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Economia | 13 luglio 2019, 11:30

Con l'applicazione del Decreto Dignità il calcio italiano sarà sempre meno competitivo?

Questo decreto che ha l'intento di proibire ogni forma di pubblicità, diretta e indiretta, relativa a giochi e scommesse, da una parte può avere una valenza etica ma dall'altra crea dei danni economici rilevanti

Con l'applicazione del Decreto Dignità il calcio italiano sarà sempre meno competitivo?

Gli effetti del Decreto Dignità sono ormai noti a tutti e non vanno a incidere solo sulla Serie A ma sull'intero settore sportivo e non solo. La volontà del governo italiano di combattere la dipendenza da gioco d’azzardo è lodevole ma è sbagliata la strada percorsa e vietare ogni forma di visibilità alle aziende di scommesse servirà a poco o niente. Un'iniziativa che presto si rivelerà un flop al pari dei pacchetti di sigarette sfregiati dalle immagini shock. Questo decreto che ha l'intento di proibire ogni forma di pubblicità, diretta e indiretta, relativa a giochi e scommesse, da una parte può avere una valenza etica ma dall'altra crea dei danni economici rilevanti che rischiano di diventare irreversibili. Infatti, si è stimato che per il prossimo triennio si registrerà un mancato introito erariale di ben 500 milioni di euro, dove a pagarne le conseguenze saranno anche la Serie A e le pay tv.

Serie A a rischio?

Sicuramente no! Però meno credibilità rispetto alle squadre estere e soprattutto meno competitività. Basti pensare che quindici squadre su venti del nostro massimo campionato sono state costrette ad interrompere accordi di sponsorizzazione con perdite annuali che sfiorano i 35 milioni di euro. Tra i casi più eclatanti, quello della Roma e della Lazio, che non potranno più esibire i loghi Betway e Marathon Bet. Si stima che i media perderanno qualcosa come 150 milioni di euro di mancati ricavi pubblicitari annuali.

Ma cosa vieta il Decreto Dignità nell'ambito della Serie A?

Secondo le linee guida stabilite dall’Autorithy è già in essere un immediato stop alle sponsorizzazioni di scommesse sulle maglie di calcio e a bordocampo, all’inserimento di prodotti pubblicitari legati al gioco nei programmi televisivi e nei film e sono anche vietati i gadget e così via. Il divieto di pubblicità delle scommesse danneggia le squadre della Serie A nel contesto internazionale, infatti, non potranno mai più competere con le loro avversarie straniere per comprare un giocatore perché non avranno accesso a dei fondi che oggi sono a disposizione delle squadre internazionali e ciò rappresenta un danno più che evidente. Le società sportive auspicano che il governo si ravveda e attui una sostanziale revisione della norma, pur sempre nel rispetto e nella tutela dei consumatori. 

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