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Attualità | 02 aprile 2018, 20:05

Il ricordo della sorella di Fausto Vignola: "Vivrai negli occhi di Emma e di Bianca"

"Chissà cosa penserai nel vedere tutte queste folle solo per te, quanto ti sei gasato con i servizi dei telegiornali ? Eh Faustone? Ti rendi conto del segno che hai lasciato su questa terra? "

Il ricordo della sorella di Fausto Vignola: "Vivrai negli occhi di Emma e di Bianca"

La sorella di Fausto Vignola, Gloria, lo  ricorda durante il funerale con parole commoventi:

“Sei la sorella di Fausto?“ Me lo sarò sentita chiedere centinaia di volte. “Si vede.“ Mi ripetevano... Questo mi faceva sempre un po' inorgoglire. Era facile per noi ridere e far festa, era facile per noi farci riconoscere ovunque mettessimo piede. Più che facile, era “giusto” così. Questo infatti l’ho imparato da te: LASCIARE IL SEGNO. Ci provo, almeno...e ci proverò sempre per sentirmi ancora dire“ SI VEDE PROPRIO CHE SEI LA SORELLA DI FAUSTO“.

"Non siamo mai state persone capaci di stare in disparte, in un angolo e in silenzio ad osservare il tempo che passa, non siamo capaci di farci passare le ore e i giorni addosso, bisogna dare ad ognuno di quei momenti un significato e tu sapevi valorizzare il tuo tempo. Quale insegnamento migliore avresti potuto tramandare? Se non quello di DARE VALORE AL PROPRIO TEMPO. Vivere al massimo gli anni a disposizione perché non sappiamo quanti ce ne sono stati regalati. Non so se tu ti credevi immortale ed invincibile ma noi di te lo pensavamo. Per questo quando la voce si è sparsa tutti, nessuno escluso, hanno pensato ad uno scherzo. E forse lo pensiamo ancora adesso “Ora sbuca da dietro l’angolo”...pensiamo". 

"Se si vuole si possono trovare tante consolazioni : “E’ morto facendo quello che amava”, oppure “Ha vissuto al massimo facendo tutto che voleva”, o ancora “Era un uomo realizzato, aveva costruito tanto”, “Aveva esaudito i suoi desideri”. Consolazioni magre, che si cercano per trovare conforto quando nulla può dare conforto. Tu eri l’uomo del “SI”, sempre e a prescindere rispondevi “SI”, a tutti, indistintamente. Avevi parole buone e canzonatorie per ognuno, il tuo “ciao John”, sono certa, diventerà famoso. Sapevi comportarti in maniera diplomatica senza probabilmente sapere cosa fosse la diplomazia. Da piccola, vedevo che questo tuo strambo modo di essere e di vivere e di muoverti per il mondo funzionava e per questo ti ho stimato e imitato tanto, facendoti complimenti a piccole dosi perché altrimenti te la saresti tirata troppo. Mi sono anche innervosita alle volte, e non poche, perché da fratello maggiore qual eri ti sentivi superiore e giustificato a rimproverarmi senza filtri...si, Faustone...eri anche questo. Comunque, siamo tipi noi a cui piace stare al centro dell’attenzione e ci esaltiamo facilmente, devono sempre tenerci al minimo". 

"In questi giorni sai, mi viene spesso da sorridere perché ti immagino mentre guardi quaggiù. Chissà come ti sentirai con tutte queste belle parole che il mondo ti sta dedicando, chissà cosa penserai nel vedere tutte queste folle solo per te, quanto ti sei gasato con i servizi dei telegiornali ? Eh Faustone? Ti rendi conto del segno che hai lasciato su questa terra? Un segno profondo ed indelebile…e allora un complimento te lo faccio a gran voce : TE LO MERITI, ti meriti tutto questo e anche di più. Ti meriti ogni bella parola, ogni bel pensiero perché hai dato tanto e adesso goditi questi regali da parte nostra.
Sorrido pensando anche a tutti i rosari, le benedizioni, le veglie e le messe che ti stai prendendo in questi giorni, stai recuperando alla grande quelle perse in 37 anni. Ma noi ti vogliamo preparato davanti alle porte del Paradiso perché sono certa che è li che andrai e da lì starai guardando il tuo spettacolo di vita".

