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Attualità | 06 aprile 2019, 09:06

Apiliguria: "Fu proprio Finale Ligure, nel 1979, a ospitare il primo corso di analisi sensoriale del miele"

Oggi, dopo 40 anni, l'Italia è l'unica nazionale al mondo ad avere un Albo Professionale degli assaggiatori di miele riconosciuto a livello ministeriale

Apiliguria: "Fu proprio Finale Ligure, nel 1979, a ospitare il primo corso di analisi sensoriale del miele"

Come già annunciato su Savonanews, oggi Finale Ligure si prepara ad accogliere un grande evento sulla analisi sensoriale del miele, che si articola su tre diverse location: l’abbazia benedettina di Finalpia, i Chiostri di Santa Caterina di Finalborgo e l’Istituto Alberghiero “A. Migliorini” di Finale Ligure.

Chi volesse conoscere tutti i dettagli sugli organizzatori, i partner e il programma lo trova a questo LINK.

Esprime soddisfazione Andrea Boffa, consigliere regionale di Apiliguria per il Territorio della provincia di Savona: “Si tratta del primo grande convegno che organizziamo nel Savonese e siamo fieri di realizzarlo proprio qui, a Finale Ligure, dove questa disciplina ebbe inizio in Italia 40 anni fa”.

Chiediamo a Boffa come si può descrivere l’analisi sensoriale. Ci spiega: “Ogni varietà di miele monofloreale ha le sue caratteristiche. Il processo di analisi sensoriale può essere, seppur solo in parte, assimilabile a quello che un sommelier fa con il vino. C’è un contatto olfattivo, uno al palato, una degustazione attraverso i quali si possono apprezzare e capire le caratteristiche del miele che abbiamo davanti”.

Elena Molinelli rappresenta un nome d’eccellenza in Liguria per l’analisi sensoriale del miele. Ci racconta: “Nel Finalese è rinata da poco  tempo a questa parte la volontà di Apiliguria di tornare a organizzare eventi importanti. Siamo ripartiti lo scorso novembre con un corso di introduzione, mentre oggi realizziamo un corso di aggiornamento per esperti”. Le chiediamo che cosa serve per diventare un buon conoscitore di miele. Spiega Molinelli: “Per riconoscere un buon miele servono tutti i sensi: a partire dall’osservazione del colore, se diventa scuro in modo anomalo, passando naturalmente per il gusto, fino ad arrivare alla parte tattile, se il miele cristallizza”.

E com’è oggi la produzione di miele in Italia?

“Grazie alla conformazione della nostra penisola esistono oltre 40 tipi monoflora diversi, dalle Alpi fino alla Sicilia. In Liguria abbiamo delle qualità tipiche particolari, come il miele di erika arborea (la pianta con cui si producono anche le pipe in radica), il tarassaco, il rododendro. Per via della conformazione del territorio, che non consente grandi distese di fioritura, la produzione non è curata da grandi aziende ma è ancora in mano a piccole realtà, spesso a conduzione familiare. L’Italia è, comunque, oggi l’unica nazione al mondo ad avere un Albo Professionale degli assaggiatori di miele riconosciuto a livello ministeriale”.

E a proposito di albo, all’evento finalese di Apiliguria è presente il presidente in persona dell’Albo Professionale, il Professor Gian Luigi Marcazzan, ricercatore del CREA, al quale chiediamo un po’ di storia.

Ci racconta: “L’albo è stato istituito alla fine degli anni ’90 per dare una connotazione ufficiale a un sodalizio di esperti e di appassionati che era già in attività dalla fine degli anni ’70. Infatti proprio qui a Finale Ligure, nel 1979, quando Ugo Franco era presidente di Apiliguria, varammo il primo corso di analisi sensoriale, seguito, fino a oggi, da oltre 500 altri corsi in tutta l’Italia”.

Chiediamo un parere a Marcazzan sulla qualità. “Essa è cresciuta enormemente nel corso degli anni – ci risponde – e in Italia, grazie alle nostre varietà, è in grado di soddisfare qualsiasi richiesta. Dobbiamo certamente dire grazie a questa rete informativa che non esiste in nessun’altra parte del mondo. Soltanto oggi alcuni paesi del Mediterraneo, come Spagna e Grecia, iniziano ad affacciarsi sul mondo della analisi sensoriale. Ma l’Italia è stata pioniera e soprattutto la Liguria, il Piemonte, la Lombardia, l’Emilia Romagna sono le regioni che fin da subito si sono mostrate più attive e che oggi contano il maggior numero di iscritti all’albo professionale”.

Alberto Sgarlato

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