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| 07 giugno 2018, 16:17

Un CIE in ogni Regione, Nucera: "CIE, un'occasione economica, ma non ad Albenga"

Dopo una serie di logici interrogativi il consigliere di minoranza Massimiliano Nucera guarda al CIE come una opportunità, ma non per Albenga

Un CIE in ogni Regione, Nucera: "CIE, un'occasione economica, ma non ad Albenga"

Continuano le “semi-conferme” un CIE per ogni Regione e l’ipotesi Albenga, data la vicinanza con l’aeroporto, sarebbe una delle più plausibili sebbene, occorre sottolinearlo, di ufficiale ancora non c’è nulla.

L’ex Caserma Piave non sembra più una ipotesi facilmente percorribile. La proprietà, Cassa Deposito e Prestiti avrebbe ben altri progetti per quelle aree, cioè la realizzazione di strutture alberghiere per il rilancio turistico di Vadino, una operazione del valore che si aggira sui 50 milioni di euro e che prevede, anche , un intervento importante di regimazione delle acque (la presenza dei rii, inoltre renderebbe inopportuna la realizzazione del CIE proprio in quelle aree).

Emerge, però, l’ipotesi dell’ex polveriera a Campochiesa d’Albenga. Questa struttura di proprietà demaniale potrebbe, effettivamente essere facilmente adattata e tramutata in un Centro di Identificazione ed Espulsione e, su di essa, anche il Comune avrebbe meno possibilità di opporre resistenza, almeno dal punto di vista strettamente formale e normativo.

Intanto lo “scontro” si accende sul piano politico e se da un lato il sindaco Giorgio Cangiano si è espresso chiaramente, alcuni esponenti di centrodestra non hanno fatto altrettanto.

Massimiliano Nucera, consigliere di minoranza pare, però, avere le idee chiare sul punto e afferma: “In merito alla polemica di questi ultimi giorni riguardante la possibilità che sia previsto in Albenga un Centro di Identificazione ed Espulsione penso siano d’obbligo alcune elementari considerazioni. La localizzazione di una struttura del genere obbliga ad analizzare le realtà nelle quali si va ad inserire considerando le economie esistenti consolidate ed evitare di compromettere equilibri economici e sociali. Le considerazioni fin qui esposte sono di una ovvietà disarmante, oserei dire elementari". 

"È per questo che mi chiedo come possa venire in mente ad un qualunque funzionario o dirigente del ministero o ad un qualsiasi politico di pensare ad Albenga per la realizzazione di un CIE. Allora proviamo a dare una risposta a delle domande:

1. Si ritiene che una qualunque città ligure prospettante sul mare possa accogliere un CIE? Le città costiere liguri vivono di turismo e non credo che un CIE sia compatibile con l’industria turistica.

2. Il mercato immobiliare della seconda casa crea una economia importante per le città costiere liguri? Certamente l’inserimento di un CIE comprometterebbe i valori degli immobili poiché gli investitori andrebbero sicuramente ad operare altrove.

3. Le aree ipotizzate, caserma Piave o Polveriera, sarebbero logisticamente idonee?
La Piave è in centro città è un CIE provocherebbe inevitabilmente disagi e tensioni sociali; la Polveriera è situata a poche centinaia di metri dalla frazione di Campochiesa e anche qui si creerebbero disagi e tensioni sociali. Fatte queste considerazioni, che io farei salve non solo per Albenga ma per tutte le città costiere proviamo a pensare dove un CIE potrebbe diventare una occasione economica occupazionale e di recupero urbanistico.

4. Esistono aree industriali dismesse dell’entroterra ligure che potrebbero essere convertite?

5. Esistono realtà che vivono un momento di crisi occupazionale e che potrebbero avere la necessità di vedere inserite attività che portino posti di lavoro come potrebbe essere un CIE?

Ecco... basterebbe seguire questo schema logico ed ecco che in Liguria vengono in mente almeno 3/4 zone depresse dove un CIE potrebbe diventare una occasione economica importante anziché un problema" conclude Nucera. 

Mara Cacace

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