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Attualità | 26 settembre 2018, 18:05

L'azienda di smaltimento rifiuti Ata rischia il fallimento. Si teme per il futuro di 50 lavoratori. Oggi vertice in Prefettura ad Imperia (FOTO e VIDEO)

L’azienda ha infatti presentato istanza di concordato preventivo oltre a una cessione di quote, creando di fatto una nuova società

L'azienda di smaltimento rifiuti Ata rischia il fallimento. Si teme per il futuro di 50 lavoratori. Oggi vertice in Prefettura ad Imperia (FOTO e VIDEO)

Si teme per il futuro di cinquanta lavoratori Ata, l’azienda savonese che si occupa di smaltimento rifiuti. L’azienda ha infatti presentato istanza di concordato preventivo oltre a una cessione di quote, creando di fatto una nuova società, in cui i lavoratori passerebbero da 220 a 170, creando così un possibile rischio occupazionale per cinquanta dipendenti.

Per questo i sindacati Cgil, Cisl, Uil e Fiadel, hanno chiesto e ottenuto un incontro che si è tenuto questa mattina in Prefettura ad Imperia alla presenza del presidente di Ata Alessandro Garassini, del vice Prefetto Maurizio Gatto, del Sindaco di Diano Marina Giacomo Chiappori, del Sindaco di Chiusanico Nicla Tallone e dei rappresentanti degli altri comuni.


Abbiamo fatto un incontro in Prefettura richiesto da noi, insieme al presidente dell’Ata, che è l’azienda che è subentrata nel golfo dianese al momento della rescissione del contratto di Tradeco. – ha spiegato il sindacalista Uil Luigi La Marca al termine dell’incontro - Il presidente ci ha comunicato che a febbraio del 2018 ha presentato un concordato. All’epoca del passaggio Ata aveva assorbito 32 dipendenti per svolgere il servizio dei comuni del dianese, compreso Cesio e Chiusanico. A oggi i dipendenti sono 26 sopperendo alla mancanza dei contratti di lavoro interinali.

Nella comunicazione del concordato, Ata ha presentato anche una cessione di quote creando una nuova società, sempre a capitale pubblico, dove il numero del personale passa da 220 a 170 dipendenti, creando un danno a circa 50 dipendenti che ambivano al passaggio o a essere stabilizzati all’interno dell’azienda. Dobbiamo aspettare domani mattina, quando ci sarà il consiglio comunale a Savona, per vedere la stabilizzazione di questo concordato. C’è anche il rischio del fallimento di Ata, in attesa che facciano una nuova azienda. Ci dobbiamo rivedere in Prefettura dopo il 10 ottobre per cercare di capire se si possono stabilizzare questi 50 dipendenti o avere ancora un contratto di altri sei mesi al fine che si conosca il futuro del servizio di questi trenta comuni che oggi ha in gestione l’Ata
”.

Tra i cinquanta dipendenti a rischio ce ne sono dell’imperiese? Sì, sono cinque o sei. Ata doveva fare il servizio nel golfo dianese con trentadue dipendenti e attualmente lo sta facendo con venticinque”.

Il Sindaco di Diano Marina Giacomo Chiappori ha detto che si tratta di lavoratori interinali e per questo non sono stati conteggiati. “Il Comune di Diano Marina al momento del passaggio ha comunicato l’elenco per ventotto dipendenti. Poi tra licenziamenti e pensionamenti sono scesi a ventidue e non sono mai stati sostituiti. Però il Comune ha continuato a pagare per ventotto unità, quindi noi abbiamo chiesto soprattutto la stabilizzazione di questo personale tramite concorso pubblico, assunzione o comunque tramite quello che la normativa è in vigore al fine che anche loro, se domani mattina arriva una nuova azienda hanno la possibilità di essere tutelati sia dall’art. 2112 del Codice Civile che dall’art. 6 del contratto collettivo nazionale del lavoro a loro applicato”.

Il presidente di Ata, al termine della lunga riunione ha dichiarato: “Abbiamo chiarito la posizione della società. Credo che i sindacati e i lavoratori non abbiano nulla da temere riguardo al comportamento nel proseguo di Ata nel nostro lavoro. C’è da preoccuparsi perché Ata è in una situazione di difficoltà economica e finanziaria conclamata. Abbiamo presentato domanda di concordato in bianco e il 4 ottobre presenteremo istanza di concordato con il piano concordatario e il piano industriale. Quindi ovviamente siamo in un periodo molto difficile che speriamo di poter superare in tempi medi, diciamo entro il 2019”.

Saranno garantiti i livelli occupazionali? Sono lavoratori essenziali a garantire il servizio di igiene urbana che forniamo ai comuni, sia perché addetti diretti sui singoli cantieri, sia in quanto addetti agli uffici e che quindi sono di fondamentale importanza. Quello che accadrà non è ancora chiarissimo, certamente non è pensabile che i servizi vengano erogati senza un numero di persone pari a quello attuale, quindi come si configurerà il nuovo assetto societario è da vedere, e a cascata come si configurerà anche l’assetto aziendale e operativo”.

Francesco Li Noce

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