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| 21 ottobre 2018, 08:34

Savona: il consiglio e la rivolta della citta’ colpita nella sua identita’ antifascista

La Fiction savonese è stata messa in scena da una Associazione per i caduti delle forze armate (su cui nutro riserve) che avrebbe consapevolmente voluto costruire un tranello alle istituzioni democratiche e trovare un’occasione di effimera gloria e di notorietà inaspettata.

Savona: il consiglio e la rivolta della citta’ colpita nella sua identita’ antifascista

La settimana, appena trascorsa, ha visto un altro caso Savonagate, con precedenti illustri come l’ordinanza pipì dei cani in piene feste natalizie, il rebus della certificazione Gold, la telenovela sul tagliando di Giunta e l’incremento a ben 9 assessori con parrebbe 60mila euro di denaro pubblico in compensi.

La Fiction savonese è stata messa in scena da una Associazione per i caduti delle forze armate (su cui nutro  riserve) che avrebbe consapevolmente voluto costruire un tranello alle istituzioni democratiche e trovare un’occasione di effimera gloria e di notorietà inaspettata.

Le letture che la Città offre del brutto pasticciaccio “camice nere” è duplice; la versione che va per la maggiore afferma che “navigati volponi” dell’Associazione abbiano raggirato la Sindaca che è caduta nella nassa come un “besugo”, portandosi dietro anche Autorità civili e militari; l’altra versione (forse minoritaria) tende a dare per certo che Ilaria avesse piena contezza degli atti istituzionali che andava a compiere! Il povero notista politico confessa di avere molti dubbi, ma nessuna prova e lascia ai lettori trarre le conclusioni dell’affaire camice nere.

La grottesca vicenda (comica se non fosse tragica) è nota: sabato 6 ottobre si è svolta, presso il cimitero di Zinola – Savona, una cerimonia con l’inaugurazione di un cippo in memoria dei caduti delle Forze Armate alla presenza del Sindaco, del Gonfalone della città medaglia d’oro della Resistenza, del Prefetto e delle altre Autorità; un cippo che parebbe “a loro insaputa” recava anche l’incisione delle famigerate “Camice Nere” di mussoliniana memoria, note come braccio armato del fascismo più violento, crudele e sanguinario: gli uomini del fiele, gli aguzzini del popolo, gli assassini di Giacomo Matteotti e i torturatori di Antonio Gramsci dopo il suo arresto nel 1926 e la sentenza del Duce “quel sardo gobbo, professore di economia e filosofia, un cervello indubbiamente potente, va reso innocuo”.

Questi i fatti che hanno visto una sollevazione corale dei Cittadini savonesi colpiti nella dignità, nell’onore e nell’identità democratica e antifascista ed hanno fatto tornare Savona agli onori della cronaca multimediale nazionale, anche oggetto di un’interrogazione parlamentare dell’on. Franco Vazio del Pd.

Nel corso del Consiglio Comunale del 12 ottobre – grazie ad un’interpellanza urgente presentata unitariamente da tutte le forze di opposizione e motivata dal Consigliere Marco Ravera – la signora Sindaco  ha ammesso “imbarazzo e ingenuità” e ha tentato, in evidente stato di tensione e confusione – una difesa del suo comportamento, scusandosi con la Città, confessando di comprendere la critica corale e l’indignazione dei savonesi e aggiungendo che la sua maggioranza e la giunta si riconoscono nei valori della Resistenza.

Il giorno dopo (13 ottobre) - per motivare il suo “pentimento” - il Sindaco e la Giunta di Centro Destra marcano la loro “benvenuta” presenza alla cerimonia di riposizionamento della lapide di Madonna degli Angeli, vandalizzata da ignoti lo scorso 13 settembre.

Dopo un siffatto gesto di “discontinuità” della Caprioglio, letto dall’estrema destra come “alto tradimento”, è iniziato un bombardamento mediatico di attacchi, ingiurie e insulti diretti alla persona del Sindaco e alle sue “coerenze” davvero senza precedenti; una denigrazione violenta e ingiuriosa che merita la piena solidarietà a Ilaria quasi a prescindere dai contenuti, persino dal sottoscritto mai tenero nei suoi confronti e abbastanza ipercritico nell’ultimo anno.

Credo, comunque, che ci sia un solo modo per vidimare le “scuse vere” alla Città Medaglia d’oro della Resistenza: annunciare che il Sindaco e il Gonfalone della Città, apriranno la testa della grande manifestazione antifascista di sabato 27 ottobre!

Nel corso dell’ultimo consiglio comunale si è appalesata una seconda interessante novità che riguarda crepe, divisioni, dissociazioni esplicite nella maggioranza di centro destra che sostiene la signora sindaco.

Il vivace dibattito in Consiglio ha evidenziato – per la prima volta – prese di distanza, dialettiche di posizione e vere e proprie cesure su contenuti programmatici, metodi di gestione, stile di rapporto della signora Sindaco nella “governance” della Città.

Una maggioranza che fatica sempre di più a riconoscere la sua leadership (vedi l’abbandono della lista civica Caprioglio 2.0 dei Consiglieri Martino, Simona Saccone e Elda Olin Verney) e la divisione del gruppo consiliare della Lega (non più copribile dalle logiche dell’unità apparente e del lavaggio dei panni sporchi in casa, tanto cari al vecchio politicante passato per mille lidi commissario cittadino).

L’intervento durissimo del Consigliere Alfredo Remigio e l’insofferenza della maggioranza consiliare leghista di antica militanza sulle tattiche da teatrino della politica e sulle scelte assessorili che sviliscono le risorse del Gruppo consiliare, per premiare esterni di “poca militanza”, hanno fatto esplodere un evidente caso politico.

Il dibattito consiliare ha evidenziato la verità delle differenze e delle divisioni all’interno della Lega; dialettiche mantenute segrete e che peseranno, come un macigno, sulla maggioranza nei prossimi due anni.

E, non c’è chi non veda, il disagio presente dentro Vince Savona e Forza Italia, dopo la decisione di licenziare, apparentemente senza giusta causa, la giovane assessore Barbara Marozzi, per traguardare un tourbillon di scelte che non stanno in piedi né in qualità e, tantomeno, in quantità!

Savona non ne può più e in questo periodo appare come una pentola a pressione in ebollizione, al punto da rimpiangere, anche tra i tanti che hanno votato Caprioglio e Centro Destra, gli ultimi anni della stanca e apatica giunta Berruti.

La frase che si ripete in frequenza come nei ritornelli del karaoke è “Quelli di prima avranno pur fatto debiti, ma almeno la Città era pulita, a differenza di Questi di adesso che dopo averci chiesto sacrifici , lasciano la Città in evidente stato di sporcizia indecorosa.

E’ quasi un preavviso di sfratto per giusta causa!

Bruno Spagnoletti

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