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Politica | 11 novembre 2018, 16:50

Pietra Ligure, Mario Carrara: "Salviamo il DEA di II Livello a Santa Corona"

Il capogruppo della Lista Civica dei Pietresi: "Valorizzare, con nuove ipotesi di utilizzo, anche il consistente patrimonio immobiliare costituito da diversi immobili dell'ospedale oggi non più in uso"

Pietra Ligure, Mario Carrara: "Salviamo il DEA di II Livello a Santa Corona"

Il tema della sanità pubblica è sempre uno dei più sentiti, in tutta la provincia di Savona ma soprattutto a Pietra Ligure, dove nessuno è disposto a vedere un ospedale di Santa Corona "depauperato" di alcune tra le sue strutture più importanti.

Per questo motivo Mario Carrara, capogruppo della Lista Civica dei Pietresi, ha depositato in Comune una mozione nella quale chiede non solo chiarimenti, ma un'azione decisiva a tutela del DEA di II Livello nel nosocomio pietrese.

Nel testo della mozione si legge:

"Abbiamo letto che il Sindaco Valeriani ha chiesto all'assessore regionale alla sanità Viale notizie circa il progetto di ristrutturazione dell'ospedale Santa Corona, fatto redigere, a suo tempo, dal precedente Sindaco, su cui non si hanno più notizie.

Durante una recente conferenza, tuttavia, è  stato ribadito, da fonte autorevole, che, in realtà, alla Regione Liguria non sarebbe stato depositato nessun progetto formale e regolare di ristrutturazione dell'ospedale, bensì sarebbe stato recapitato solo un disegno o,  comunque,  un abbozzo di ipotesi circa la realizzazione di un edificio monoblocco, nel quale avrebbero dovuto concentrarsi le principali specialità del DEA di ll livello; tutto ciò avrebbe potuto attuarsi tramite i proventi derivanti dalla vendita e la successiva trasformazione in "edilizia privata" di molti immobili all'interno della "cinta ospedaliera".

Noi osserviamo che,  a prescindere dalla regolarità formale,  o meno, del progetto o della "bozza" di progetto in argomento, oggi, fine del 2018, con una condizione di "semiparalisi" del mercato immobiliare,  pare davvero difficile che si possano conseguire risultati economici rapidi e "ben remunerativi" conseguenti  ad operazioni immobiliari di tale portata ed impegno. A meno che, non si voglia "svendere" a prezzi di liquidazione il complesso di edifici individuati come suscettibili di essere trasformati da "ospedalieri" in case abitabili.

A riprova di quanto sosteniamo,  ci domandiamo: se così non fosse, il progetto di riconversione dell'area del cantiere navale,  già dotato di tutti gli atti autorizzativi, sarebbe già  in fase di attuazione avanzata;  come, pure,  quello pertinente le aree dell'Italcementi, tutt'ora "fermo al palo", così come diversi altri minori.

È per tutto questo che reputiamo, oggi, come "inattuabile", perché "fuori" dalle logiche odierne di mercato, ipotesi "vecchie" e "nuove" mirate a conseguire proventi dalla vendita del patrimonio immobiliare per reperire fondi adeguati per procedere alla ristrutturazione dell'ospedale Santa Corona.

Sulla base di questa realtà, riteniamo che debbano essere avanzate "nuove" proposte mirate a:

1) Difendere e "consolidare",  rendendolo "stabile" e non più  "in deroga", il DEA di secondo livello.

2) Valorizzare, con nuove ipotesi di utilizzo, il consistente patrimonio immobiliare costituito dai diversi immobili che hanno ospitato nel tempo le diverse specialità dell'ospedale, ma che,  oggi, per vetustà degli stessi o per trasferimento in altra sede delle medesime specialità,  non vengono più utilizzati e sono,  di fatto,  "dismessi".

Per attuare la finalità di cui al precedente punto n. 1, riteniamo opportuno proporre:

A) La richiesta alla Regione Liguria della attribuzione al DEA di secondo livello di Santa Corona della specialità di "cardiochirurgia".

Specialità che "spetterebbe" di diritto a Santa Corona, essendo una di quelle che compongono la dotazione istituzionale di un DEA di secondo livello (che ora è solo in deroga),  essendone l'ospedale sprovvisto.

Ciò consentirebbe di "stabilizzare" la qualifica stessa di "DEA", per Santa Corona perché sarebbe dotato di TUTTE le specialità ospedaliere che compongono un DEA di secondo livello.

