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Politica | 01 febbraio 2019, 15:30

Tiziana Cileto: "Mi candido come sindaco per ridare Finale Ligure ai Finalesi"

Il 9 febbraio la presentazione ufficiale. Annuncia la candidata: "Basta con i cittadini di Serie A e di Serie B"

Tiziana Cileto: "Mi candido come sindaco per ridare Finale Ligure ai Finalesi"

Si intitola “Diamo inizio al cambiamento” l’evento di presentazione di Tiziana Cileto come candidato sindaco della lista civica Per Finale alle comunali 2019. L’appuntamento sarà il 9 febbraio alle 16:30 nella sala Boncardo di Finalpia. “Non presenteremo una squadra perché riteniamo che non sia corretto chiudere i giochi già a febbraio precisa la candidata alla carica di Primo Cittadino – ma, al contrario, vogliamo che lo scopo di questo incontro sia quello di farci conoscere e di incontrare altre persone disposte ad affiancarci in un progetto collettivo per il bene del paese”.

Quali saranno le linee guida annunciate in questa occasione?

“Prima di tutto cambiare la visione che si ha oggi del Comune. Non esistono cittadini finalesi di Serie A e di Serie B. Tutti devono avere gli stessi diritti e le stesse opportunità. E poi due grandi temi che sentiamo particolarmente importanti sono le aree ex Piaggio ed ex Ghigliazza, con le quali stiamo valutando tutto il fattibile assieme a una équipe specializzata di architetti e amministrativisti. Certo, siamo ben consapevoli che si tratta di spazi privati, ma sarà nostro compito fare tutto ciò che è nelle possibilità dell’ente pubblico per restituire quei luoghi alla città e ai cittadini con ogni impiego possibile, da quello turistico a quello sociale. Ricordiamoci inoltre che si trattava di strutture che creavano un indotto: oggi continuare a costruire seconde case da parte di aziende che investono da fuori, che mandano personale di fuori, che acquistano materiale fuori, non porta alcun beneficio ai cittadini finalesi”.

Quattro idee per quattro rioni?

“Ovviamente nessun rione finalese si può riassumere in una sola frase, per cui avremo un programma dettagliato per prendere in esame le varie tematiche e criticità. Abbiamo però certamente dei punti chiave anche in questo caso.

Finalborgo: vogliamo ridare ai cittadini ciò che rischiano di perdere, cioè l’identità. Se per ipotesi prendessimo un turista coperto da un cappuccio nero e lo portassimo nel Borgo senza dirgli dove si trova, probabilmente chiederebbe dove si trovano gli impianti di risalita delle stazioni sciistiche! Sia ben chiaro: niente contro l’outdoor, importante volàno per l’economia turistica, ma intanto si moltiplicano i negozi ultraspecializzati e chiudono una dopo l’altra le botteghe storiche. Dobbiamo preservare una storia, una cultura e anche un commercio. Sicuramente una razionale riapertura delle porte sarà importante, ma il problema più grave è a monte, con quella rotatoria che rende disagevole accedere in modo diretto al Borgo per chi scende da Calice. Non sarà impresa facile, certo, ma si imporrà una riprogettazione più nazionale della viabilità.

Finalmarina: quando ero bambina accorrevano dai paesi vicini per vedere la passeggiata, così bella, colorata, ricca di fiori, manutenuta da giardinieri esperti che ricevevano anche elogi e complimenti perché la reinventavano sempre nuova ogni due o tre mesi. Oggi vorrei vedere meno burocrati, meno dirigenti, in cambio di più operai e giardinieri che fanno con scrupolo e mettendoci passione il proprio lavoro per una Finale più bella.

Finalpia: non voglio entrare nel merito del rifacimento delle due strade, presumo che possano piacere o meno. Ma così come è stato fatto, il lavoro è inutile. La via Aurelia di mezzo fa si che non ci sia alcuna continuità con il litorale, il protrarsi dei cantieri ha causato danni e disagi indescrivibili a residenti e commercianti. E poi c’è tutta la parte alta, quella di via Calvisio, quella dai campi da tennis, trascurata, isolata, abbandonata. Abbiamo inoltre il sogno di valorizzare un plesso meraviglioso come piazza Abbazia dando la visibilità che merita.

