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Economia | 08 marzo 2019, 08:30

Fiducia e consapevolezza, due ingredienti chiave per costruire l’Italia del futuro

Siamo un Paese che rappresenta un punto di riferimento per la capacità del “saper fare” in settori come sanità, nanotecnologie ed innovazione industriale. Ecco perché dobbiamo recuperare fiducia in noi e nel futuro.

Fiducia e consapevolezza, due ingredienti chiave per costruire l’Italia del futuro

I numeri che circolano in questi giorni sullo stato di salute della nostra economia non sono incoraggianti. Anzi, se interpretati con la sindrome del “bicchiere mezzo vuoto”, sono decisamente allarmanti e non lasciano spazio a dubbi: siamo un Paese in recessione, con un tasso di crescita previsto nel 2019 pari allo 0,2-0,4%, purtroppo ultimo tra i Paesi europei che vedono invece il faro di Malta illuminare il mare della crescita con un +5,5%.

Tuttavia non sottovalutiamo mai la capacità di navigare degli italiani, definiti dal mondo intero come un popolo di SantiPoeti e Navigatori. Ma andiamo per ordine e proviamo a fare qualche ipotesi su come costruire e mettere in rete un Palazzo della Civiltà in cui ospitare le eccellenze italiane di ricerca scientifica, sanità, università, storia nazionale, arte e cultura, artigianato, commercio, lavoro, società civile, agricoltura e capacità di fare impresa: in una parola il genio inventivo italico.

I Santi. Lo siamo un po’ tutti, senza timore di scomodare la religione. La crisi economica, iniziata ormai nel 2008, ha senza dubbio messo in ginocchio il sistema produttivo italiano, creando disoccupazione e aumentando il numero di famiglie in condizioni di indigenza a livelli tali che nessun economista avrebbe mai previsto. Ma la pazienza, unita alla voglia di fare e di cogliere opportunità, è la virtù dei forti e - come insegna la storia - è l’ingrediente che più di ogni altro fa da collante nelle situazioni più complicate. Tutto ciò non basta. La pazienza dei cittadini deve essere supportata da scelte politiche e istituzionali solide e sostenibili che creino domani mattina posti di lavoro, investimenti e strumenti concreti per la crescita. Morale: debito pubblico sì, ma volto a creare le condizioni per far aumentare PIL e fiducia nei consumi, soprattutto in un Paese che ha oggi bloccati sui conti correnti 1.400 MLD/EUR di liquidità su poco meno dei 5.000 disponibili in Italia.

I Poeti. Per fortuna l’Italia non è quel Paese di cicale e di lamentosi che qualcuno al di fuori dei confini nazionali pensa. La forza dei veneti, la concretezza dei lombardi, la capacità riflessiva dei piemontesi, il senso dello stato e delle istituzioni di ogni regione del sud e mille altri talenti italiani fanno della poesia e della cultura italiane persino un’attività minore. Certo, tutto il mondo ci invidia Dante Alighieri, Leonardo da Vinci, Cicerone, Marco Polo, Galilei e Cristoforo Colombo e pure Ötzi, il pastore guerriero dell’Età del Rame che abbiamo adottato con enorme piacere perché ritrovato in Alto Adige nel ghiacciaio del Similaun. Veri e propri miti di cui all’epoca dei social media e dei selfie non possono che rappresentare l’Italia come top influencer.

Ma il futuro è già passato e per riprendere fiducia in noi stessi abbiamo bisogno di figure di riferimento contemporanee che facciano oggi della propria vita una missione, cambiando le regole del mondo senza fare rumore. E allora ripartire da Fabiola Gianotti, la prima donna a guidare il CERN, Elena Cattaneo, l’esperta di cellule staminali, Umberto Veronesi, l’oncologo e politico, Carlo Rubbia, il fisico delle particelle che ha vinto il premio Nobel, Giacomo Rizzolatti, lo scopritore dei neuroni specchio e - con un tocco di snobismo - Giorgio Armani, lo stilista che ha illuminato il mondo con la luce della qualità e della bellezza dello stile italiano, ci fa sentire sollevati.

I Navigatori. Gli italiani hanno scoperto le Americhe, il Capo di Buona Speranza, il Canada e le Isole Canarie, quindi non siamo poi così sprovveduti. Dobbiamo solo ritrovare la bussola per orientarci nella complessità del Mondo 4.0 in cui dominano algoritmi, innovazione digitale e tecnologie che consentono di operare pazienti a 10.000 km di distanza. Ecco gli alleati indispensabili a recuperare fiducia in noi stessi: innovazione e capacità di sfruttarla al meglio.

Sapevate che il nuovo sistema di Intelligenza Artificiale «Hey Mercedes!» installata sulle auto della blasonata casa costruttrice tedesca è stato realizzato da un torinese? Oppure che il primo trapianto di porzione di fegato che con la sua autorigenerazione ha salvato la vita ad un paziente colpito da metastasi è stato effettuato a Padova pochi giorni fa?

Per ricominciare e veleggiare con buon vento, non concentriamoci sul sistema che scricchiola, ma sulle persone, singoli nodi una rete che rende l’opera d’arte #Italia davvero grande.

Enrico Molinari

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