Albenganese - 17 dicembre 2017, 10:40

Albenga, il discorso per il Natale 2017 del vescovo Borghetti

Il vescovo della Diocesi di Albenga-Imperia ha voluto in diversi punti augurare un sereno Natale

Albenga, il discorso per il Natale 2017 del vescovo Borghetti

Di seguito il messaggio augurale per il Santo Natale 2017 del vescovo della Diocesi di Albenga-Imperia Guglielmo Borghetti:

1. "Carissimi, ancora una volta nella nostra vita abbiamo la possibilità di celebrare il Mistero del Natale di Gesù, il Mistero della manifestazione nella carne del Figlio eterno del Padre che nasce da donna, la Vergine Madre (cfr Gal 4,4) e viene a salvare l’esistenza dell’uomo ferita dal male e dal peccato. San Giovanni Paolo II espresse così, con folgorante energia, il cuore di questo Mistero: “viviamo nella fede il grande mistero divino, il mistero della Santissima Trinità in missione…Noi contempliamo questa realtà, questo mistero della Trinità in missione; noi la contempliamo durante il periodo natalizio con una speciale profondità ed intensità e con una intensa gioia” perché con questa missione il Verbo è inviato nel mondo per parlare in persona di suo Padre, della realtà divina; il Figlio Eterno, il Verbo viene in questa notte come un neonato umano, povero, spogliato di tutto “nessuna ricchezza umana poteva offrire un contesto adeguato alla nascita umana all’eterno Figlio di Dio. Solamente quella povertà, quell’abbandono, quel presepe, quella notte di Betlemme poteva esserlo” (cfr SAN GIOVANNI PAOLO II, Omelia 30/12/1988)"

2. "Il Santo Natale ci ricorda ogni anno questo mistero della Trinità in missione: a Betlemme il Figlio è l’inviato dal Padre per portarci quello Spirito in cui è stato concepito dalla Vergine Madre. Ecco, la notte di Natale è questa notte in cui la realtà del Dio-comunione, unità della divinità, unità assoluta, unità della comunione viene avvicinato alla nostra mente umana, ai nostri occhi, alla nostra storia e diventa visibile, è “il volto di Dio svelato nel bambino del Presepio” (BENEDETTO XVI, GMG 2005). Il Mistero nascosto da sempre viene rivelato, diventa visibile, si compromette con la nostra avventura umana. Attraverso questa povera realtà della nascita del Signore, del presepe, della notte di Betlemme, di Maria e di Giuseppe si rivela il grande Mistero della Trinità in missione. “Dio nessuno l’ha mai visto: proprio il Figlio unigenito, che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato”(Gv 1,18). Ecco il nostro Dio! L’ineffabile Mistero che appare nella notte della storia umana".

3. "La Chiesa non vive il Natale di Gesù come un avvenimento ormai passato e lontano: la grazia del Natale continua e continuano la gioia e la sorpresa per quel gesto della sublime carità di Dio che ci ha salvato con l’Incarnazione del suo Figlio Eterno. Tutta la Trinità è impegnata a recuperare l’uomo disperso e ferito e tutta si visibilizza nel volto di Cristo. In Cristo abita corporalmente tutta la pienezza della divinità (Col 2,9), perché in lui tutta la pienezza si compiacque di abitare (Col.1,19). Dio Padre ha predestinato il Figlio ad essere primogenito di molti fratelli ed i cristiani ad essere conformi all'immagine del Figlio suo (Rm 8,29). Grazie a Cristo a tutti i credenti viene prospettata la possibilità di essere ricolmi di tutta la pienezza di Dio (Ef. 3,20), di essere partecipi della natura divina (2 Pt 1,4), figli nel Figlio. Ecco perché risuonano come uno squillo di tromba le parole di San Leone Magno, teologo del Natale: “Riconosci, cristiano, la tua dignità e, reso partecipe della natura divina, non voler tornare all'abiezione di un tempo con una condotta indegna. Ricòrdati chi è il tuo Capo e di quale Corpo sei membro. Ricòrdati che, strappato al potere delle tenebre, sei stato trasferito nella luce del Regno di Dio” (SAN LEONE MAGNO, Disc. 1 per il Natale, 1-3; Pl 54, 190-193)".