"Ciò che per primo viene detto di te è che eri uno che andava sulle moto, uno di quelli bravi, uno che aveva fatto la sua prima Dakar e l’aveva finita. Che grande gioia per noi sapere che sei riuscito a realizzare un tuo grande desiderio di vita prima di andartene. Ma non eri solo un biker: eri caccia e protezione civile, eri lavoro ed eri in Comune ed eri in Sportiva, eri di Pogli ed eri “Ginger”, eri un amico...un amico di tanti, un amico di mille. Eri un un genero , eri un cognato, eri un fratello ed eri un figlio. E ci facevi sentire importanti, e ci facevi sentire al sicuro. Eri generoso ed eri in gamba e sapevi di esserlo e non mancava occasione che lo facessi notare perché “così sono tutti capaci”, dicevi, e tu invece dovevi fare un po' di più...sempre un po' di più. Tutto la tua vita era un “po' di più”. Un po' tanto, subito abbiamo pensato “un po' troppo” perché guarda la fine che si fa a strafare. Ma non è vero Fausto, non è vero niente. È facile dire che la vita è ingiusta, che Dio si prende solo i migliori. Ma guarda Dio cosa ti ha dato! Guarda che vita splendida hai avuto! Guarda quanto sei stato felice! Lo sai anche tu, in questi anni hai vissuto 4 vite e avresti preferito finirla così piuttosto che vivere nella mediocrità fino a cent’anni. Perché non sono gli anni che contano nella vita ma la vita che metti in quegli anni, e tu hai messo tanta vita nei tuoi anni!!! È giusto così perché ‘sta vita è giusto viverla così, a manetta, al massimo, vivere quattro vite in una col sorriso in faccia, senza piangerci addosso né lamentarci. C’è un problema? Risolviamolo. Punto, senza “ma” e senza “se”. È così che si vive, vero Fausto? E’ questo che volevi insegnarci? Che bisogna avere il fuoco nel cuore, il “fuoco che bolle nel sangue”, come hai detto alla mamma". 

"Bisogna “vivere forte”. E io ti giuro continuerò a vivere forte col sole negli occhi perché la vita è bella e tu lo sapevi bene e questa vita va vissuta!!! Ed ora che sei diventato qualcosa di eterno puoi darci ancora più forza e più protezione di prima. Fallo, ti prego. Fallo ogni giorno. Insieme a nostro fratello Giorgio. Finalmente abbracciatevi e spiegagli bene tutto, dagli mille baci e guardateci sempre. Guadate la vostra nipotina che sta per nascere e proteggetela. Insieme andate a trovare ogni sera mamma e papà, fategli sentire che gli siete vicini, li troverete in cucina, a tavola con la stufa accesa. Papà starà tenendosi la testa fra le mani e la mamma stara’ certamente dicendo un rosario per voi. Fateli sorridere ogni volta che potete". 

"Ciò che è successo alla nostra famiglia nell’ arco di sei mesi è qualcosa di innaturale. Penso però che Dio dia le croci a chi sa portarle. Penso poi che voi invece ci darete la forza necessaria per farlo". 

"Fausto, fratellone mio, un’ ultima cosa ti chiedo: hai fatto grandi cose nella tua vita, grandi davvero. Ne hai fatto poi una piccola che ai più potrà sembrare banale, semplice, una cosa normale, che fanno tutti. HAI COSTRUITO LA TUA FAMIGLIA. Questa è la tua opera più grande. Questo è il segno puù profondo e indelebile che hai lasciato. Vivrai negli occhi di Emma e di Bianca, vivrai nel loro sangue, nei loro caratteri, nei loro traguardi. Vivrai nei loro ricordi e nei loro sorrisi. Tu vivrai ancora, capisci? Sempre e per sempre. Te ne sei andato dopo la tua vittoria più grande, con la certezza di aver fatto le scelte giuste, di aver avuto accanto le persone giuste...UNA PERSONA GIUSTA in particolare. Avevi e hai scelto come compagna di vita Sara ed è a lei che devi dare più forza di tutti. Sorreggila come l’hai sorretta sempre. Falla arrabbiare qualche volta anche da lassù, altrimenti si annoia ... ma soprattutto falla ridere, ridere tanto. Falle venire in mente i piccoli momenti di straordinaria quotidianità che avete vissuto, falla correre di qua e di là e falle alzare la testa al cielo per respirare a piani polmoni le boccate d’aria che si merita. Amala sempre come sempre l’hai amata, a modo tuo che è un modo tutto speciale di amare". 

“Voglio ricordarti com’eri, pensare che ancora vivi e che come allora sorridi. Ti voglio bene Fà … ci hai riempito di orgoglio la vita. Da sempre e per sempre … La tua sorellina". 

Mara Cacace

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