- 29 maggio 2019, 13:59

Ma che succede nella Lega di Savona? Il potere logora chi non l’ha

L'opinione di Bruno Spagnoletti

Ma che succede nella Lega di Savona? Il potere logora chi non l’ha

Non vi è dubbio alcuno - a meno di non voler fare come gli struzzi o di non essere intellettualmente onesto - che i veri vincitori delle elezioni politiche di oltre un anno fa, siano stati i leghisti sia nella Città Capoluogo, sia in Provincia con punte “bulgare” nel Ponente savonese.

Ed è altrettanto vero che la Lega ha stravinto le ultime elezioni europee e mandato all’angolo con un Knockout tecnico, senza precedenti, gli alleati di governo del M5S e, a guardar bene dentro i dati, anche gli alleati di Forza Italia nelle Istituzioni decentrate dello Stato (Regioni, Province e Comuni).

Bisogna onestamente riconoscere che il Capitano (ormai assunto al grado di Generale) non ha rivali nella straordinaria capacità di gestire i moderni strumenti della comunicazione nella società da the game e cannibalizza un po’ tutti i concorrenti.

A guardare al voto delle europee che è avvenuto “dentro” l’irrisolta questione morale della nuova tangentopoli e la chiamata in correo non solo dell’ex sottosegretario Siri, e di alcune indagini quantomeno imbarazzanti sul sistema diffuso del potere in terre lombarde.

A determinare il successo elettorale vi è – senza alcun dubbio - la capacità di parlare alla pancia (ma anche alla testa degli elettori), al sentire diffuso di tematiche delicate come l’emigrazione, la sicurezza e il superamento della legge Fornero sulla previdenza, alla volontà collettiva di cambiare pagina e a svoltare rispetto alla stantia narrazione del Paese del Centro Sinistra. 

La si pensi pure come si vuole, ma la Lega è l’unico Partito ancora strutturato come le nobili forze politiche azzerate nella prima Repubblica: un Partito affatto liquido, ma radicato nei gangli vitali della società civile e ancorato a strumenti democratici di dialettica e di selezione delle rappresentanze assai vitali; un Partito molto più vivace ed efficace di quanto possano pensare i radical chic e le nuove infornate della “noblesse oblige”, con la puzza sotto il naso, che navigano  nel frammentato mare della sinistra.

Si, nella Lega la militanza attiva ricorda la qualità del vecchio Pci e le riunioni, gli attivi, i seminari e le decisioni dialettiche negli Organismi dirigenti eletti sono strumenti ordinari e fungibili! Altro che dirigismo e un solo Capo al comando!

Eppure, non è necessario disporre delle doti del mago di Oz per comprendere - almeno a Savona (ma non solo) - le criticità in fieri e i punti strutturali di debolezza della Lega che esplode nei consensi e diventa il primo Partito! 

La contraddizione più spessa riguarda la qualità della rappresentanza politica e istituzionale e la carenza di personale politico adeguato al boom elettorale e alle responsabilità che comporta governare le Istituzioni decentrate: troppi posti acquisiti e poche teste pensanti; una gestione commissariale comunale prima affidata a un ottantenne vecchio navigatore della politica e delle giravolte partitiche; una gestione commissariale, sostituita qualche mese fa da una giovane segretaria donna senza alcuna esperienza politica.

Per capire la qualità della rappresentanza della Lega, basta osservare serenamente l’andamento di qualsivoglia Consiglio Comunale di Savona Città e volgere l’attenzione al folto Gruppo consiliare della Lega che, tra eletti e acquisti, ha raggiunto il target di ben dieci consiglieri, compreso l’ultimo venuto (Emiliano Martino): una potenziale falange che pesa per quasi un terzo sull’intero Consiglio.

Senza voler essere forzatamente critici e tanto meno irrispettosi, sono da Bagaglino gli scambi di battute, le interruzioni e i richiami alla sintesi tra lo straordinario affabulatore Presidente Dott. Renato Giusto (leghista con storia socialista di peso) e il simpatico leghista della prima ora Giancarlo Bertolazzi; sono da manuale le costanti interrogazioni del giovane capogruppo Matteo Venturino (quasi su commissione) all’assessore al Bilancio sulle azioni legali e le querele da intraprendere sull’Ata “verso quelli di prima” e gli imbarazzanti silenzi e balbettii del giovane leghista dopo le repliche (sempre più annoiate) dell’Assessore Silvano Montaldo (rosso in volto) che ne deve avere (a ragione) i cabbassisi pieni “non c’è peggior sordo di Chi non vuole o può capire) sembra pensare il super assessore seduto sul suo scanno; sono da guinness world record le richieste del neo leghista (ex Fratelli D’Italia, ex.., ex…) Martino di “un minuto di silenzio” per le tragedie locali, nazionali, europee, mondiali e universali.

Ma anche nella rappresentanza istituzionale più alta come il Senato, parrebbe che qualche problemino di competenze ci sia; mi raccontano di una riunione in Prefettura con tutte le forze sociali e istituzionali con la Commissione senatoriale presieduta (per l’occasione) dai senatori Paolo Ripamonti e Francesco Buzzone; un assise speciale convocata per tentare di avviare a soluzione le criticità e gli ostacoli che si frappongono sull’area di  crisi complessa; una assise di concertazione delicata e strategica per la nostra Provincia, aperta alle 11,30 e chiusa alle 13 parrebbe con un “si è fatto tardi, arrivederci andiamo a pranzo” e la solita abitudine delle conclusioni dei summit savonesi….con la convocazione di una successiva riunione! Mi raccontano che oltre a proferire le solite frasi di circostanza “abbiamo il territorio nel cuore”, la riunione sia vissuta sulle spalle degli interventi di merito della Sindaca di Vado, del Segretario della Cgil, del Direttore degli Industriali, della Camera di Commercio e della Autorità portuale, senza che i nuovi senatori del Popolo abbiano aggiunto alcunché! E, infatti, lo stato dell’area di crisi complessa non ha compiuto alcun passo avanti a Roma ed è esattamente come prima e più di prima, anzi (se possibile) peggio!

La novità delle ultime ore - rimbalzate da rumor, veline, indiscrezioni e confidenze - sussurrano di divisioni crescenti nella Lega sia in Valbormida (emblematico il caso di Millesimo e l’esclusione dalla Lista dello storico segretario Lele Siri) e sia (questa la novità dirompente) a Savona, dove si mormora addirittura della possibile esclusione del Vice Sindaco Arch. Massimo Arecco nelle candidature delle prossime elezione amministrative del 2021.

Ma c’è di più: pare che il Consigliere Emiliano Martino, fresco acquisto della Lega, si sia rivolto al regista sen. Paolo Ripamonti e chiesto un posto in Giunta; e, pare altresì, che la nuova Segretaria della Lega Maria Maione sia invasa da una voglia incontenibile di diventare Assessore del Comune di Savona già in questa legislatura!

Non vorrei essere nei panni della Sindaca Ilaria Caprioglio questa volta! Anche se le andrebbe ricordato che chi di spada ferisce (nono assessore), di spada potrebbe perire (lunga vita a Ilaria)! 

Se dovessero risultare veritieri questi pruriti o si va a undici assessori (come Roma) o saltano i due Assessori oggi in quota Lega; ovvero l’avv. Roberto Levriero e la dott.ssa Maria Zunato: tertium non datur! 

Se questo è il Partito fondante la Terza Repubblica e il cambiamento: auguri e figli maschi!

Bruno Spagnoletti

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