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Economia | 02 marzo 2018, 10:39

Vi hanno già avvisato che domenica si vota?!

Scegliere i propri rappresentanti, ben al di là della personale inclinazione politica, significa costruire un ponte che traghetta le persone verso una sponda in cui opportunità, benessere e futuro sono per tutti

Vi hanno già avvisato che domenica si vota?!

30 giorni per scegliere i candidati che rappresenteranno gli italiani a livello regionale e centrale + 30 giorni di campagna elettorale, sono un tempo troppo breve per chi, in senso buono, ha scelto la politica come mestiere. Ma i tempi cambiano e la politica deve adeguarsi.


Se non fosse che applicarsi alla politica era un impegno già così nobile da farla indicare da Aristotele nel 4° secolo a.C. come un’arte affinata per amministrare le città per il bene di tutti, la creazione di spazio pubblico a cui tutti i cittadini partecipano. In soldoni, un co-working moderno in cui ci si trovava per imparare le tecniche di governo della società connettendosi in rete!


Facendo due chiacchiere con la signora che mi serve il caffè in una bellissima tazzina sbeccata al dopo lavoro ferroviario (e si, mi piace passare nei posti veri, per vedere, ascoltare ed annusare l’aria) e allo stesso tempo raccogliendo una confidenza ricevuta durante la settimana della moda milanese da uno degli “stilisti” per eccellenza, l’impressione è che le persone sappiano già cosa fare.


O meglio, cosa non fare.


Un poco di esperienza, mi fa pensare che la differenza non sarà fatta dal programma elettorale, ma da quanto effettivamente gli aspiranti eletti hanno già iniziato a fare concretamente sul territorio che desiderano rappresentare. Iniziando ben prima di aver ricevuto la garanzia di un ruolo di governo.


Ad esempio, un amico che si definisce un semplice operario di sportello bancario, a partire dalla fine di maggio 2017 ha iniziato a realizzare insieme ad un suo folle vicino di casa di una famosa società di selezione personale, un piano operativo che coinvolge il territorio per creare vera occupazione. Fornai, fabbri, calzolai e tornitori tenetevi pronti. Ma c’è di più.


Una mia ex collega di multinazionale che si occupa oggi di diritti umani, ha deciso di investire parte del suo tempo negli ultimi mesi (e ben prima della sua candidatura!), in un programma di accelerazione di idee imprenditoriali in rosa per creare nuove startup e posti di lavoro e allo stesso tempo (suo marito sbuffa, ma la ama proprio per questo …) per mettere in rete nel suo quartiere una nuova forma di welfare locale dedicato a quelle donne normali che devono lasciare i bambini in un posto sicuro per gestire le commissioni di casa.


Ecco, per loro due certamente andrà bene, ne sono sicuro. Perché i territori si conquistano con le idee, le idee contagiose che professionisti e imprese hanno tutti i giorni e da sempre in questo Paese, ma che spesso non vengono messe in rete da quella parte di Istituzioni che dovrebbe rappresentare il quartiere, il municipio, la città, la provincia, la regione e l’Italia in ogni contesto costituzionale, economico, legislativo e sociale nazionale, europeo ed internazionale.


Sono proprio le scelte operative a fare la differenza per chi oggi desidera impegnarsi nel difficilissimo esercizio della “Res Publica”. Rappresentando la parte debole del Paese, le realtà produttive, dando il giusto valore al senso civico, alla capacità imprenditoriale e al senso del dovere, alla moralità di scelte che coinvolgono ogni giorno tutti gli azionisti italiani. La parte più forte dell’Italia, i nonni, le mamme, le PMI, il terzo settore e i ragazzi giovani che non sono sufficientemente motivati e coinvolti nello sviluppo del loro e del nostro futuro.


Scegliere i propri rappresentanti, ben al di là della personale inclinazione politica, significa costruire un ponte che traghetta le persone verso una sponda in cui opportunità, benessere e futuro sono per tutti.

E allora, buon voto a tutti! 

Enrico Molinari

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