Quali saranno l'anno prossimo gli effetti della quarta rivoluzione industriale sulle imprese e sul mercato del lavoro?

La quarta rivoluzione industriale è già in atto nel nostro Paese e molti esperti e osservatori stanno cercando di capire come e cosa cambierà nel mondo del lavoro e delle imprese, ma soprattutto quali nuove professionalità saranno necessarie e quali invece presto potrebbero scomparire. In uno scenario in rapida evoluzione dovranno forse cambiare le competenze e la visione dell'operatività? Lo abbiamo chiesto a Stefano Vergani, Presidente Aisom.

Le industrie sono sempre più digitali e interconnesse, quali sono i rischi e quali le opportunità?

“E’ difficile prevedere quali saranno gli impatti tecnologici e strategici delle aziende nel prossimo futuro. Di certo l’evoluzione tecnologica sottrarrà posti di lavoro e solo nuove imprese e l’innovazione potranno compensare  i posti di lavoro persi nelle grandi organizzazioni”.

In che modo il nostro Paese potrà cogliere a pieno i benefici della quarta rivoluzione industriale?

“Guardando molto all’internazionalizzazione. Studiando e brevettando soluzioni che creino opportunità ovunque ma soprattutto nel patrimonio degli asset aziendali”.

Quale sarà l'impatto sul mercato del lavoro?

“Molti cambiamenti, sempre maggiore flessibilità, che però per crisi strutturale dei servizi e la costante politicizzazione a sostegno, non potrà compensare velocemente il turn over del lavoro in Italia”.

Ci può anticipare quali saranno gli obiettivi di Aisom nel 2019?

“Aisom vuole crescer innanzitutto nel numero e nella qualità degli associati. Non servono  imprese solo perché la loro quota contribuisce a sostenere lo sviluppo dell’Associazione. Meglio pochi impeditori ma buoni ( seri, motivati, onesti, innovativi ) piuttosto che lagne sempre pronte a piangersi addosso e a criticare il tutto per coprire le proprie inefficienze ed incapacità. I punti clou sono : a) implementare l’internazionalizzazione; b) implementare la cultura manageriale degli imprenditori; c) sostenere le imprese in crisi temporanea; d) studiare nuove forme di servizio a sostegno dei capaci”.