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Eventi | 09 ottobre 2018, 18:34

L'arte di Enzo L’Acqua ad Albisola

Così l’artista savonese, Maestro tra i più raffinati del nostro contemporaneo italiano, è presentato attraverso un’accurata selezione dell’ultimo corpus di creazioni artistiche realizzate nella prestigiosa sede della Fabbrica Ceramiche Giuseppe Mazzotti 1903.

L'arte di Enzo L’Acqua ad Albisola

Una mostra di incantevole bellezza, vera e propria rappresentazione artistica di alto livello, che permette di contemplare l’arte di Enzo L’Acqua e ne amplifica la misura da un contesto fisicamente locale, quello albissolese, a una dimensione concettualmente internazionale. Così l’artista savonese, Maestro tra i più raffinati del nostro contemporaneo italiano, è presentato attraverso un’accurata selezione dell’ultimo corpus di creazioni artistiche realizzate nella prestigiosa sede della Fabbrica Ceramiche Giuseppe Mazzotti 1903.

L’esposizione è un’accurata cernita di opere in terracotta con foggiatura manuale al tornio, decorate a mano dall’autore su ingobbio, rifinite con smalto e cristallina opaca, che racchiudono i passaggi stilistici e le successioni armoniche avvenute nel corso della sua prestigiosa carriera ed espresse entro una tensione volta alla ricerca di equilibri ritmici legati alla dialettica tra composizione e variazione. Opere architettate in maniera formalmente perfetta che si compongono attraverso interdipendenze e diagonali in immagini di una eleganza calligrafica in bilico tra Oriente ed Occidente, tra leggerezza e materia. Di fatto L’Acqua affronta un tipo di astrazione intesa quale procedimento tecnico – creativo – generativo basato sulla semplicità e sulla sintesi. Si tratta di un’arte capace di porre in atto rapporti e fusioni di elementi grafici e gradazioni cromatiche come costruzione autonoma.

Il suo segno è ritmo costruttivo basato su nitide strutture primigenie, ovvero forme minimali concettualmente autonome. È un linguaggio che rimanda a morfologie primordiali costituite dall’essenzialità del tratto che lascia affiorare l’impronta fissata in una sorta di linearismo grafico.

È il gesto che imprime d’istinto il divenire di forme destrutturate. L’Acqua rompe ogni vincolo rappresentativo, motivato dall’urgenza di seguire gli automatismi del segno e dalla ricerca di un pieno accordo tonale a rilevare il profondo pulsare sulla superficie quale risonanza dell’origine.

Un “primitivismo” che ibrida epoche, stili e referenti culturali: un suo universo costituito da materia segnica, dalle infinite variazioni su un unico tema originario. Un orientamento della ricerca che privilegia il recupero e la ricontestualizzazione di forme preesistenti, quanto il misurarsi con la materia, affrontarla e imprimerla per dare corpo all’opera. Sagome ricercate in punta di matita emergono da una superficie opaca e monocroma, evocative di una specificità misurata ed attenta.

Nelle sue ceramiche è la supremazia della trama di carattere timbrico e armonico, quale campo cromo-plastico e fonte di conoscenza generativa di un formalismo materico rigoroso, ad affascinare entro una gradevolezza percettiva fatta di virtuosismo sapiente.

Enzo L’Acqua fa della materia segnica più che una forma d’arte, una forma di tracciati esistenziali. Egli manifesta le strutture dell’essere.

cs

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