Sanità - 01 luglio 2018, 09:20

Le dimensioni contano! (Capitolo 2: le terapie canalari o “devitalizzazioni”)

Sapete quanto è largo un canale di una radice dei denti di una persona anziana o affetta da bruxismo?

Le dimensioni contano! (Capitolo 2: le terapie canalari o “devitalizzazioni”)

Cari lettori di Savona News, continua il nostro percorso per scoprire “l’importanza delle dimensioni” in odontoiatria. Oggi parliamo delle terapie endodontiche (le cosidette “devitalizzazioni”).

Sapete quanto è largo un canale di una radice dei denti di una persona anziana o affetta da bruxismo? Talvolta pochi centesimi di millimetro! Per provare a sondarli usiamo degli strumenti che in punta hanno un diametro di 6 centesimi di millimetro (e talvolta “non ci passano”!). Anche in questo caso l’utilizzo degli ingrandimenti fa la differenza tra salvare un dente oppure non riuscire a curarlo e doverlo estrarre. In questa situazione specifica i soli ingrandimenti non bastano, perché si lavora in una area stretta e buia; serve avere anche una “luce coassiale” (cioè allineata al piano di osservazione). Questo lo si ottiene già (parzialmente) posizionando dei faretti illuminatori in mezzo ai binocoli ingranditori che utilizziamo di routine ma, per potar vedere ancora meglio la zona del dente da curare, lo strumento ideale è il microscopio operatorio. Questo, oltre ad ingrandire fino a 24 volte ciò che osserviamo, lo illumina con un sistema che fa uscire la luce “da dentro al microscopio stesso”, per cui non ci saranno ne ombre ne zone buie anche in cavità strette e profonde come i canali delle radici dei denti. Potremo addirittura, nei denti con radici diritte, vedere dall’interno l’apice (cioè la “punta della radice” con la fine del canale che la attraversa).

Questo non ci serve solo “per curiosare” ma è importantissimo per poter pulire e disinfettare i canali  e ridurre al minimo i batteri presenti, contrastando così le infezioni. In assenza di batteri che producono tossine anche i granulomi (che sono la reazione del nostro organismo ai batteri nascosti nei canali dei denti infetti) possono guarire.

Altrettanto importante, dopo aver sagomato e disinfettato i canali, è sigillarli con precisione (e  a “occhio nudo” vi assicuro che è molto difficile); ancora più complesso è ripulire perfettamente l’interno dei denti appena devitalizzati e sigillati per “incollarci” il materiale da ricostruzione. Gli adesivi utilizzati dai dentisti sono molto efficaci ma anche molto sensibili all’umidità, alle impurità, ai residui di materiale… senza ingrandimenti è difficile ottenere incollaggi affidabili perché basta anche solo un po’ di “sporco” residuo per impedire l’adesione della ricostruzione al dente curato. Al contrario, col microscopio, le zone da ripulire sono ben evidenti e le cure risultano più precise (e quindi affidabili nel tempo).

Un dente naturale correttamente curato può masticare negli anni quanto un dente sano. Non siamo certi gli impianti possano dare risultati analoghi, quindi questi ultimi restano una ottima scelta qualora i denti manchino o siano non recuperabili in maniera ottimale, ma pur sempre un “sostituto imperfetto”.

Nei prossimi articoli vi parlerò di ulteriori situazioni in cui la visione ingrandita del campo operatorio fornisca un importante aiuto per curarvi al meglio perché, vi ricordo. In odontoiatria davvero LE DIMENSIONI CONTANO!

Buona settimana a tutti.

 

 

 

 

Attilio Venerucci

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