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Sanità | 28 aprile 2019, 10:12

Denti naturali e impianti: cosa c’è di nuovo

I denti naturali restano di gran lunga più performanti degli impianti. La principale evoluzione sta nella sempre più ampia diffusione delle TAC Cone Beam negli studi odontoiatrici

Denti naturali e impianti: cosa c’è di nuovo

Cari Lettori, nel 2016 pubblicai su Savona news un articolo in cui si confrontavano le caratteristiche di denti naturali ed impianti, spiegando i pro ed i contro di ciascuno di essi.

A distanza di tre anni cosa è cambiato? Non moltissimo a livello tecnologico: i denti naturali restano di gran lunga più performanti degli impianti, per tutti i motivi che spiegavo allora (e che potete rileggervi a questo link).

La principale evoluzione sta nella sempre più ampia diffusione delle TAC Cone Beam negli studi odontoiatrici, cosa che consente una più attenta pianificazione degli interventi di implantologia. Inoltre questa tecnologia permette di preparare degli interventi su intere arcate dentarie utilizzando  la “navigazione guidata”, cioè predisponendo delle dime in resina che guidano le nostre frese per “bucare l’osso” nei punti più opportuni ad accogliere gli impianti, anche senza vederlo (cioè senza fare incisioni nella gengiva). Questa programmazione consente anche di predisporre delle protesi provvisorie già molto precise da applicare immediatamente dopo l’intervento di implantologia (si chiamano per questo “a carico immediato”). Questo tipo di lavori, che coinvolgono una intera arcata (se non entrambe), consentono di passare, in una sola seduta, da una dentiera mobile ad una protesi fissa. Questo è un grande risultato ma sul quale vorrei fare alcune riflessioni:

Perché il paziente arriva a dover fare un intervento di questo tipo?

  1. Ha perso tutti i denti in un incidente; evento fortunatamente molto raro e che presuppone una demolizione delle ossa di mandibola e mascella tale da rendere assai complesso l’inserimento di impianti
  2. Li ha persi per malattia parodontale (piorrea); in questo caso, una protesi di questo tipo, è comunque ad alto rischio in quanto le stesse cause che hanno provocato la perdita dei denti possono, ancora più facilmente, portare alla perdita degli impianti. Diventa indispensabile per il paziente avere una cura estremamente scrupolosa della propria igiene orale, deve cioè cambiare radicalmente le abitudini che lo anno portato a perdere i denti naturali.
  3. Ha perso i denti per carie trascurate che hanno reso gli elementi irrecuperabili; questo avviene sovente nelle persone che hanno molta ansia nell’andare dal dentista e quindi si trascurano fino a quando la situazione diventa non più sostenibile, non pensando che questo tipo di riabilitazione è molto più invasiva di quanto non sarebbe stato farsi curare delle piccole carie al momento opportuno
  4. Ha perso tutti i denti perché il suo dentista, anziché curarli, gli ha detto “togliamoli tutti e mettiamo degli impianti così non ci pensi più”. Questa è una cosa molto grave, una vera “mutilazione”, che viene proposta soprattutto in grandi catene di centri odontoiatrici, che riescono così ad erogare una prestazione economicamente importante (anche quando viene offerta a tariffe “low cost”) in un tempo di lavoro molto contenuto (in una seduta si fa tutto mentre, per curare molti denti compromessi, sarebbero magari state necessarie diverse settimane o mesi…). In odontoiatria la quantità di tempo necessaria per effettuare una cura è la “voce di spesa” più importante per lo studio odontoiatrico (molto più importante del costo dei materiali!). Per questo chi cerca di salvare i denti naturali ha spesso tariffe più elevate. Il paziente è ovviamente libero di scegliere, ma è giusto che sappia che, mentre i denti naturali sono geneticamente “programmati” per durare tutta la vita (e, se ben curati e ben mantenuti, lo fanno), il 95% degli impianti statisticamente durano tra i 10 ed i 15 anni e, quando vengono perduti, può risultare molto più difficile posizionarne degli altri poiché, per solito, la loro perdita è collegata ad una perdita dell’osso che li sostiene.

 

quindi cosa fare per avere il meglio dal proprio sorriso?

a)      Cercare di avere cura dei propri denti naturali: sono migliori e sono “gratis”.

b)      Cercare un dentista che, oltre alla cura dei denti, dia importanza e dedichi tempo ad aiutarci a prevenire le malattie di bocca e denti

c)      Se abbiamo già problematiche importanti (per cui dobbiamo rimpiazzare molti denti) scegliamo un dentista bravo, referenziato, riconoscibile e che sappiamo dove trovare in caso di complicanze. Facciamo invece attenzione ai centri in cui c’è un grande turn-over di operatori, poiché risulterà più complesso essere seguiti nel tempo dalla persona che ha eseguito il lavoro e che ne ha quindi la responsabilità.

d)     Non basare la scelta del dentista solamente sul passaparola, né sui messaggi pubblicitari, tantomeno sul solo tariffario, ma cercare negli elenchi delle varie società scientifiche: i “Soci Attivi” sono quelli che, per ottenere questa qualifica, hanno dovuto presentare ai colleghi dei casi in cui hanno dimostrato di saper lavorare “in un certo modo”. Un aiuto lo potete trovare sul sito www.slowdentist.it in cui sono riportati la gran parte dei Soci Attivi, con schede che indicano le loro caratteristiche ed un punteggio in “stelle” basato su diversi parametri (dalle qualifiche alle attrezzature alle recensioni dei pazienti)

e)      Se trovate un dentista che vi dice “togliamo tutti i tuoi denti e mettiamo degli impianti” (come vi dicevo sopra, al punto “4”), prima di accettare vi suggerisco di chiedere un secondo parere… perché poi non si può più tornare indietro!

Per eventuali dubbi non esitate a scrivermi a dottore@attiliovenerucci.it , ricordandovi di indicare da dove scrivete e come avete trovato il mio contatto.

Buona domenica!

Attilio Venerucci

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