Proseguono per questo fine settimana le celebrazioni per la novena della Madonna del Carmelo presso la parrocchia di San Biagio a Finalborgo. L’evento ha preso il via venerdì 13 luglio scorso. Ieri sera, venerdì 20 luglio, si è potuto assistere all’emozionante rituale della Discesa della Statua.
Questa sera alle 18 si terrà la Santa Messa per gli ammalati e gli anziani, con l’unzione degli infermi e le musiche del Coro Polifonico parrocchiale. Domenica 22 luglio il programma prevede le Sante Messe delle 10.30 e delle 18, con la presenza del Coro Polifonico, mentre alle 20.30 prenderà il via la Processione dei Vespri, accompagnata dalla Banda Filarmonica di Finalborgo. Gli abitanti del rione rendono il tutto ancora più suggestivo illuminando, come da tradizione, finestre e balconi.
Lunedì sera alle 20.30 il tutto si concluderà con la Risalita della Statua.
Tradizione vuole che le serate della novena siano scandite dal suono di campane, tra le 20 e le 20.15 indicativamente, suonate a mano dai Campanari del Borgo che chiamano i cittadini alla Messa. Ma recentemente il suono delle campane è stato oggetto di polemiche a causa delle lamentele di alcuni turisti (leggi articolo QUI). Immediata “l’insurrezione” dei finalborghesi che da sempre amano con tutto il cuore questa tradizione e questo momento di festa.
Noi di Savonanews abbiamo voluto incontrare personalmente i Campanari del Borgo per saperne di più di questo rituale che si tramanda di generazione in generazione dal 1300, siamo saliti con loro sul campanile di San Biagio e li abbiamo osservati in questo momento di festa.
Abbiamo incontrato alcuni nomi “storici”, come il “Professore” Paolo Naldini, che da oltre 40 anni suona le campane, o il tecnico Sergio Milano, addetto alla manutenzione degli ingranaggi; a sua volta Naldini ha “fatto scuola” a Danilo Basso, che ancora a sua volta ha tramandato il tutto a Emmanuele Bolla. Ma con loro siamo stati felici di vedere anche dei ragazzi e delle ragazze, perché la tradizione nel Borgo è più viva e sentita che mai e continua ad andare avanti facendo presa tra i giovanissimi.
Così abbiamo conosciuto Pietro Vadone, di soli 15 anni, studente di batteria per hobby e iscritto alla prestigiosa e antica Associazione Campanari di Liguria. Ma abbiamo conosciuto anche la “piccola” e dolce Elisa Pisano, che da due anni ha scoperto la nobile arte di suonare le campane e che con i suoi 12 anni non solo attualmente è la più giovane di tutta la squadra, ma è anche la prima donna campanara presumibilmente di tutta la storia finalborghese.
Oggi si possono vedere simultaneamente quattro diverse generazioni sul campanile finalborghese. “Arrampicarsi” in cima non è proprio facilissimo: bisogna attraversare stretti cunicoli con tetti bassi e ripide scale in legno consumate dai secoli, che hanno vissuto il passaggio di migliaia di campanari nel tempo. Oggi attorno a questa importante realtà culturale ruotano circa una trentina di persone, anche se raramente ci si ritrova a suonare in più di cinque o sei al massimo nello stesso momento. È capitato però che ci fossero anche fino a 12 campanari nello strettissimo vano che ospita le campane.
Osserviamo con un misto di commozione e rispetto questi imponenti strumenti: la più antica campana di San Biagio ebbe la sua prima fusione nel 1325 e fu ri-fusa attorno al ‘600. E naturalmente Campanari non ci si improvvisa: ci sono delle melodie tramandate di generazione in generazione che si imparano a conoscere e dominare con la pratica, mentre l’esercizio richiede coordinamento, velocità e una certa forza di braccia. Ci sono tante tecniche consolidate con nomi specifici: per esempio, suonare quattro campane in contemporanea si dice “a badetta”, mentre il suono del singolo campanone è detto “a distesa”.
Questa sentita tradizione va avanti nel ricordo del grande Angelo Massola, professore di timpani da orchestra, ancora oggi ricordato come il miglior campanaro finalborghese del Novecento: dopo aver perso le gambe a causa di una atroce malattia, poco prima che morisse fu portato a spalle, una rampa per uno, dagli altri campanari suoi amici su quegli stretti e ripidi scalini che abbiamo prima descritto, perché potesse ancora una volta compiere il rito che amava. Suonò legandosi i moncherini delle gambe a una superficie di sostegno e fece cantare le campane a festa con tutta la sua forza nelle braccia e con gli occhi gonfi di lacrime, perché sapeva che sarebbe stato il suo addio alla comunità a cui era tanto legato.
Ecco alcuni video con i Campanari all’opera. E nella fotogallery troverete in fondo una sorpresa: anche il cronista di Savonanews, infatti, si è cimentato in prima persona nel suono delle campane.