Profili social post-mortem e la storia di Cristina Giordana che ha continuato a gestire la pagina del figlio scomparso

La morte di un figlio è sempre un evento terribile ed un genitore che si trova a dover affrontare una situazione simile cerca di reagire a suo modo. C’è chi si chiude nel suo dolore, chi si fa forza cercando di continuare le attività della propria vita quotidiana ed anche chi continua a parlare con lui, magari attraverso i social.

È il caso Cristina Giordana, madre di Luca Borgoni, ragazzo di soli 22 anni tragicamente scomparso in un incidente su Cervino a seguito di una gara di trail. La mamma, infatti, aveva continuato dopo la morte del figlio a gestirne il profilo Facebook, mantenendolo in “vita” tramite i social.

Ma Facebook non aveva ammesso deroghe. Come da regolamento, infatti, ha impedito alla madre di scrivere in prima persona al posto del figlio, rendendo il profilo del ragazzo “commemorativo”, come vuole la prassi.

La vicenda aveva fatto il giro della nazione, la madre era stata invitata anche in televisione a parlare di questo conflitto tra il social  di Mark Zuckerberg e la gestione di account di persone defunte. Un caso, questo, non isolato. E non solo italiano.

Poi per mamma Cristina le speranze si sono riaccese con la sentenza emessa dalla corte di Karlsruhe relativa ad un caso simile avvenuto in Germania che ha infatti stabilito il diritto ai genitori di gestire il profilo della figlia.(LEGGI QUI).

Di questo e di molto altro si parlerà oggi su Radio Onda Ligure 101 alle ore 15,20 in un’intervista in diretta con Cristina Giordana in occasione anche della presentazione del suo libro “Portami lassù” (LEGGI QUI).