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Eventi | 02 gennaio 2018, 12:20

Torna una delle tradizioni più amate dai finalesi: il “Dinô da nùxe”

Sabato 6 gennaio il Castel San Giovanni a Finalborgo sarà cornice di questa rievocazione storica

Torna una delle tradizioni più amate dai finalesi: il “Dinô da nùxe”

Finalborgo SABATO 6 gennaio 2018 rivivrà le magiche e antiche atmosfere medievali con una manifestazione particolare che prenderà il via dalle 14.30 presso Castel San Giovanni: si tratta del “DINÔ DA NÙXE”, una rievocazione in costume di un momento storico intenso ricostruito partendo dalle antiche tradizioni, per una manifestazione a cura dell’Associazione “Centro storico del Finale” e patrocinata dal Comune di Finale Ligure.

Nel pomeriggio il castello di  Finalborgo sarà ricco di sorprese. I visitatori si troveranno in un’atmosfera magica, potranno incontrare molti personaggi in costume medievale: guardie, prelati, mendicanti e ciarlatani, potranno ammirare damigelle impegnate nei loro ricami o gli “Spadaccini del Finale” e gli “Arcieri del Marchesato” mentre si esibiscono in duelli di spade e in tiri con l’arco e ancora potranno essere travolti dalla musica dei “Sonagli di Tagatam” e dagli spettacolari giochi di fuoco dei “Focus Magistri”

Inoltre sarà possibile assaporare ricette dell’epoca: figuranti in abiti da popolani offriranno una calda tisana speziata, realizzata secondo antiche ricette tramandate, procedendo sino al momento culminante del pomeriggio da cui la manifestazione stessa prende il nome: il momento del dono del sacchetto di noci, il “Dinô da nùxe”, offerto dal “Marchese Giovanni del Carretto” in una sala della torre del castello dove i visitatori saranno ricevuti con tutti gli onori.

L’antica tradizione del “Dinô da nùxe” ha un suo profondo significato che si conserva e si rivive oggi a Finale grazie all’Associazione “Centro storico del Finale”. Partendo da un breve resoconto storico, se nelle terre anticamente governate da Genova, il Natale era festeggiato con tradizioni che risalgono a un passato pagano come “U Confôgü” (Il Confuogo), nel Finalese, in avversità a tutto quello che era Genovese, questa tradizione non veniva mai seguita. I Finalesi hanno sempre celebrato in forma molto più familiare e privata il loro Confôgü: alla vigilia di Natale, seguita la prima Messa, la famiglia si ritirava a casa, dove le donne iniziavano  preparare il pranzo serale, culmine della festa casalinga: si manteneva infatti il digiuno per l’arco dell’intera giornata.

Gli uomini, terminati i lavori più pesanti, visitavano parenti ed amici augurando “Bun Dinô”, mentre i bambini giravano per le contrade bussando alle porte e gridando “dinô da nùxe, dinô da nùxe...”. Al grido ogni porta si apriva e in dono veniva offerta frutta secca e, quando possibile, arance e mandarini. Una tradizione che oggi Finale rivive con la magia e la dolcezza dei tempi antichi.

c.s.

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