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Attualità | 25 febbraio 2019, 10:11

Albenga, il progetto "Non uno meno" non ha chiuso. Un mese per fare il bilancio e capire le strade da prendere in futuro

Nel frattempo i ragazzi proseguiranno il loro percorso nelle realtà di Alassio e Finale, mentre i ragazzi autistici che gestiscono il verde attraverso il loro laboratorio di inclusione sociale continueranno a farlo

Albenga, il progetto "Non uno meno" non ha chiuso. Un mese per fare il bilancio e capire le strade da prendere in futuro

Il progetto “Non uno meno” non ha chiuso. Le precisazioni sono dovute e necessarie per andare a dirimere quelle perplessità e quei dubbi che, vedendo il chiosco Campanellino chiuso, sono nati in molti cittadini.

Come già sottolineato dall’assessore Vespo (LEGGI ARTICOLO la decisione è stata quella di prendersi un mese di ferie e, nel contempo valutare la funzionalità di questo progetto sperimentale.

Nel frattempo il Parco Peter Pan e soprattutto i ragazzi con disabilità e le loro famiglie non verranno lasciati a loro stessi.

I ragazzi che si occupavano della gestione del chiosco, in questo mese, continueranno il loro percorso di inclusione sociale ad Alassio o Finale Ligure (dove sono attivi altri “Non uno meno”), mentre i ragazzi autistici che gestivano il verde e la pulizia del parco attraverso dei laboratori sociali continueranno a farlo.

Nel frattempo Anffas, la cooperativa Jobel (che si occupa della parte più prettamente economica del progetto), il Comune e le famiglie si siederanno intorno ad un tavolo per valutare i risultati raggiunti con il progetto.

Una sorta di bilancio, insomma, ma nel quale non verranno valutati esclusivamente gli aspetti economici, seppur importanti, ma dove “nella colonna +” andranno messi tutti quegli aspetti sociali che sono la base di un progetto come quello di “Non uno meno”.

“Non uno meno”, infatti, ha come scopo quello dell’inclusione sociale, di dare una possibilità a ragazzi con disabilità di acquisire competenze e autonomie, di sentirsi responsabilizzati e soddisfatti del loro lavoro, oltre a quello di essere impegnati in attività che, per alcuni aspetti possono essere decisamente più “aperte” rispetto a quelle che si svolgono nei centri diurni. Non solo, infatti fondamentale è anche l’effetto che questi progetti generano nella società, in realtà come il Parco Peter Pan, ad esempio, “Non uno meno” oltre a fornire un servizio permette ai bambini e non solo, di poter guardare alla disabilità in un modo diverso e più inclusivo.

Anche tutti questi (e molti altri) aspetti dovranno essere tenuti in considerazione durante gli incontri durante i quali verrà deciso se proseguire o meno con “Non uno meno” e come.

Naturalmente saranno valutati anche gli aspetti economici, questo servizio, non essendo puramente ed esclusivamente una attività commerciale, non potrà essere economicamente competitiva con altre, ma, proprio per il suo aspetto sociale, fondamentale per la sua sopravvivenza saranno i contributi economici che potranno essere elargiti dal Comune, ma non solo, magari anche dalla Regione attraverso i progetti sulla vita indipendente.

Mara Cacace

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