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Attualità | 26 settembre 2018, 09:00

La storia di Cinzia e Diego e dell'adozione dei loro bambini

Un primo tentativo andato male, una causa che però non ha alleviato il dolore di una adozione non andata a termine, ma poi il riscatto di una famiglia nata per Amore vero.

La storia di Cinzia e Diego e dell'adozione dei loro bambini

Il percorso di chi ha deciso di adottare un bambino non sempre è facile. Intoppi burocratici e lunghe attese sono dietro l’angolo e il rischio è anche quello di incappare in chi per incompetenza superficialità o in taluni casi per tentare vere e proprie truffe fa vivere dei veri e propri incubi agli aspiranti genitori.

La storia di Cinzia e Diego è passata anche attraverso una di queste disavventure.

Racconta mamma Cinzia: “Io e mio marito abbiamo dato la disponibilità ad adottare un bambino nel 2005. Dopo aver maturato e fatta nostra l'idea che un figlio può nascere anche lontano da noi ci siamo rivolti ad un ente per le adozioni di Brescia. Finalmente nel 2008 ci hanno chiamati per andare in Brasile per adottare un bimbo di 4 anni. Siamo partiti pieni di entusiasmo, a casa avevamo già preparato la cameretta per accoglierlo e non vedevamo l’ora di poter conoscere quello che pensavamo sarebbe diventato nostro figlio a tutti gli effetti.

Siamo stati in Brasile con lui 35 giorni. Poi per una questione burocratica ci hanno detto che non era possibile portare avanti quella adozione. Siamo tornati indietro con il dolore nel cuore. A casa i nostri parenti avevano smontato la cameretta prima che potessi tornare per non darmi un ulteriore dolore. È stata una esperienza terribile conclusasi con una causa legale che però non ha potuto alleviare il nostro dolore”.

Tutto ciò ed il terribile dolore, però non ha fermato Cinzia e Diego e la loro voglia di diventare genitori.

“Ci siamo poi affidati ad un altro ente di Albenga e ci siamo trovati benissimo. – racconta con il sorriso ritrovato Cinzia – Nel 2011 ci hanno chiamati per adottare un bimbo. In questo caso si è trattato di una adozione nazionale. Stefano aveva pochi giorni era nato in Liguria e si trovava in ospedale. Siamo andati immediatamente da lui e ancora ricordo la prima volta che l’ho preso in braccio. Una emozione indescrivibile così come non si può capire come in pochi istanti si riesca a provare un amore così grande per un bimbo, tuo figlio, anche se non lo hai portato in grembo per 9 mesi. Quello è proprio il tuo bambino.”

Racconta ancora Cinzia: “A Stefano abbiamo detto da subito la sua storia. Lo abbiamo preso che aveva pochi giorni, qualcuno negli anni successivi ci ha anche detto che ci assomiglia e che, per questo, avremmo potuto non dirgli dell’adozione. Non abbiamo mai voluto rinnegare il suo passato, non sarebbe stato giusto per nessuno. Stefano è stato adottato, ma non per questo è un bambino che non era stato voluto, anzi, noi lo abbiamo voluto tantissimo. Con tutto il nostro cuore”.

Dal 1 settembre, poi, la famiglia si è allargata. Stefano ha avuto una sorellina Radost.

“Nel 2014 abbiamo dato la nostra disponibilità per una seconda adozione – racconta mamma Cinzia – Dopo i consueti 2 viaggi in Bulgaria nostra figlia è potuta venire a casa con noi. È stata una gioia immensa per tutti noi. Stefano desiderava tanto un fratellino o una sorellina, l’ha abbracciata ed accolta da subito nella nostra famiglia. Siamo davvero felici ed anche per questo ho voluto testimoniare la nostra esperienza per dare voce anche alle famiglie come la nostra e dire a chi vorrebbe un figlio tramite adozione che senza dubbio è un percorso difficile, ma che si può intraprendere e la gioia che ne deriva è immensa e fa superare qualunque difficoltà”.

Conclude Cinzia citando una frase di Fleur Conkling Heylinger: “Non carne della mia carne, né ossa delle mie ossa, ma miracolosamente mie. Non dimenticare mai per un solo minuto: Non sei cresciuto sotto il mio cuore ma dentro dl esso.”

Mara Cacace

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