4. "La Trinità Santa è mobilitata per rinnovare l’uomo: la sua missione! Mi è sempre piaciuta la meditazione sulla Trinità negli Esercizi spirituali di Sant’Ignazio: le tre persone della Santissima Trinità stanno considerando il caos del mondo, in cui molti sono condannati alla dannazione. Decidono di salvarci: una delle tre entrerà nella nostra vita, per impedirci di cadere nell’abisso della dannazione eterna, che è essa stessa puro caos (cfr SANT’IGNAZIO DI LOYOLA, Esercizi Spirituali, 101-109). Come la creazione è un atto di misericordia che porta ordine nel caos dell’universo, l’Incarnazione è l’entrata di Dio nel caos dell’esistenza umana, la redenzione ci fa uscire dal caos della nostra schiavitù al peccato. “Poi io udii la voce del Signore che diceva: «Chi manderò e chi andrà per noi?». E io risposi: «Eccomi, manda me!»”(Is 6,8), “ora va'! Io ti mando dal faraone. Fa' uscire dall'Egitto il mio popolo, gli Israeliti!» (Is 3,10); ”un corpo invece mi hai preparato… Allora ho detto: Ecco, io vengo - poiché di me sta scritto nel rotolo del libro - per fare, o Dio, la tua volontà” (Eb 5b-7). Quanto caos c’è intorno a noi, quanta incertezza e confusione, quanta incomprensione dei valori essenziali della vita. O Dio vieni a salvarci, Signore vieni presto in nostro aiuto! E Dio viene, il Dio Unitrino viene in Gesù di Nazareth".

5. "Il Natale ci ripropone un Bambino che ci è stato donato e che ci indica cosa dobbiamo fare nella vita per liberarla dal giogo del peccato e della morte: donare noi stessi fino alla fine. La culla del Bambino di Betlemme è scuola missionaria; la Chiesa, corpo di Cristo che cammina nella storia come popolo di Dio “è missionaria per sua natura, in quanto essa trae origine dalla missione del Figlio e dalla missione dello Spirito Santo, secondo il progetto di Dio Padre” (CONC. ECUM. VAT. II, Ad Gentes 2)".

6. "La missione di Gesù è quella di portare la Trinità sulla terra e la terra nella Trinità, di far partecipare della comunione che esiste "tra il Padre e il Figlio". La sua morte in croce distrugge il muro di separazione tra i popoli, riconciliando tutti nell'unità (Ef 2,14-16) e realizzando la finalità della sua missione: "radunare insieme nell'unità i figli dispersi di Dio" (Gv 11,49-52). Il Mistero del Natale, Trinità in missione, ci invita a uscire da noi stessi, ad uscire dall’io, ad uscire verso gli orizzonti di una umanità che necessità di essere riconciliata con Dio; questa è la missione della Chiesa in sintonia col disegno del Padre e in continuità con l'opera di Cristo e dello Spirito Santo. Nel tempo del disincanto, dell’indifferenza e del secolarismo nichilista, abbiamo bisogno di un Dio che si impegni per la nostra salvezza. Il Dio di Gesù Cristo è il Dio che vede la miseria del suo popolo (cfr Es) ed entra in gioco per la nostra liberazione. Il Santo Padre Francesco disegna così il compito della Chiesa: “fedele al modello del Maestro, è vitale che oggi la Chiesa esca ad annunciare il Vangelo a tutti, in tutti i luoghi, in tutte le occasioni, senza indugio, senza repulsioni e senza paura. La gioia del Vangelo è per tutto il popolo, non può escludere nessuno. Così l’annuncia l’angelo ai pastori di Betlemme: «Non temete, ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo» (Lc 2,10) (FRANCESCO, Evangelii Gaudium, 23)".

7. "Quanto ci fa bene contemplare il Dio-Bambino, Trinità in missione! E’ un invito a gustare la gioia di avere un Dio che ha cura di noi ed al quale interessiamo, al quale stiamo a cuore, che ci ama di un amore eterno. È un invito a tornare alle fonti e alle radici della nostra fede, è un invito a tornare alle fonti e alle radici del senso della nostra vita: essere missione! A tutti: bambini, giovani, adulti, famiglie, anziani, malati auguro per il Santo Natale di sperimentare la misericordia di Dio nella loro vita e, con San Leone Magno, di ricordare la nostra dignità: chi è il nostro Capo e di quale Corpo siamo membra, di come il mondo abbia bisogno di discepoli missionari entusiasti e fedeli, coraggiosi e creativi, testimoni gioiosi di Gesù Cristo Unico Salvatore dell’uomo! Buon Natale! E a tutti la mia benedizione".

cs

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