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Eventi | 28 agosto 2019, 10:17

Borgio Verezzi, incontro con lo scrittore e poeta Giuseppe Conte: presentazione del romanzo "I senza cuore"

Venerdì 30 agosto alle ore 20,45 presso la sala consiliare

Borgio Verezzi, incontro con lo scrittore e poeta Giuseppe Conte: presentazione del romanzo "I senza cuore"

Un incontro con l’Autore (con la “A” maiuscola) quello con Giuseppe Conte previsto per venerdì 30 agosto alle ore 20,45 presso la sala consiliare di Borgio Verezzi. Un insperato “fuori programma” letterario di fine agosto per chiudere al meglio la lunga estate di eventi e appuntamenti del piccolo borgo ligure.

Scrittore, poeta, librettista, drammaturgo, traduttore e critico letterario, l’imperiese Giuseppe Conte rappresenta una delle figure più apprezzate e note della poesia e letteratura italiana contemporanea.

La sua notevole produzione di poesie, romanzi, saggistica, teatro, traduzioni autorevoli e antologie racconta di un talento letterario naturale e allo stesso tempo di una dedizione e uno studio davvero straordinari.

A Borgio Verezzi Conte verrà a parlare della sua ultima creazione narrativa, “I senza cuore” edito da Giunti nel 2019, ma incontrare un autore di questa levatura è un’esperienza che va al di là della presentazione in se stessa.

“I senza cuore” è un thriller storico ambientato nel 1116, con una trama appassionante: la Grifona salpa dal porto di Genova con 192 anime a bordo facendo rotta verso il burrascoso Atlantico e la Cornovaglia bretone, dove un monastero pare custodisca un misterioso manoscritto. Il suo comandante Guglielmo il Malo, della famiglia degli Embriaci e trionfatore alla Prima Crociata, è segretamente in cerca della verità sul Vaso di smeraldo, portato a Genova come bottino di guerra e dono della Regina di Saba a Salomone, presente sulla tavola dell’Ultima Cena di Nostro Signore. Sarà davvero l’originale, o si tratta di un clamoroso falso? Guglielmo, l’ingegnoso costruttore di macchine da guerra, è costretto a calarsi nei panni di un riluttante detective, per indagare col fedele scrivano Oberto da Noli, narratore di tutta la storia, sui delitti di uno spietato serial killer che semina il terrore a bordo della sua galea nelle notti di luna nuova: tre ufficiali sono stati uccisi uno dopo l’altro e lasciati con il petto squarciato e senza cuore. Fra dramma e leggenda,  Giuseppe Conte scrive un romanzo corale, ricco di suspense e colpi di scena: protagoniste sono le crociate e le conquiste della sua grande Genova, ma anche la pace e la nonviolenza che vedono Conte in persona prestare un po’ della sua voce al mastro d’ascia sufi Yusuf Abdel Rahim, alias Giuseppe Pietrabruna. Un thriller storico mozzafiato e anche la rocambolesca avventura di un’emancipazione femminile: quella di Giannetta Centurione, la giovane cavallerizza e arciera che si ribella alla volontà del padre e della matrigna e che si staglia infine come la polena di una galea.

"Ho sempre lavorato sulla storia — racconta Conte —, su come si possa rileggerla con gli occhi del presente». Per questo libro è stato necessario un lungo lavoro preparatorio di ricerca, compiuto in parte anche al Museo del Mare di Genova. Guglielmo, il protagonista, è esistito davvero: «Willelmus Caputmallei, Guglielmo Embriaco detto Testa di martello. Ma Jacopo da Varazze lo racconta chiamandolo “il Malo”». Partito da Genova, combattè con Goffredo di Buglione alla Prima crociata e si deve a lui l’idea di smontare due navi e usarne i pezzi per costruire le torri mobili, macchine da assedio che si riveleranno decisive nella presa di Gerusalemme.   «Il mio voleva essere un omaggio all’avventura — dice l’autore —, al mare, di cui ho sempre sentito la fascinazione. E a Genova".

Ligure di Porto Maurizio (Imperia), padre siciliano e formazione milanese, Conte ha vissuto questo libro come un omaggio alla storia di una città incredibile, Genova, «che spesso neanche i liguri stessi conoscono. Eppure Genova è stata una delle grandi capitali del mondo e c’è stato un tempo in cui armava da sola più navi dell’Inghilterra». Un ruolo chiave, e una vocazione mercantile che ha aperto la città all’Oriente e al mondo. «Anche il vaso di smeraldo portato da Guglielmo esiste veramente: è ancora a Genova, nella cattedrale di San Lorenzo». Il Sacro Catino racchiude in sé leggende e pezzi di storia diversi, che ne hanno fatto un mito: Conte ne ha fatto materia da romanzo, mescolando realtà, invenzione d’autore e immaginario condiviso, il ciclo bretone e le Crociate.

