"Plodio, la tradizione dei cantori delle uova continua. Grazie ragazzi". Cosi commenta sulla propria pagina Facebook il primo cittadino Gabriele Badano.
Il canto delle uova è una tradizione tipicamente piemontese che ha radici storiche molto profonde. Nelle serate/notti di quaresima che precedevano la Pasqua, gruppetti di giovani e meno giovani, musici e cantori arrivavano al limitar delle aie e lì cominciavano a cantare intonando: "Sun partì dalla mia cà fin dall'altra seira per ennive a salutè e deve la bunaseira..." .
E il canto continuava con diverse strofe sotto le finestre dei padroni di casa, aspettando che aprissero la porta. I contadini, spesso svegliati dall’abbaiar dei cani, aprivano la porta e scendevano nei cortili donando uova fresche o altri generi alimentari, che il gruppo di questuanti avrebbe conservato fino al lunedì dell’Angelo per preparare frittate durante la “merendina” di Pasquetta.
A chi non apriva la porta erano riservate alcune strofe di “maledizione” che la comitiva intonava per castigare la casa e gli abitanti che non accoglievano di buon grado lo spirito benefico.