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Attualità | 18 aprile 2019, 08:42

Chiusura Mondovì-Ovest: “Il decreto si basa su un errore che va contro le stesse disposizioni ministeriali”

A dirlo è il legale che difende la famiglia Chiera: “Una scelta politica inaccettabile ma noi andremo fino in fondo nelle sedi opportune”

Chiusura Mondovì-Ovest: “Il decreto si basa su un errore che va contro le stesse disposizioni ministeriali”

“Contestiamo il decreto interministeriale del 2015 sulla riorganizzazione delle aree autostradali, in quanto per noi ha un errore di fondo - un errore per noi voluto - che va contro e in violazione del documento stesso”.

Con queste poche ma chiare parole, l’avvocato di Torino Fabio Arcangeli svela in parte la linea difensiva con la quale, carte e dati alla mano, si oppone alla chiusura definitiva dell’area di servizio gestita dalla famiglia Chiera di Mondovì Ovest sull’autostrada Torino-Savona, secondo quanto riportato nel decreto riorganizzativo, firmato dagli allora ministri allo Sviluppo Guidi e ai Trasporti Lupi. Ed è partendo da questa considerazione che l’avvocato Arcangeli sottolinea come: “Le distanze chilometriche tra un’area e l’altra sono state calcolate male, in quanto fanno riferimento all’autostrada Asti-Cuneo, che non ha niente a che fare con la Torino-Savona”.

Secondo l’avvocato torinese - che difende la famiglia Chiera fin dall’inizio di questa battaglia - "il problema è che in quel tratto autostradale verso Cuneo, l’autostrada non ha aree di servizio, quindi chi doveva essere soppressa non è l’area di Mondovì ma quella più vicina al bivio per l’autostrada verso Cuneo. Per questo è stata fatta una scelta politica che è diversa e in violazione dello stesso decreto ministeriale. Un errore fatto a monte, per un decreto dove molti concetti riportati non sono neppure così chiari. Comunque - conclude il legale Arcangeli - noi resistiamo, perché il decreto è stato fatto male e in fretta: faremo valere le nostre ragioni nelle sedi opportune”.

Dopo le rassicurazioni per l’altra area di servizio caduta sotto la mannaia del decreto Lupi-Guidi, ossia Rio Coloré gestita dai coniugi Salvatico e Vinai, ora anche per Mondovì Ovest ci potrebbe essere una speranza in più per arginare la disposizione del decreto ministeriale.

E sono già in molti - cittadini ed amministratori - che hanno fatto sentire la loro voce per opporsi alla chiusura di un locale che è molto diverso, per gestione e tipi di prodotti in vendita, da altri punti di ristoro presenti sulle autostrade italiane.

L’autogrill di Mondovì Ovest, condotto dalla famiglia Chiera, non è solo un punto di ristoro lungo l’autostrada Torino-Savona, ma è soprattutto una vetrina del territorio, un presidio unico delle eccellenze del Piemonte, nonché la porta di entrata per migliaia e migliaia di turisti che ogni anno transitano sulla Verdemare per raggiungere e scoprire le belle ed uniche colline di Langa, patrimonio dell’Unesco, per sciare sulle montagne del Monregalese o partecipare alle innumerevoli fiere del territorio, creando un indotto prezioso per le nostre realtà medio-piccole.

La famiglia Chiera, da due generazioni, con il loro modo gentile di accogliere i clienti, sono famosi tra chi è solito viaggiare sulla Torino - Savona per le eccellenze enogastronomiche che trova in vetrina e sugli scaffali, dove ci sono quelle eccellenze che rendono famosa la nostra regione in tutto il mondo: la tuma di Murazzano o i funghi di Ceva, le castagne, il miele, la nocciola Tonda e Gentile e ancora, il re delle colline delle Langhe: il tartufo bianco di Alba.

Per questo chiudere questo punto di ristoro significa anche infliggere un duro colpo all’occupazione e alle aziende di tutto il territorio. Ed è per questo che cittadini ed amministratori sono pronti a scendere in piazza per difendere la loro area di servizio, prestigiosa vetrina di eccellenze, affacciata sul mondo.

NaMur

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