Varigotti: un borgo meraviglioso umiliato alla stregua di quartiere dormitorio. Dobbiamo riportare la vita, la cultura, gli eventi, le iniziative, ridare un’identità al rione. Oltre naturalmente a ripristinare il naturale collegamento dato da una passeggiata che per ora versa in condizioni disastrose”.

Abbiamo parlato della zona alle spalle di Finalpia. Altre criticità?

“Tantissime. Premesso che ritengo inaccettabile il termine ‘periferia’, più consono a una metropoli che a una cittadina piccola come Finale. Ma se proprio vogliamo adoperarlo, riflettiamo sul fatto che tutte le città italiane ed europee stanno varando progetti di riqualificazione e valorizzazione delle periferie. Noi invece qui abbiamo zone come quelle già menzionate a Finalpia, ma penso anche a via Aquila, via Fiume, Parco Fontana fuori dalle mura del Borgo, o piazza della Resistenza a Calvisio. Sono luoghi abitati da cittadini che pagano le tasse come quelli con vista sul lungomare, ma sembra che siano condannati a non avere lo stesso diritto alla bellezza”.

Più o meno gli altri schieramenti si stanno delineando: quale potrebbe essere il più temibile?

“Chi ha l’appoggio di una parte politica può contare sul voto di chi sostiene il simbolo e non la persona. Ma spero che i cittadini finalesi abbiano ben chiaro che cosa sono diventati oggi i partiti: qui non si legifera, Finale Ligure va amministrata, bisogna dare ai suoi abitanti qualcosa di più delle promesse di un partito. Noi siamo liberi, indipendenti, non schierati”.

Tiziana Cileto è prima di tutto medico: vogliamo parlare di sanità?

“Le direttive regionali stanno portando la sanità lombarda in Liguria, con tagli sostanziali e continue privatizzazioni. Noi che lavoriamo nel settore siamo costretti a diventare sempre meno medici e sempre più contabili, dobbiamo rendicontare ogni spesa sostenuta, dalle visite ai farmaci. Tutto questo io non lo accetto”.

Per Finale è da sempre un movimento con una forte connotazione ambientalista: quali progetti in tal senso?

“Odio quel suffisso –ista, etichetta limitante e quasi dispregiativa. Non esiste l’ambientalismo, esiste l’ambiente, che è il mondo in cui viviamo e che dovrebbe essere al centro di qualsiasi programma amministrativo, sia esso schierato a sinistra, al centro, a destra o civico e indipendente. Guardiamo ad esempio allo scempio di verde pubblico in via Dante. Il pino è una pianta bellissima ma che purtroppo dal punto di vista viario per le sue caratteristiche intrinseche può avere conseguenze disastrose. Persino un Comune come Savona, che in anni recenti non ha fatto mistero delle proprie difficoltà economiche, togliendo i pini in via Tardy e Benech ha messo in atto una massiccia ripiantumazione con altre tipologie di alberatura. Via Dante, invece, e torniamo al discorso precedente, è stata degradata da arteria fondamentale tra la Marina e il Borgo a brutto stradone periferico. Ma quando arriverà l’estate, col sole a picco, gli abitanti del quartiere quanto saranno condannati a soffrire?”

Ci siamo sentiti spesso per parlare di problematiche giovanili (leggi QUI). Che ruolo hanno i giovani nel programma?

“Oggi a Finale per loro non ci sono proposte, non ci sono alternative, ci sono solo divieti, la cosa più sbagliata da dare a un giovane. E si moltiplicano fenomeni preoccupanti legati soprattutto all’abuso di alcool. Quando avevo vent’anni non dico che a Finale, come in tutta la Liguria, non esistessero la droga e l’alcolismo, ma esistevano anche tanti stimoli: c’erano sette o otto discoteche, quattro cinema, spazi aggregativi… Oggi il nulla. Il nostro obiettivo è quello di coinvolgere i giovani il più possibile, a renderli partecipi della cosa pubblica, a parlare con noi delle loro esigenze, perché sarà la loro la Finale di domani. Dobbiamo essere noi a stimolarli a costruire insieme un’idea di città nuova.

E un’altra piaga che combatteremo con ogni forza sarà la ludopatia: sappiamo di donne sole e di anziani che si vendono l’unica casa che hanno a cifre risibili per giocarsi il ricavato. Hanno fatto bene quei Comuni che hanno iniziato ad esempio a ridurre gli orari di apertura delle sale giochi. Metteremo in campo tutte le forze a disposizione per arginare questo problema”.

Alberto Sgarlato

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