La serata a Borgio Verezzi sarà dunque l’occasione per conoscere personalmente questa “icona” della poesia e letteratura italiana e per ascoltare dalle sue parole la genesi e il senso di questa nuova opera.

Il saluto dell’Amministrazione Comunale, onorata di poter ospitare a Borgio Verezzi Giuseppe Conte, sarà affidato alla consigliera delegata alla cultura Mara Perata, mentre Isa Morando dialogherà con l’autore.  

Le lettrici di APS #CosaVuoiCheTiLegga? interpreteranno alcuni brani del romanzo dando al pubblico qualche “assaggio” dell’opera.

L’incontro, organizzato dalla Biblioteca Civica di Borgio Verezzi, è ad ingresso libero.

Cenni biografici dell’autore – Giuseppe Conte (da Wikipedia)

Nato a Imperia nel 1945 da madre ligure e da padre siciliano, abita a Sanremo.

Al 1946 risalgono i primi ricordi di Catania, del Giardino Bellini e della via Etnea. Frequenta a Porto Maurizio la scuola elementare e quella media, dimostrando presto un particolare interesse per la geografia, l'astronomia e la musica.

Frequentando il "Ginnasio-Liceo De Amicis" a Oneglia, sviluppa i primi interessi letterari. Si esercita in questi anni alle prime traduzioni dall'inglese, compone i primi versi, alcune opere teatrali e la bozza di un romanzo che si ispira all'opera e allo stile di Laurence Sterne che, insieme a Omero, Shakespeare, Goethe, Foscolo e Shelley, riveste un ruolo significativo nella sua prima formazione.

Legge con passione le opere di Mallarmé, Baudelaire, D.H. Lawrence e Henry Miller e inizia a sentire il desiderio di diventare scrittore.

Nel 1962 visita Parigi, Londra e Bath, dove frequenta una scuola di inglese. Nel 1964, dopo aver ottenuto la Maturità classica, si reca nuovamente a Parigi e nell'autunno si iscrive alla Facoltà di Lettere e Filosofia presso l'Università Statale di Milano dove si laurea in estetica con Gillo Dorfles nel 1968, lavorando sulla retorica seicentesca, che diventerà l'argomento del suo primo libro. Scrive poesie. Negli anni settanta si impone all'attenzione della critica con due libri di poesia: Il processo di comunicazione secondo Sade (1975) e L'ultimo aprile bianco (1979) e negli anni ottanta si cimenta con successo anche nella narrativa con Primavera incendiata ed Equinozio d'autunno, cui faranno seguito, nei decenni successivi, L'impero e l'incanto (1995), Il terzo ufficiale (2002) e altri titoli fino a Sesso e apocalisse a Istanbul del 2018 e I senza cuore (2019).

Da inizi che in qualche modo si riallacciano ai testi della neo-avanguardia, Conte procede verso la riscoperta del mito, del sacro, della natura. Nel 1994, in ottobre, promuove a Firenze l'occupazione pacifica della Basilica di Santa Croce con un gruppo di poeti (i capitani del Commando eroico, tra i quali Tomaso Kemeny, Roberto Carifi, Lamberto Garzia): pronuncia sul sagrato di Santa Croce un discorso in cui rivendica il primato etico e spirituale della poesia. Tra i messaggi di adesione, quelli di Lawrence Ferlinghetti, di Mary de Rachewiltz, di Mario Luzi, di Gao Xingjian.

Nel 1995-96 contribuisce a far sorgere il movimento del Mitomodernismo, partecipando con Tomaso Kemeny, Stefano Zecchi e altri a letture, conferenze e viaggi. Al primo Festival del Mitomodernismo di Alassio presenta l'opera L'Iliade e il jazz, con testi suoi e di Omero e musiche di Duke Ellington scelte dal bassista Dodo Goya. In collaborazione con Silvia Ronchey porta poesia e mito in televisione realizzando settimanalmente clips per il programma di Rai2 L'altra edicola. È invitato dall'Unesco a rappresentare l'Italia nel World Institute for Opera and Poetry. Intanto collabora a diverse riviste e giornali quali Il Verri, Nuova Corrente, Sigma, Altro versante, la Stampa, il Giornale e Il Secolo XIX.

Nel 2006 vince con Ferite e rifioriture il Premio Viareggio sezione poesia.[1]

Ha scritto la prefazione e/o tradotto opere di Walt Whitman, Adunis, Rabindranath Tagore, Jacques Prévert, Pablo Neruda, Serge Rezvani, Juan Gelman, Juan Uslé, William Blake, Percy Shelley, D. H. Lawrence, Victor Segalen e ha curato diverse antologie poetiche.

Ha scritto il pamphlet Lettera ai disperati sulla primavera (2006) e opere teatrali e musicali come Boine (1986), Ungaretti fa l'amore (2000), e Nausicaa (2002).

Comunicato stampa

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