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Attualità | 19 agosto 2019, 10:10

Dall'Aycardi all'ex Roma: quale futuro per i "contenitori culturali" di Finalborgo?

Folco (Le Persone al centro): "Credo che sia importante tenere vivi e vitali i nostri rioni, tutelarne l’abitabilità e la vivibilità ed incentivare le aperture delle attività locali nella “bassa” stagione"

Dall'Aycardi all'ex Roma: quale futuro per i "contenitori culturali" di Finalborgo?

Quale valorizzazione per alcuni palazzi storici di Finalborgo che potrebbero rinascere a nuova vita come "contenitori" di eventi culturali e invece sono sospesi in un limbo?

Se lo domanda Paolo Folco, esponente della lista "Le Persone al Centro" (rappresentata in consiglio comunale dal capogruppo Massimo Gualberti). Afferma Folco: "Già a maggio mi ero espresso sull’agibilità del teatro Aycardi di Finalborgo e sulla leggerezza elettorale della sua effimera riapertura.

Non è mia intenzione ritornare su questi argomenti né imputare all’attuale amministrazione comunale un ritardo che probabilmente è di natura tecnica e non politica.

Il recente articolo sullo slittamento dell’apertura del teatro Aycardi e l’emergere delle prime intenzioni di utilizzo costituisce, però, un’ottima occasione per analizzare e dibattere su quale sia la migliore gestione dei “contenitori” culturali di Finale Ligure.

Negli ultimi anni, infatti, si sta diffondendo l’abitudine di riaprire i palazzi della cultura finalese con concessioni private ed una formula mista che prevede l’inserimento di attività commerciali legate alla ristorazione.

Non c’è dubbio che i nostri “luoghi” della cultura vadano aperti e valorizzati ma trovo che questa tendenza radicalizzi quel pericoloso fenomeno degenerativo che sta attanagliando il nostro territorio erodendone identità, tradizioni e probabilmente anche qualche pezzo di sviluppo turistico futuro.

Si abusa spesso del concetto di “turismo esperienziale” ma ci si dimentica di come la cultura, intesa in senso lato, sia sempre alla base di ogni buon successo promozionale-turistico di una città perché ne alimenta quel tratto peculiare che la distingue tra le tante alternative e la rende unica, vera, autentica e quindi molto apprezzata dai visitatori.

Gli affidi esclusivi e ad uso misto hanno già limitato le potenzialità di molti “contenitori” culturali e non penso possa bastare l’unica felice eccezione di Castelfranco dovuta, senza offesa per nessuno, alla mano capace quanto rara di chi ne gestisce le attività culturali.

La conduzione pubblica del teatro Aycardi sarebbe a mio avviso la giusta scelta per ricollocarlo nella fitta rete delle associazioni locali ed alle attenzioni dei cittadini che lo aspettano da anni.

Più in generale mi preoccupa questa continua visione estetizzante, fine a sé stessa, che non tiene conto delle esigenze di chi vive il territorio tutto l’anno ma asseconda gli eccessi di una visione turistica esasperata ed autoreferenziale.

Naturalmente niente in contrario contro il turismo ma il settore va gestito con equilibrio e senza strappi violenti che erodano troppo il tessuto abitativo. Il rischio è quello di comprometterne la sostenibilità nel lungo periodo e la qualità della vita dei residenti che al contrario dovrebbero essere rimessi al centro di ogni sana politica del luogo.

Simbolicamente si potrebbe citare la gestione delle aree dell’ex Albergo Roma, già sede della comunità montana, da anni discutibilmente messe in vendita e non destinate come spazio culturale-aggregativo o come sede amministrativa utile a favorire nel rione quel flusso “residenziale” perso con la totale chiusura di porta Testa.

Credo che sia importante tenere vivi e vitali i nostri rioni, tutelarne l’abitabilità e la vivibilità ed incentivare le aperture delle attività locali nella “bassa” stagione, utili per de-stagionalizzare i flussi.

Certi eccessi saranno utili nel breve periodo ma alla lunga li pagheremo. Forse stiamo già cominciando a farlo".

Comunicato stampa

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