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Economia | 11 marzo 2019, 10:30

Italia, aumentano i divorzi

A certificare questa situazione è l’Istat, nel report diffuso alla fine dello scorso anno e relativo allo stato civile dei nostri connazionali.

Italia, aumentano i divorzi

Si parla molto del cosiddetto Ddl Pillon, il progetto di legge presentato dal rappresentante della Lega Nord che sta suscitando notevoli proteste anche perché va a toccare una materia estremamente delicata, quella relativa all’affido dei figli: l’intenzione è quella di introdurre nella nostra società il concetto di bigenitorialità perfetta.
Il tutto mentre il nostro Paese vede un notevole aumento dei divorzi e una altrettanto vistosa frenata dei matrimoni, con qualche parziale eccezione che però va interpretata come tale. A certificare questa situazione è l’Istat, nel report diffuso alla fine dello scorso anno e relativo allo stato civile dei nostri connazionali.

Il report di Istat

Il rapporto compilato dai ricercatori dell’istituto di statistica suona abbastanza eloquente: rispetto al censimento del 1991 il numero dei divorziati si è praticamente quadruplicato, soprattutto nella fascia di età tra i 55 e i 64 anni. Un dato che viene limitato in maniera molto parziale dall’aumento dei matrimoni fatto registrare nel corso del 2015, l’ultimo preso in considerazione, il cui dato è il più elevato dal 2008, con circa 4.600 sposalizi in più.
Nello stesso arco temporale, però vanno registrati 82.469 divorzi, ovvero il 57% in più rispetto all’anno precedente. Il motivo di questo trend viene spiegato dagli esperti con l’introduzione nel nostro ordinamento del cosiddetto divorzio breve, ovvero con la norma che permette ad uno dei sposi di chiedere la rescissione del vincolo matrimoniale una volta trascorso il termine di un anno di separazione giudiziale (sei mesi per quella consensuale), a differenza dei tre necessari prima.
Una norma entrata in vigore il 26 maggio 2015 che ha fatto subito sentire i suoi effetti, se si pensa che dopo la sua approvazione sono stati definiti 27.040 divorzi presso gli Uffici di stato civile, ovvero il 32,8% del totale nel 2015.

Ad avvantaggiarsi sono gli avvocati divorzisti

La situazione che si è andata creando dopo l’entrata in vigore del cosiddetto divorzio breve ha comunque riversato i suoi evidenti vantaggi su una particolare categoria, quella formata dagli avvocati divorzisti.
Per poter portare a termine la rescissione del vincolo matrimoniale, infatti, le coppie devono far ricorso a professionisti in grado di rimuovere tutti i possibili ostacoli sulla strada di una composizione pacifica della vicenda, soprattutto nelle famiglie in cui siano presenti figli piccoli. Quindi occorre la figura di un avvocato esperto in diritto divorzile.
I procedimenti giudiziari che possono seguire alla mancanza di un accordo preventivo possono infatti trascinarsi per anni e scavare un solco irrimediabile, rendendo perciò necessaria l’entrata in scena di un avvocato che sia in grado di dimostrare empatia verso il cliente e assicurarsene la fiducia. Una esigenza che potrebbe diventare ancora più pressante ove venisse approvato il Ddl Pillon.

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