Il 32% dei creditori di Ata ha espresso il proprio voto favorevole nell’udienza di questa mattina, ma per conoscere il futuro dell’azienda si dovranno attendere 20 giorni e il voto dei creditori mancanti per raggiungere almeno il 50%. L’azienda potrà dar via così al piano concordatario e il conseguente ingresso al 49% di un soggetto privato, una New.co.
Un’udienza durata circa mezz’ora, coordinata dal Giudice delegato Stefano Poggio, nel quale i creditori presenti hanno ricevuto tutte le spiegazioni dal commissario Provaggi che ha esposto un riassunto della relazione.
“Siamo moderatamente ottimisti, il 32% è un numero abbastanza importante, mancano ancora alcuni creditori significativi stiamo attendendo che si esprimano e confidiamo che la proposta di voto sia a favore della proposta concordataria - le parole di Garassini, presidente Ata - Speriamo di superare il 50% dei votanti, puntiamo sull’impegno profuso, l’attenzione e il rispetto per i creditori che esprimono molta amarezza con ragione, chi contrae con il pubblico ha la presunzione che i suoi crediti vengano onorati ma in questo caso non avviene. Tutto ciò ci crea imbarazzo”.
Ata ha un debito di circa 7 milioni con i creditori in chirografo (11 milioni se si contano i creditori privilegiati che ottengono il 100% della cifra) che devono accontentarsi invece del 25%.
“Ci sono più criteri che distinguono i creditori in chirografo dai privilegiati - conclude il presidente di Ata - la legge definisce quali crediti sono in privilegio come le cooperative, i lavoratori, il fisco, i coltivatori diretti, i professionisti, ad esempio i fornitori che invece sono privi di privilegio e solo questi ultimi hanno diritto di esprimere il voto”.