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Economia | 02 marzo 2018, 09:40

Cosa cambierà per le imprese dopo le votazioni del 4 marzo?

Per saperne di più lo abbiamo chiesto al Presidente di Aisom, Stefano Vergani.

Cosa cambierà per le imprese dopo le votazioni del 4 marzo?

Da un'indagine condotta dalla Banca europea degli Investimenti sulla finanza italiana e sugli investimenti è emerso che con il 2018 le imprese italiane torneranno a investire, nonostante ci sia ancora incertezza sul futuro e con un'economia ancora alla ricerca di uno scatto decisivo. Il mondo delle imprese ruota attorno ad un sistema in continua evoluzione, che muta nelle dimensioni e nelle combinazioni di risorse in relazione all'ambiente circostante. Ma cosa cambierà per le imprese dopo le votazioni del 4 marzo? Per saperne di più lo abbiamo chiesto al Presidente di Aisom, Stefano Vergani.

L’esito incerto delle elezioni del 4 marzo potrà scoraggiare le imprese e fare da tappo agli investimenti?

"Contrariamente a quanto si possa credere e nonostante un innegabile miglioramento della situazione in generale come promosso sui media dal Governo, i ns. contatti quotidiani col mondo delle imprese ci fanno risultare un attendismo ancora forte. Il credito alle imprese è nella realtà ancora molto rigido da parte delle banche che SI...finanziano...ma solo le imprese con risultati ineccepibili. Quelle ancora in fase di rialzo della testa (e che non possono vantare bilanci d'oro) sono ancora ghettizzate dal mondo finanziario. Anche gli strumenti governativi ( via UE e non ) sono rivolti sopratutto allo start up di imprese innovative ( che spesso poi vanno in pancia ad imprese ben robuste finanziariamente...godendo dei privilegi fiscali delle I srl ). Di certo ci sono gruppi stranieri interessati a fare la spesa in Italia vista la situazione patrimoniale media delle imprese italiane, che rimangono appetibili per il basso costo di investimento. D'altro canto i minacciati aumenti delle bollette energetiche, l'aumento quasi prossimamente annunciato dell'IVA....( checché si faccia di tutto per dire il contrario )...rappresentano un freno importante".


Chi investirà e chi no?

"Come dicevo prima, ci sono sopratutto gruppi stranieri. I cinesi ( anche se la loro economia non risplende più come solo 8 anni fa )...gli europei e i nord amerciani ( anche in ragione della Brexit)"


Quali sono i limiti delle imprese?

"Le imprese italiane stanno migliorando il loro approccio al business globale. Dopo anni di tentennamenti nelle strategie e " lotte " intestine se agire in un modo più spavaldo o mantenere un certo conservatorismo in attesa di tempi migliori...sono costrette dalla globalizzazione a muoversi anche merito di un certo turn over dirigenziale che ha aggiustato i ruoli nelle aziende modernizzando strategie e strumenti per dare corso ai nuovi obiettivi".

 

Stiamo recuperando rispetto agli altri Paesi?

"Stiamo recuperando rispetto ai ns. ultimi 5 anni, ma il nostro trend è ancora basso rispetto alla media UE o paesi extra UE. Quello che preoccupa inoltre è il non aumento reale dell'occupazione che consenta a molti più consumatori di dare slancio ai consumi e a contribuire ad un aumento degli incassi statali e ad un migliore riequilibrio del rapporto Debito / PIL".


Che peso avranno gli investimenti pubblici sulla crescita delle imprese?

"La situazione finanziaria centrale sempre sub judice a Bruxelles. Il Governo italiano ( qualunque esso sarà dal prossimo lunedì ) punterà di certo ad un ammorbidimento della linea rigida degli ultimi anni per poter dar luogo ad investimenti. Già la possibilità di spendere in importanti infrastrutture potrebbe dar luogo ad investimenti importanti con un buon rilancio...sempre che...i grandi appalti non vadano a finire sempre e solo nelle solite imprese note ( con il rischio che poi coinvolgano anche i gruppi malavitosi che in queste circostanze riescono sempre ad infiltrarsi ) che...si alimentano con i grandi lavori a discapito di una ricchezza più allargata e meglio condivisa con realtà eterogenee".

 

Maurizio Losorgio

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