B) Chiedere a gran voce,  da parte di tutti i Comuni rivieraschi, la riattribuzione della qualifica di "Azienda sanitaria" per Santa Corona; cioè: restituire a Santa Corona  quanto un'assurda decisione della precedente Amministrazione regionale motivata dalla volontà di perseguire "risparmi di gestione", le aveva tolto.

Ciò sarebbe perfettamente in coerenza e logica con il fatto che "l'altro" DEA di secondo livello della Liguria, cioè l'ospedale San Martino di Genova, è "azienda ospedaliera"; quindi,  delle due l'una: o si revoca (per ottenere risparmi) anche al San Martino la qualifica di "azienda ospedaliera", oppure si "reattribuisce" anche al DEA del Ponente ligure la stessa qualifica.

Si attuerebbe il concetto coerente: due DEA di secondo livello regionale,  due aziende ospedaliere.

Per attuare il punto sovraccitato,  al n.2:

Partendo dalle considerazioni più sopra svolte secondo le quali progetti formali e regolari per realizzare un nuovo monoblocco, in seguito alla vendita di molti immobili dell'ospedale, non ne esistono;

considerato, poi,  che appare ben difficile che, di questi tempi di profonda crisi del mercato dell'edilizia, possano sussistere od essere ipotizzate soluzionii di vendite vantaggiose dei sopraccitati edifici dismessi o da dismettere;

rilevato,  inoltre,  che per questi edifici,  non più "recuperabili" ai fini ospedalieri, sì dovrà pur prevedere qualcosa che non sia solo lasciarli proseguire nella loro rovina, si propone di renderli utilizzabili per una finalità della quale,  in un lontano passato si era fatto cenno; cioè : ospitare la sede staccata della facoltà di Medicina e chirurgia dell'università di Genova.

Riteniamo la proposta del tutto "fattibile" e realizzabile in quanto con la istituzione di una sede "decentrata" universitaria della facoltà di "medicina e chirurgia" nel Ponente ligure,  si andrebbero a completare, nella dotazione, le sedi "staccate" delle facoltà dell'università di Genova, già  presenti nel nostro territorio, a Savona ed Imperia.

Come nelle stesse Savona ed Imperia sono state istituite sedi staccate di facoltà universitarie letterarie, tecniche e scientifiche, ma la facoltà di medicina e chirurgia di sedi staccate non ne ha nessuna in tutto il Ponente ligure, perché non individuarla presso l'ospedale Santa Corona, dove molti capienti immobili sarebbero già disponibili? Dove, essendo sede di un DEA di secondo livello, esistono specialità e reparti,  anche d'avanguardia ed eccellenza,  che potrebbero essere frequentati, come luoghi di "apprendimento e pratica" su casi concreti,  da parte degli studenti? Non si considerano,  infine, quali "ricadute" positive potrebbero ingenerarsi per l'indotto e per tutto il territorio, nonché, soprattutto, per il prestigio dell'ospedale stesso da un provvedimento del genere?

Per tutto quanto sopra esposto, si chiede che il Consiglio Comunale di Pietra Ligure approvi la presente mozione nel seguente dispositivo:

Il Consiglio Comunale di Pietra Ligure, vista la situazione attuale dell'ospedale Santa Corona, al fine di potenziare e stabilizzare la attribuzione del DEA di secondo livello,  oggi solo "in deroga", nonché per individuare una nuova, produttiva utilizzazione  degli immobili dismessi ai fini ospedalieri, esistenti nell'ambito dell'attuale struttura ospedaliera

Delibera

1) Di chiedere alla Regione Liguria la dotazione per l'ospedale Santa Corona della specialità ospedaliera della "cardiochirurgia".

2) Di chiedere alla Regione Liguria la "riattribuzione" per il DEA di secondo livello dell'ospedale Santa Corona la qualifica di "Azienda ospedaliera", analogamente con la stessa qualifica già detenuta dall'altro DEA di secondo livello regionale dell'ospedale San Martino di Genova.

3) Di proporre alla Regione Liguria la richiesta all'Università di Genova di istituire una sede staccata della facoltà di "Medicina e chirurgia", nel Ponente ligure,  mettendo a disposizione ed utilizzando gli immobili all'interno della struttura ospedaliera dell'ospedale Santa Corona, dismessi ai fini ospedalieri.

Se approvata, si chiede di inviare la mozione stessa alle altre amministrazioni comunali del territorio del Ponente ligure per le determinazioni coerenti conseguenti".

Redazione

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