/ 

In Breve

| 19 febbraio 2018, 12:25

I candidati del Pd aderiscono all'invito per rinnovare il patto antifascista

Ieri a Curenna, frazione Vendone, nell’entroterra di Albenga, l'evento organizzato dall’Associazione Fischia il Vento e dalle ANPI del Ponente Ligure.

I candidati del Pd aderiscono all'invito per rinnovare il patto antifascista

Ieri, domenica 18 febbraio, i candidati del Pd hanno aderito all’invito dell’Associazione Fischia il Vento e delle ANPI del Ponente Ligure per rinnovare il patto antifascista davanti al Cippo commemorativo che ricorda Felice Cascione a Curenna, frazione Vendone, nell’entroterra di Albenga. Il modo migliore per celebrare questo patto che sempre si deve rinnovare crediamo sia quello di raccontare la storia di Felice Cascione e della famosa canzone Fischia il vento. Una storia che non tutti conoscono e che è bello raccontare.

Felice nacque a Imperia nel 1918. Al ginnasio della sua città conobbe e strinse amicizia con Alessandro Natta, futuro segretario del PCI. Si iscrisse poi a medicina che frequentò prima a Genova, poi alla Sapienza e infine a Bologna, dove si laureò nel 1942. Durante gli anni universitari fu campione internazionale di pallanuoto, sport che aveva cominciato a praticare fin dall’adolescenza nel porto di Imperia. Nello stesso anno si iscrisse al Partito Comunista Clandestino dal quale era stato avvicinato in segreto alla casa dello studente di Genova. Edificio, oggi di nuovo studentato, che dal ’43 al ’45 fu tristemente noto agli antifascisti liguri poiché sede del comando della Gestapo. Luogo di terribili torture narrato in tutta la sua crudeltà nel libro Il mio granello di sabbia di Luciano Bolis.

Il medico Cascione, U Megu divenne il nome di battaglia, aderì da subito alla resistenza nel settembre del ’43 e costituì la prima banda partigiana dell’imperiese. Alla squadra partigiana comandata da Felice Cascione si aggiunse Giacomo Sibilla, nome di battaglia Ivan, reduce dalla campagna di Russia. Nella regione del Don, Ivan aveva fatto conoscenza con prigionieri e ragazze russe, e da loro imparò la canzone Katjuša. Ivan la portò nella mente con sé in Italia, e una volta in montagna, unendo i versi di una poesia scritti da Felice mentre si stava laureando a Bologna, nacque Fischia il Vento, l’inno più celebre della lotta di Liberazione. La canzone fu cantata per la prima volta a Curenna nel Natale 1943, luogo dove si trova ora il cippo commemorativo di Felice Cascione, che morirà in battaglia, ucciso dai nazisti, soltanto un mese dopo: il 27 gennaio 1944.

c.p.e.

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A MARZO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare" su Spreaker.

WhatsApp Segui il canale di SavonaNews.it su WhatsApp ISCRIVITI

Ti potrebbero interessare anche:

Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore|Premium