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Solidarietà | 23 luglio 2018, 14:32

"Pastasciutta antifascista": gli appuntamenti a Ceriale e a Calice Ligure

Il 25 luglio avvenne l'arresto di Benito Mussolini, una ricorrenza che tra due giorni giungerà al suo 75° anniversario

Una passata edizione cerialese della "Pastasciutta Antifascista"

Una passata edizione cerialese della "Pastasciutta Antifascista"

Il 25 luglio è ormai diventato per tradizione la data della “Pastasciutta antifascista”. Nel Ponente Savonese due tradizionali ritrovi sono i circoli ANPI di Ceriale e di Calice Ligure.

A Ceriale, presso la “Casa dei Circoli, delle Culture e dei Popoli” in piazza Concordia il ritrovo è per il 25 luglio alle ore 20.

A Calice Ligure, invece, ci si ritrova in piazza Cesio. Ma alle 18:30, prima che inizi la cena, sarà videoproiettato nella sala del consiglio comunale del palazzo comunale di Calice Ligure il cortometraggio del regista Teo De Luigi dal titolo: “Avevo nove anni – il racconto di Elsa Casanova”. A seguire, il saluto dei sindaci e delle amministrazioni dei comuni del Finalese e un breve dibattito.

Perché una “pastasciutta antifascista”?

Il sito istituzionale dell’ANPI racconta così la vicenda:Alla caduta del Fascismo, il 25 luglio del 1943, fu grande festa a Casa Cervi, come in tutta la nostra nazione. Una gioia spontanea di molti italiani che speravano nella fine della guerra, nella morte della dittatura. La Liberazione verrà solo 20 mesi dopo, al prezzo di molte sofferenze. Ma quel 25 luglio, alla notizia che il duce era stato arrestato, c'era solo la voglia di festeggiare. A Campegine, i Cervi insieme ad altre famiglie del paese, portarono la pastasciutta in piazza, nei bidoni per il latte. Con un rapido passaparola la cittadinanza si riunì attorno al carro e alla "birocia" che aveva portato la pasta. Tutti in fila per avere un piatto di quei maccheroni conditi a burro e formaggio che, in tempo di guerra e di razionamenti, erano prima di tutto un pasto di lusso. C'era la fame, ma c'era anche la voglia di uscire dall'incubo del fascismo e della guerra, il desiderio di "riprendersi la piazza" con un moto spontaneo, dopo anni di adunate a comando e di divieti”.

Alberto Sgarlato

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