce? Non vorremmo che, pur di far cassa, si arrivasse a svendere quello che è un gioiello di famiglia.

Per concludere, vogliamo soffermarci sul modo in cui è stato suddiviso il “peso” del rientro dal debito nella spesa corrente dei bilanci dei prossimi anni. Con la motivazione che fino al 2021 bisogna pagare gli ingenti interessi del BOC, si prevede di non recuperare neppure un euro del disavanzo negli anni 2018, 2019 e 2020. Nel 2021 si prevede di recuperare 68.000 euro, mentre nel 2022 – anno di entrata in carica della prossima Amministrazione – si prevede un recupero di 948.900 euro (più quasi 90.000 nel 2023).

La scelta di scaricare di fatto su chi verrà dopo una parte molto significativa del peso del rientro dal dissesto ci sembra poco responsabile e, purtroppo, in linea con le passate scelte delle amministrazioni affini all'attuale – come l'accensione di una grande quantità di mutui, l'emissione del BOC o la mancata ricerca di accordi transattivi in luogo delle cause che il Comune ha perso – che hanno sempre rimandato i problemi scaricandoli sulle spalle di chi sarebbe arrivato dopo, portandoci di fatto alla situazione di oggi".

c.s.

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