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In Breve

| 11 giugno 2018, 16:06

La certificazione sostenibile di Savona è gold o my god?

La rubrica di Bruno Spagnoletti

La certificazione sostenibile di Savona è gold o my god?

 

Ho avuto l’avventura (o la sventura) di partecipare, oltre un anno fa, alla prima presentazione del Progetto Leed for cities presso la sala rossa del Comune e alla presenza della Signora Sindaco, dei due referenti tecnici arch. Francesca Galati e Daniele Guglielmino e (se la memoria mi assiste) dell’ex addetto stampa Cristiano Bosco e del consigliere Alberto Marabotto.

Già in quella presentazione si capiva lontano un miglio che non ci si trovava di fronte ad un progetto serio con parametri e griglie di sostenibilità da calare nella Città per misurarne lo “stato” di salute ambientale, ma di una sommatoria indistinta d’idee promozionali, quasi volte a dare per scontato ex ante la realtà virtuosa della Città.

Un Bluff costruito ad hoc? Forse è troppo! Un Progetto d’immagine “gratis et amore dei” da portare avanti utilizzando relazioni amicali di qualche giornalista e di qualche consigliere vista l’indisponibilità di risorse finanziarie per un Comune dichiarato in pre dissesto? Forse!

D’altra parte un Comune può trovare ben altre modalità per ripagare il lavoro dei Professionisti! E che invece di scegliere un Ente Certificatore riconosciuto e la certificazione Iso 1401 non rinnovata e lasciata cadere nel 2017, optando per la certificazione gratuita Leed, lo confessa candidamente il buon Assessore  Pietro Santi quando afferma “il mancato rinnovo Iso è legato ai costi, circa 60 mila euro per mettere a norma svariati impianti, in mancanza dei quali la certificazione non sarebbe mai stata confermata”. Ecco ha ragione Pietro: impossibilitati a fruire del normale accreditato negozio dell’Ente certificatore, si è scelto di fare un giretto a Porta Portese e trovare quella che in tanti hanno definito “una patacca” invece della griffe!

Poi – come sempre avviene nelle situazioni poco chiare – ci si mette anche l’imponderabile e nel mezzo di una congiuntura ambientale (al netto del merito) dovuta all’abbattimento dei pini di Corso Tardy e Benech e alle polemiche conseguenti, al picco della mancata pulizia della Città, al traffico sempre più impossibile e all’inquinamento indotto pure dalle navi da crociera, viene formalizzato “urbi et orbi” che Savona sarebbe “la città più verde d’Europa” e “la più sostenibile” alla faccia dei Rapporti Annuali del Sole 24 ore, di Italia Oggi e di Lega Ambiente che la collocano a metà della graduatoria delle 108 Province, ben sotto la media nazionale, dietro La Spezia e Genova e solo avanti alla cenerentola Imperia.

La Città apprende “il primato savonese” tra il serio e il faceto; c’è chi pensa a una bravata di Cicciulin o a un’arguta trovata propagandistica (tipo scherzi a parte) per attrarre turisti in Città. Macché la cosa è seria e la Prima Cittadina è addirittura chiamata a Bruxelles (unica città italiana) a illustrare il miracolo della Madonna della Misericordia.

Le Forze Politiche di opposizione e alcuni organi di Stampa provano ad andare oltre il maquillage, limitandosi a chiedere le prove e la documentazione del Miracolo.

Da Scherzi a parte si passa al giallo ancora irrisolto con il Sindaco che afferma che l’intera documentazione è disponibile negli uffici comunali competenti e gli uffici comunali che rispondono che al massimo esiste qualche velina e nulla più.

Il comunicato dell’arch. Francesca Galati, non solo non scioglie dubbi e perplessità, ma li fa aumentare a dismisura e diventa surreale quando invita a chiedere la documentazione alla Sede Centrale negli Stati Uniti. Qualcuno ci prova e si sente richiedere 5mila dollari per certificare Gold la propria abitazione!

Sui social l’intrigo “Savona Gold” diventa virale tra battute, canzonature, facezie e lazzi da un lato, ma anche spiegazioni e decodificazioni della grande burla. Cosi si scopre che Leed sarebbe un’associazione americana che rilascia la certificazione a pagamento e che il Comune avrebbe ricevuto gratis il servizio in cambio di una campagna pubblicitaria all'associazione e di una sponsorizzazione da parte del suo primo cittadino.

Si scopre che il protocollo LEED – come scrive l’ing. Antonella Fabri, vice Presidente nazionale degli esperti ambientali, non costituisce uno Standard predisposto da ISO (International Organization for Standardization), che è il maggiore sviluppatore di standard volontari internazionali dal 1947, ed ha pubblicato circa 20.000 standard nei più disparati settori.

All'ISO aderiscono oltre 160 Paesi attraverso i rispettivi Organismi nazionali. 
Per quanto riguarda la sostenibilità ambientale, ISO ha pubblicato gli Standard della famiglia 14000, già dal 1996, e più recentemente lo Standard ISO 37101, che definisce i requisiti di un sistema di gestione per lo sviluppo sostenibile nelle comunità. La visione dello sviluppo sostenibile si basa sui tre pilastri della sostenibilità: ambientale, sociale ed economico. Uno strumento, come si vede, analogo al Protocollo LEED ma, a differenza di questo, riconosciuto a livello ISO. L'Associazione GBCI non è riconosciuta da Accredia, l’Ente Unico nazionale di accreditamento designato dal governo italiano, in applicazione del Regolamento europeo 765/2008, ad attestare la competenza, l’indipendenza e l’imparzialità degli organismi di certificazione, ispezione e verifica, e dei laboratori di prova e taratura.

Soli tre indicatori, indubbiamente importanti, come qualità dell'aria, consumi idrici e produzione di rifiuti non appaiono sufficienti a delineare il complesso delle prestazioni ambientali e della sostenibilità.

Sul pasticciaccio ormai compiuto dal Sindaco (in buona o cattiva fede non è ancora dato sapere) le forze politiche di opposizione chiedono trasparenza e si apprestano a richiedere le dimissioni del Sindaco; le dimissioni non ci saranno, ma la Città ha diritto ad avere un dubbio: non è che hanno aggiunto una consonante in più? Forse più che Savona Gold, avrebbero voluto dire Savona? Oh my God!

Bruno Spagnoletti

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